La nostra storia nazionale ha archiviato il delitto Moro senza averlo esplorato fino in fondo. Eppure le zone d’ombra rimaste inesplorate sono ancora molte. Il libro The masquerade reloaded (Frascati & Serradifalco edizioni, pp. 280, € 19), intende illuminarle. La trama indaga, in una visuale inedita, l’arco temporale che dalla maturazione del terrorismo rosso sfocia nel delitto Moro. Gli autori sono Maurizio Fiorentini, responsabile del Collettivo Volsci dell’Autonomia operaia romana, e il giornalista d’inchiesta Roberto Valtolina.
Quando Moro fu rapito in via Fani, l’Italia è uno Stato a sovranità limitata. Così era stato stabilito alla conferenza di Yalta, tenutasi fra il 4 e l’11 febbraio del 1945 dai vincitori della IIª Guerra mondiale: Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill e Iosif Stalin. L’Italia era un Paese di frontiere: Est-Ovest e Nord-Sud. Luogo di scambio tra Usa e Urss, l’Italia aveva una frontiera in più: lo Stato del Vaticano. Infine, vi era una frontiera interna al sistema politico: quello tra la Dc e il Pci. Le due forze politiche coabitavano necessariamente per ragioni costituzionali, ma erano divise per l’appartenenza a campi ideologici diversi. Fu la geopolitica a unirli. Il trasversale “partito della fermezza” Dc-Pci avverso alla liberazione di Moro è stato un unicum senza precedenti né continuatori. Il suo scopo era di preservare il bipolarismo di Yalta. Nel 2018 il socialista Rino Formica scrisse e inviò una breve ma densa lettera a Gero Grassi (membro della Commissione d’inchiesta sul rapimento di via Fani). Nella missiva, pubblicata alla fine del libro, l’ex ministro delle Finanze del governo Craxi esplicitò come questo fosse il nodo cruciale del caso Moro. Dietro allo scontro tra la “fermezza” e la “trattativa”, si fronteggiarono “le sentinelle” dell’ordine di Yalta e “gli esploratori” di un nuovo ordine geopolitico multipolare e post-Guerra fredda. Vinsero coloro che vollero preservare quegli equilibri, la Dc e il Pci. Persero gli “esploratori”: Moro e il Psi di Craxi.
Il delitto Moro fu l’epilogo dell’azione eversiva di un “partito armato”, collegato alla corrente filo-sovietica del Pci, rappresentata da Pietro Secchia. Il filone culturale della “Resistenza tradita”, rappresentato da Secchia e dal deputato Francesco Moranino, era convinto che la lotta partigiana non si sarebbe dovuta fermare con la sconfitta del nazifascismo. Sentendosi traditi dal compromesso raggiunto, alla fine della Seconda guerra mondiale, da Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, questo segmento del mondo partigiano sotterrò momentaneamente le armi. Le Br nascono e dissotterrano le armi quando, sul finire degli anni ‘60, Aldo Moro ed Enrico Berlinguer vollero aggiornare la formula politica di De Gasperi e Togliatti. Questo magma antagonista divenuto eversivo nel 1970 ebbe in Giangiacomo Feltrinelli il suo “ministro degli Esteri”. “Osvaldo”, come si faceva chiamare, fu un agente di influenza per conto del Patto di Varsavia e dell’Internazionale socialista. Parlava cinque lingue, era a capo dell’influentissima e omonima casa editrice e possedeva risorse economico-finanziarie illimitate. I suoi rapporti internazionali furono ereditati dalle Br dopo la sua morte, avvenuta a Segrate il 14 marzo 1972.
The masquerade reloaded svela un inedito. Si trova in un verbale della Questura di Roma, steso dopo la perquisizione del covo delle Br di via Gradoli. Il 18 aprile 1978 gli agenti scovano un distintivo militare Nato. È stato incredibilmente ignorato dai vertici dei Servizi segreti dell’epoca, dall’Interpol, da cinque processi Moro e due Commissioni parlamentari sul caso, e nemmeno dalle tre commissioni parlamentari italiane Terrorismo, P2 e Mitrokhin. Il reperto 731 rimanda storicamente al Supreme Allied Commander Europe, il quartier generale supremo delle potenze Alleate in Europa. Il generale del Supreme Allied Commander Europe era un massone: Alexander Haig jr, in carica dal 15 dicembre del 1974 al 1° luglio del 1979. Questo periodo copre quasi per intero l’arco temporale che dall’arresto dei capi storici delle Br Renato CurcioeAlberto Franceschini – avvenuto a Pinerolo, l’8 settembre 1974 – termina con la cattura (a Roma, il 29 maggio 1979) dei brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda. Legato ad Haig era Michael Ledeen, analista neo-conservatore americano. Per conto della Nato, Ledeen piantò le tende al Ministero degli Interni retto da Francesco Cossiga durante i 55 giorni. La documentazione ministeriale che attestava la presenza di Ledeen al Ministero fu fatta sparire. Haig e Ledeen vengono associati a Steve Pieczenick, l’esperto anti-terrorismo inviato a Roma dal Dipartimento di Stato Usa. Pieczenick fece parte del ‘Comitato di crisi’ istituito da Cossiga durante il rapimento. Pieczenick e Ledeen erano strategicamente complementari: il primo doveva coprire il versante italiano, depistando e disinformando; lo stesso fine era perseguito dal secondo per il fronte estero. (Rob. Valt.)