Oltre venti milioni di dollari spesi dal governo degli Stati Uniti per provvedere ad assistenza di tipo previdenziale di oltre 130 persone sospettate di essere criminali nazisti riusciti comunque a passare indisturbati tra le maglie della burocrazia americana installandosi nel Paese, alcuni da diversi decenni. Lo rivela un rapporto che verrà diffuso a giorni e di cui l’Associated Press ha preso visione.
dal Corriere della Sera online del 1° giugno 2015
Verifiche su attività previdenziali
Si è giunti a tali conclusioni proprio in seguito ad un’inchiesta dell’Ap che ha innescato le verifiche dell’ente di controllo sulle attività previdenziali con la comparazione di informazioni provenienti da più fonti e da diverse agenzie federali americane, per arrivare a tracciare una «mappa» dai tratti inaspettati con una «utenza» oltre le aspettative di persone che si sospetta abbiano fatto parte delle SS, che si siano macchiati di crimini nazisti o che comunque abbiano partecipato o alle atrocità commesse dal Terzo Reich durante la Seconda Guerra Mondiale: tutti nella lista degli individui che ricevono o hanno ricevuto sussidi e benefit negli Stati Uniti dal febbraio 1962 e fino al gennaio 2015 quando è entrata in vigore il «No Social Security for Nazis Act», testo che ha posto fine al pagamento della pensione per quattro specifici casi.
Documento senza precedenti
Si tratta quindi di un documento senza precedenti, che non indica nomi e cognomi, ma svela la dimensione di una realtà non così lontana nel tempo ma che spesso sfugge all’osservazione, come l’arrivo negli Stati Uniti di migliaia di ex nazisti – fino a 10mila secondo alcuni calcoli – con diversi tra loro che avevano mentito sulla provenienza e alcuni che erano così anche riusciti ad ottenere la nazionalità americana.
Autorità Usa impreparate
Del resto le autorità americane non erano attrezzate, almeno non in un primo momento: risale solo al 1979 la creazione di una «unità speciale anti-nazista’» nell’ambito del dipartimento di Giustizia. Non è tutto: vi è anche il sospetto che proprio l’«incentivo» previdenziale sia stato in alcune occasioni utilizzato di fatto per espellere, senza sollevare troppa polvere, alcuni degli individui sospettati di essersi macchiati di quei crimini di guerra, offrendo in sostanza la possibilità di mantenere i «sussidi» se lasciavano volontariamente il Paese -o se riuscivano a fuggire- prima di essere espulsi.
Il sospetto: incentivi per lasciare gli Usa
Il dipartimento di Giustizia respinge l’ipotesi di questa «prassi», restano tuttavia le cifre che risultano di certo sproporzionate rispetto alla entità del fenomeno così come fino ad ora è stato percepito. Secondo i documenti analizzati, fino al marzo 1999 erano stati 28 i sospetti criminali nazisti che avevano usufruito in totale di 1,5 milioni di dollari in assistenza previdenziale dopo essere stati rimossi dal suolo americano. Da allora la Ap calcola che la somma è cresciuta in maniera sostanziale .