Un libro e una mostra itinerante: in entrambi i casi la galleria dei “Profeti inascoltati del Novecento” collega pensatori liberi ed eretici, conservatori di valori e non di costumi, e di integrità morale che costituisce l’unica forma possibile di pensiero. Personaggi scomodi da Jünger a Conrad, da Pound a Borges, da Flaiano alla Campo, da Bernanos a Camus. E poi ancora Louis-Ferdinand Céline, Hannah Arendt, Filippo Tommaso Marinetti… e tanti altri che hanno coraggiosamente e diversamente testimoniato, anche divisi dalle violentissime vicende storiche del Novecento. Come dimostrano gli agili saggi che li illustrano insieme alle tavole/ritratto dell’artista genovese Dionisio di Francescantonio. Il volume, edito da Italia Storica, ha 230 pagine e costa € 25,00.
La mostra sui “profeti”, dopo aver girato l’Italia ha appena fatto tappa ad Arezzo presso le sale ex Udienze di Palazzo di Fraternita in piazza Grande: lo scopo dell’iniziativa, ideata e curata da Dionisio di Francescantonio, dalla scrittrice e organizzatrice culturale Miriam Pastorino e dall’editore e saggista Andrea Lombardi, è quello di contribuire ad attrezzare culturalmente la società italiana in vista delle sfide del tutto nuove che la attendono, per comprendere la natura delle quali torna utile interrogare il passato, pur con lo sguardo rivolto al futuro.
“Il concetto della mostra – dichiara l’editore e saggista Andrea Lombardi – maturata nel 2020-2021 assieme all’artista Dionisio di Francescantonio e all’organizzatrice di eventi culturali Miriam Pastorino, partita da Genova e tenutasi in seguito a Senigallia, L’Aquila, Nardò e Rieti, è raccogliere personalità della cultura e dell’arte del ‘900 dimostratesi profetiche nell’interrogare la società del loro tempo, figure trasversali che abbracciano molteplici sfumature ideali e spirituali, da George Orwell a Pier Paolo Pasolini, da Hannah Arendt a Louis-Ferdinand Céline – accompagnate nel libro-catalogo della mostra da schede di autori come Pietrangelo Buttafuoco, Alain de Benoist, Vittorio Sgarbi, Rachele Ferrario, Elena Pontiggia e Armando Torno – nel rispetto delle loro differenze intellettuali e politiche, ma a nostro giudizio con il tratto comune di essersi distinte per le loro analisi fuori dagli schemi dell’età contemporanea. La mostra stessa però non è solo una retrospettiva su queste personalità, ma il nostro obiettivo è quello di contribuire ad attrezzare culturalmente la società italiana e europea in vista delle sfide del tutto nuove che sta attualmente affrontando e che la attendono, per comprendere la natura delle quali torna utile interrogare il passato attraverso questi “Profeti”, pur con lo sguardo rivolto al futuro”.