Delle colpe di Togliatti, detto Il Migliore dai suoi compagni, si sa ormai tutto o quasi. Ne ricorda alcune meno note Romano Pietrosanti nella recente biografia dedicata a Imre Nagy (Le Monnier), capo del governo ungherese dopo la rivolta libertaria del 1956 repressa nel sangue dai sovietici. Il 30 ottobre di quell’anno, il leader comunista italiano scriveva al Comitato centrale del PCUS invitando i sovietici, che erano divisi sulla opportunità di proseguire nell’occupazione, a non desistere per non compromettere l’unità del movimento comunista. Non solo.
Un anno dopo la vita di Nagy era ormai in pericolo. Il 10 novembre del 1957 sempre Togliatti, incontrando a Mosca Jànos Kàdàr, nuovo capo del governo ungherese filosovietico, non spese una parola per la sua salvezza. Chiese solo che l’esecuzione avvenisse dopo le elezioni italiane del 25 maggio dell’anno successivo. Richiesta soddisfatta. Nagy fu giustiziato il 16 giugno del 1958. Come rifiutare un piacere al Migliore?
di Aldo G. Ricci per Storia in Rete