Linda Pini era il nome d’arte di Gerlinda Filippini (Milano, 2 novembre 1896 – Roma, 27 ottobre 1971). Il suo debutto avviene nel 1916, quando ha vent’anni, nel film “Cavalleria rusticana” (regia di Ubaldo Maria Del Colle). Il suo esordio nel cinema è dovuto alla attrice di origine polacca Soava Gallone che l’aveva notata nel negozio di moda dove Gerlinda lavorava come commessa. Tra il 1916 e il 1926 la Pini recita in 29 film: secondo i critici la sua caratteristica era uno stile di recitazione molto espressivo, femminile e realista, in contrasto con il gusto recitativo dannunziano in voga negli anni del cinema muto. Nel 1925, una grave crisi di sistema del cinema italiano segna la fine della carriera della ancora giovane diva che tuttavia non abbandona il mondo dello spettacolo. Infatti, dalla fine degli anni ’20 la Pini si esibisce come cantante nei teatri e nei cadfé concerto, soprattutto a Milano. La lunga collaborazione e amicizia con il musicista e compositore Giovanni D’Anzi, la collega ad una pagina importante della storia della musica italiana perché fu proprio lei, una sera d’agosto 1935, ad eseguire per la prima volta in pubblico, al Pavillon Doré, nel celebre teatro milanese del Trianon, la celebre canzone “O mia bèla Madonina” composta da D’Anzi. Il quale ha così ricordato quel momento: “Linda Pini, una famosa star del cinema che non disdegnava di interpretare una canzone, era la vedette dello spettacolo e mia carissima amica. Tutte le sere, prima di scendere al night, davo un’occhiata allo spettacolo e pensavo: ma guarda questi qui, cantano le bellezze di Napoli e Roma, ma per fare qualche soldo devono venire a Milano! (…) E una sera, per divertirmi, dico alla Linda Pini: ‘senti, se domani ti porto una canzone in cui si prende un po’ in giro Napoli e Roma, tu me la canti? Così, sai, per vedere le loro facce…!’. E la Pini, che era mezza matta come me, accettò. Quella notte, in tre ore, per fare uno scherzo ai napoletani feci tutto. Portai parole e musica alla Linda e lei, due sere dopo, alla fine dello spettacolo, annunciò una novità, la mia canzone Madonina”. D’Anzi, nella penombra della sala, ascolta più incuriosito che timoroso. Al termine del pezzo, parte qualche timido applauso, per lo più di apprezzamento all’indirizzo della Pini. Poi il battimani sempre più forte. Il maestro è contento, ha capito che lo spirito della canzone è stato compreso e il pezzo li ha conquistati tutti, quasi fosse un ponte fra il Nord e il Sud d’Italia.
Con l’avvento del cinema sonoro, la Pini torna una sola volta sul set per girare, nel 1938 il film “Fuochi d’artificio” (regia di Salvatore Gennaro Righelli, uno dei registi di punta dell’epoca). Nel dopoguerra – dopo un altro film del 1943, “La zia di carlo” – la Pini è protagonista di una fortunata rivista nella stagione 1948-49: Il cielo é tornato sereno di Alfredo Polacci con Renato Rascel. Nel 1950 il suo ritiro definitivo