Ogni sera lo storico, islamista e arabista Claudio Lo Jacono si siede davanti al computer per almeno un’ ora. Non scrive il suo prossimo libro, ma – gratis e sotto anonimato – verga pagine di Wikipedia, l’enciclopedia online che chiunque può modificare. Tutto è iniziato nel 2005. Non ricordando la data di nascita del secondo califfo abbaside Al Mansur, lo storico la cercò su Google («trovi libri di ottimi studiosi»): in cima ai risultati spuntò una pagina di Wikipedia. Ma c’ era un errore. Cliccò su «modifica». E non ha più smesso.
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di Viviana Mazza dal “Corriere della Sera” del 10 dicembre 2011
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Oggi lo studioso sessantaseienne è uno dei 25 redattori più attivi di Wikipedia in italiano: ha creato 1.500 voci – la prima dedicata al primo califfo dell’ Islam, Abu Bakr. «Mancavano tutti. C’ era solo Maometto, sul quale pure sono intervenuto molto». Ne ha modificate tra le cinquemila e le diecimila. E da professore all’ Orientale di Napoli, ha fatto usare Wikipedia in classe. Lo Jacono non è un caso isolato. La Wikimedia Foundation (la fondazione con sede a San Francisco che sostiene Wikipedia) ha lanciato quest’ anno nuovi progetti da una parte per incoraggiare l’ uso in classe dell’ «enciclopedia libera» (l’ obiettivo è coinvolgere 10 mila docenti e studenti entro il 2013) e dall’ altra per spingere ricercatori ed esperti a contribuirvi di più. Anche Wikimedia Italia, l’associazione culturale no profit che promuove la diffusione di Wikipedia nel nostro Paese, sta collaborando con scuole ed enti locali per progetti sempre più ampi. E se l’ accoppiata tra accademia e Wikipedia può suonare strana (citarla come fonte in un compito è considerata un’ eresia da molti professori e in certe università è stato espressamente proibito), ci sono però docenti che ritengono impossibile ignorare che in dieci anni è diventata il sesto sito più popolare al mondo. E così gli studenti dei corsi universitari per interpreti e traduttori delle Scuole Civiche di Milano si sono visti assegnare compiti inusuali, come creare nuove «voci» su Wikipedia (sulla traduttologia, ad esempio).
Nel test d’ esame tradurranno pagine scritte in altre lingue. «Se devono verificare che voci esistenti siano corrette, li costringi a studiare l’ argomento sia su Wikipedia che altrove, anziché ripeterlo a pappagallo», spiega Pietro Schenone, direttore del dipartimento Lingue. «Inoltre, devono seguire regole precise: usare un linguaggio fattuale, citare le fonti». Infine, a differenza della tradizionale tesina, le pagine create sono accessibili a tutti. «È importante insegnare agli studenti a dare alla Rete, oltre che a prendere». Quest’ anno in Emilia Romagna 50 scuole medie e superiori «adottano una parola» legata al territorio e la «curano» su Wikipedia. In Lombardia gli studenti creano pagine, le migliorano e le traducono, con un premio a fine anno. Dietro ogni pagina, può esserci uno studente o un esperto. Spesso ci sono entrambi. Tra gli studiosi che contribuiscono da tempo «c’ è un professore della Bicocca che si occupa di berberi, e c’ è una nota archeologa del comune di Roma», dice Frieda Broschi, presidente di Wikimedia Italia. Lo Jacono, che da un mese è in pensione, ora divide il suo tempo tra la rivista che dirige, Oriente Moderno , e Wikipedia. L’ altra sera qualcuno aveva modificato la voce «Battaglia della Piana dei Merli». «Ottomani era scritto con la minuscola, ma per i nomi dei popoli antichi ci vuole la maiuscola», spiega. Non l’ ha corretto, però. «Ne ho discusso con chi l’ aveva cambiato. È questo lo spirito di Wikipedia. Non è una torre d’avorio».
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Inserito su www.storiainrete.com il 19 dicembre 2011
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