di Manlio Triggiani da Il Barbadillo del 21 aprile 2024
Pat Garrett e Billy the kid non è solo una narrazione del Far West, ma una storia di banditi e poliziotti assurta a mitologia statunitense tanto che libri, canzoni e film si sono susseguiti nel diffonderla. Di particolare importanza la trasposizione cinematografica realizzata nel 1973 da Sam Peckinpah con un cast di attori notevole e una colonna sonora scritta da Bob Dylan.
Per molti adolescenti fu il racconto di una vita avvenutrosa, di una mitizzazione della lotta fra male e bene nel Far West, fra legalità e criminalità.
Fra i tanti libri scritti su questa storia, forse proprio il resoconto reso dall’autore della cattura e uccisione di Billy the kid, cioè lo sceriffo Pat Garrett, è quello più vicino alla realtà e, in ogni caso, rappresenta la versione ufficiale. Ora, per la prima volta, il libro viene pubblicato in italiano dalla casa editrice Lorenzo de’ Medici Press, nella traduzione di Aldo Setaioli, con il titolo L’autentica vita di Billy the kid.
Garrett fu eletto sceriffo della contea di Lincoln, nel Nuovo Messico, nel 1880, all’età di trent’anni. Divenne ben presto Deputy Us Marshal (agente federale aggiunto) nomina che gli consentiva di inseguire i criminali anche al di fuori del proprio Stato. Insomma, un superpoliziotto al quale fu affidato il compito di rintracciare, arrestare e – se necessario – anche uccidere il bandito Billy the kid ovunque fosse. Diciamola tutta: Pat Garrett non era proprio uno stinco di santo, parlare di lotta fra Bene e Male era un po’ difficle se nella vicenda c’era lui. Cacciatore di bufali nel Texas, nel 1876 uccise un uomo con il quale aveva ingaggiato una colluttazione. La lotta fu dura ma Garrett riuscì a salvarsi uccidendo l’aggressore. Si consegnò alla polizia ma non fu condannato. Si trasferì nel Nuovo Messico, a Fort Sumner, dove lavorò come barista e poi mandriano per conto di Pedro Maxwell. Proprio nella casa di quest’ultimo avrebbe in seguito ucciso Billy the kid. In precedenza i due si conoscevano e si erano anche frequentati e, pare, avevano effettuato insieme razzie di bestiame. Garrett volle pubblicare questo libro forse per far tacere le voci secondo le quali avrebbe ucciso a tradimento Billy the kid, o forse anche per guadagnare qualcosa di più della taglia che aveva riscosso dalle autorità. Non essendo propriamente un uomo di lettere, Garrett per scrivere il libro si rivolse a un amico, il giornalista Ash Upson che, mutando lo stile di scrittura di capitolo in capitolo, seppe dare al testo un ritmo avvincente che garantì al libro un grande successo. Garrett volle dividere gli introiti dalle vendite con l’amico giornalista.
Nella narrazione lo sceriffo non risparmia critiche anche aspre a sceriffi di altre contee e a Billy the kid. Secondo alcuni autori Billy the kid era un ragazzo senza regole, bestemmiatore, non rispettava alcuna legge del vivere civile, era uno sconsiderato ma in fondo non era malvagio, era però uno che ai suoi tempi veniva definito peccatore dai preti. Una serie di circostanze e di compagnie lo spinsero ad abbracciare la carriera criminale. Pat Garrett e Billy the kid furono così consegnati alla storia. La letteratura e il cinema ne fecero un mito. Garrett morì, nel 1908, in un agguato. Non è stato mai individuato l’autore dell’esecuzione.
Pat Garrett, L’autentica vita di Billy the Kid, Lorenzo de’ Medici Press, pagg. 173, euro 15.00; traduzione di Aldo Setaioli.