l lavoro monumentale di Agostino Paravicini Bagliani su testi e leggenda. Riunita per la prima volta la tradizione letteraria sull’inedita figura che avrebbe guidato la Chiesa. Si narra che a Roma il suo magistero durò due anni, dall’853 all’855 finché, incinta, non dette alla luce un bambino durante una processione tra San Pietro e San Giovanni
di Marina Montesano da Il Manifesto del 26 aprile 2022
Intorno all’anno 850, una donna, nativa di Magonza ma di origine inglese, adottò le sembianze di un uomo per accompagnare il suo amante, inglese anche lui, che in quanto studente era immerso in un mondo esclusivamente maschile; travestita da uomo riuscì a inserirsi bene nell’ambiente degli studi, al punto che, dopo un soggiorno ad Atene, ricevette a Roma un’accoglienza calorosa e ammirata che le spianò la strada per una carriera nella curia, alla fine della quale, sembra nascondendo il suo sesso biologico, venne addirittura eletta papa.
IL SUO PONTIFICATO durò oltre due anni senza destare sospetti, fino a quando non fu interrotto da uno scandalo: la donna, che non aveva rinunciato ai piaceri della carne, rimase incinta e durante una processione tra San Pietro in Vaticano e San Giovanni in Laterano, dette pubblicamente alla luce un bambino. Morì durante il parto o secondo altri, smascherata, venne uccisa. Alcune versioni della storia dicono che, da allora in poi, il sesso dei papi sarebbe stato verificato manualmente durante la cerimonia di incoronazione. Allo stesso modo, le processioni avrebbero evitato di passare per il luogo dove si era verificato lo scandalo, mentre la presenza di una statua o di un’iscrizione sul sito perpetuerebbe la memoria di questo deplorevole incidente.
MOLTI AVRANNO RICONOSCIUTO in questa storia la leggenda della «papessa Giovanna», narrata dalle fonti medievali e tornata in auge, fra scandalo e scherno, a partire dall’Ottocento.
Nel 1991 in Italia è apparsa la traduzione di un saggio francese dello storico Alain Boureau, che per primo decodificava la leggenda, facendone la storia dalle origini fino alla fortuna (e sfortuna) dei tempi recenti. Successivamente, altri studi sono stati compiuti, per esempio facendo emergere le questioni di genere sottese al racconto, anche se poco è arrivato da noi.
ADESSO VIENE PUBBLICATO sullo stesso tema un lavoro monumentale, opera di uno dei più grandi studiosi della storia del papato, Agostino Paravicini Bagliani: La papessa Giovanna. I testi della leggenda. 1250-1500 (Sismel – Edizioni del Galluzzo, pp. 694, euro 140). Paravicini Bagliani non è soltanto uno studioso della storia istituzionale del pontificato, ma anche e soprattutto del tessuto simbolico del papato medievale ed era quasi ovvio che il suo percorso di storico dovesse, prima o poi, incontrare la vicenda della papessa Giovanna.
Tuttavia, l’impianto di questo imponente volume sorprende: Paravicini Bagliani introduce l’argomento con un lungo saggio che è quasi, da solo, una monografia; successivamente raccoglie per la prima volta l’intera tradizione letteraria che riguarda la leggenda della papessa, presentando i testi in latino (o nelle lingue vernacolari medievali) e in un’accuratissima traduzione italiana, essenziale per il lettore, così come per l’addetto ai lavori è essenziale l’ampia annotazione codicologico-letteraria. Ogni testo è accompagnato da un commento.
La tradizione è aperta da due testi, l’Anonimo Salernitano e la lettera Pax in terra di papa Leone IX, che in realtà narrano della leggenda del patriarca donna di Costantinopoli, che evidentemente mostra similarità con la storia della papessa Giovanna. Poi si parte con i testi che accennano a questa vicenda, senza dare un nome alla protagonista, finché nel corso del Duecento appaiono gli autori più importanti, ai quali giustamente Paravicini Bagliani riserva maggiore spazio: su tutti Martino Polono, la cui versione emerge come «vittoriosa» sulle altre.
LA SEZIONE DEI TESTI si conclude con la discussione delle notizie apocrife sulla papessa Giovanna che si trovano inserite in edizioni cinquecentesche di opere cronachistiche dei secoli XI-XII. Seguono numerose tabelle che elencano sia alfabeticamente sia cronologicamente le fonti, e poi dettagliano i temi principali trattati dalle stesso: lo stato sociale e religioso degli autori, la ripartizione per lingue, le interdipendenze testuali, le riprese reciproche, la misoginia, il genere del nome, e tanto altro ancora. Chiaramente, il peso in termini di pagine e di costi non rende il libro un acquisto per tutti, essendo pensato soprattutto per studiosi e biblioteche.
Tuttavia, La papessa Giovanna è allo stesso tempo il punto d’arrivo di una tradizione di studi sul tema e l’inizio (perché la ricerca storica, fortunatamente, non può mai dirsi completamente chiusa) di una nuova stagione filologicamente avvertita; per questo va salutato come una pietra miliare per quanti siano interessati a una vicenda di storia della cultura medievale così ricca di sfaccettature.