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L’archivio Biscàro dedicato a Sterling Hayden donato al Museo del Cinema

Nei mesi scorsi lo scrittore Andrea Biscàro ha fatto dono al Museo Nazionale del Cinema di Torino del suo archivio dedicato all’attore americano Sterling Hayden (1916-1986), interprete di pellicole quali Giungla d’Asfalto, Johnny Guitar, Rapina a mano armata, Dr. Strangelove, Il Padrino, Novecento.

Marinaio in gioventù, ufficiale dell’OSS, attore e scrittore, spirito errante a bordo della sua chiatta lungo i fiumi d’Europa, segnato da un contrastato rapporto con l’alcool e l’erba. Uomo sensibile e inquieto, la sua storia è legata a quella degli Usa, dalla Grande depressione al Maccartismo sino alle lotte per i Diritti civili.

L’archivio – che si appresta a diventare un bene comune – riunisce articoli, documenti, fotografie, oggetti di scena, locandine cinematografiche, video, interviste del donante a uno dei suoi figli, ai registi Bernardo Bertolucci, Enzo G. Castellari, Sydney Pollack e ad altri.

Biscàro ha inoltre scritto due biografie su Hayden.

La prima, “L’uomo che amava i tramonti. Vita di Sterling Hayden”, ripercorre le stagioni della vita dell’attore-scrittore, la sua grandezza coesistente con la fragilità e l’inestinguibile, Romantica, lancinante passione per la propria Libertà interiore.

La seconda, “Niente bagni caldi in montagna. La Paura Rossa, Sterling Hayden e il suo comunismo”, si focalizza sulla sua esperienza in ambito sociale e intimistico, culminata con l’adesione al comunismo. Hayden è stato un testimone collaborativo durante il Maccartismo, pagando un prezzo altissimo, in termini di coscienza, con la sua testimonianza davanti alla Commissione per le attività antiamericane.

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Il volume si snoda tra la società americana dagli anni Venti ai Settanta del Novecento e la storia personale dell’uomo, attento osservatore del suo Paese, dotato di uno spiccato senso di giustizia sociale, allergico al dogmatismo politico e impulsivamente proiettato oltre la linea blu dell’Orizzonte, dove sorgeva il suo inarrivabile «sogno comunista».

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