Finalmente, ed era giunto davvero il momento, la ricerca e l’indagine storica hanno superato, accantonato e dimenticato le interpretazioni, socialiste e pacifiste della guerra 1915 – 1918.
di Vincenzo Pacifici da del 27 ottobre 2016
L’Esercito Italiano e il Ministero delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale Belle Arti e Paesaggio, in collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste, con l’Istituto di Studi Politici “San Pio V” di Roma e con l’Istituto per il Pensiero Liberale Internazionale sono i promotori della conferenza internazionale “La Guerra di Cadorna 1915 – 1917”, che si svolgerà presso l’Università di Trieste dal 2 al 4 novembre prossimi. L’obiettivo della conferenza è quello di analizzare le vicende politiche, militari e diplomatiche che hanno coinvolto l’Italia nel primo conflitto bellico, quando l’Esercito era guidato dal Capo di Stato Maggiore generale Luigi Cadorna.
Attraverso un approccio multidisciplinare e grazie a sensibilità diverse, si ricostruiranno le vicende politiche ed economiche della guerra, la mobilitazione industriale e quella patriottica e, nel contempo, si analizzeranno le principali operazioni militari sul fronte italiano e le questioni diplomatiche che si svilupparono in questa fase del conflitto. Ben 42 sono le relazioni previste.
In tal modo la complessità del conflitto sarà nelle sue molteplici sfaccettature da cattedratici italiani, da docenti universitari e da giovani ricercatori, che offriranno la possibilità di riflettere e di rileggere, con prospettive nuove, la guerra nello scacchiere italiano.
L’attenzione degli studiosi non italiani si è manifestato, in forme credibili, attendibili e ben informate, nel corso del precedente convegno svoltosi nel dicembre 2014, di cui si è già parlato su queste colonne, in occasione della presentazione degli “Atti”. Il titolo “L’Italia neutrale 1914 – 1915”, con le sue 603 pagine, confuta la marginalizzazione quasi totale inflitta alla nostra nazione dall’inglese Max Hastings nel volume “Catastrofe 1914. L’Europa in guerra”, pubblicato nel 2013. Nelle 795 pagine hanno l’onore di essere segnalati, tra i nostri connazionali, 1 volta Luigi Albertini, Benedetto XV, Cadorna e, incredibilmente, 2 volte Vittorio Emanuele III. Nella seconda (p.169) si parla, non senza maliziosi retropensieri, dell’Italia, accusata di tradimento per la sua scelta neutralista.