E’ partita da una protesta di alcuni studenti dell’Università di Città del Capo la nuova campagna di rimozione storica in Sudafrica e anche in questo caso l’obiettivo è la minoranza bianca a farne le spese.
di Guido Bruno da Il primato nazionale del 6 aprile 2015
Tutto ha avuto inizio qualche settimana fa, con una “singolare” protesta da parte di uno studente universitario che ha lanciato secchiate di escrementi contro la statua di Cecil Rhodes, celebre politico e imprenditore britannico che ha avuto un ruolo preminente nell’evoluzione dell’Africa coloniale, a cui fu intitolata la colonia rinominata Rhodesia.
A seguito di questo gesto i rappresentanti degli studenti hanno promosso una campagna contro la statua che “rappresenta il passato coloniale e il dominio della minoranza bianca”, la protesta si è conclusa con la vittoria degli studenti durante una votazione del consiglio universitario. Per il momento la statua è stata recintata e oscurata in attesa della rimozione.
Prendendo spunto da questo episodio l’ANC, il partito di Mandela, tramite il suo gruppo giovanile ha proposto la rimozione della statua dedicata a Paul Kruger, situata nella piazza principale della città di Tshwane della provincia del Gauteng.
Paul Kruger è stato presidente della Repubblica del Transvaal alla fine dell’800 e ha guidato i boeri nelle due guerre d’indipendenza contro gli inglesi.
Il sindaco di Tshwane, Kgosientso Ramokgopa ha raccolto la proposta dei giovani dell’ANC per poi lanciare una petizione popolare a favore della rimozione della statua. Intanto ha dichiarato di voler coinvolgere il ministro delle Arti e della Cultura per sviluppare un piano relativo alle questioni relative ai monumenti tramite la promozione di dibattiti pubblici. Così si potrà stabilire il futuro di statue, edifici e monumenti rappresentanti il passato coloniale con l’obiettivo di valutare l’opinione dei cittadini, e determinare possibili azioni che potrebbero determinarne un possibile trasferimento, eliminazione, ridenominazione e se necessario un ripristino.
Chiaro ormai l’obiettivo di attaccare la memoria storica della minoranza bianca, che deve subire anche quest’opera di rimozione della propria storia e dei simboli che la rappresentano. Questa è l’ennesimo attacco da parte delle istituzioni verso gli afrikaner, a dimostrazione del fatto che la nazione arcobaleno dove tutti vivono in armonia e nel reciproco rispetto è solo una finzione della propaganda progressista occidentale.
Dopo le parole degli esponenti politici si è passati ai fatti, una statua di Paul Kruger a Rustenberg è stata imbrattata con frasi offensive, mentre a Uitenhage nell’Eastern Cape è stata incendiata una statua raffigurante un soldato afrikaner in memoria dei soldati di Uitenhage che hanno combattuto nella guerra Anglo-Boera.
Nel silenzio assordante della stampa occidentale continua questa campagna di persecuzione della minoranza bianca afrikaner, il dogma della nazione arcobaleno rimane ancora un tabù che non è possibile sfatare.