di Aurelio Musi da «Corriere della Sera» – La nostra storia del 22 novembre 2023
Donne protagoniste di storia: non solo regine, spose di re, reggenti, sante, ma anche soggetti capaci di intessere strategie matrimoniali, relazioni e interconnessioni fra Stati italiani divisi o uniti sotto una dinastia imperiale, quella degli Asburgo. Donne del Rinascimento: come Susanna Gonzaga, moglie di Pietro Cardona conte di Collesano, un nobile siciliano di autorevole lignaggio attempato e già vedovo, che consente a Susanna di introdurre in Sicilia la dinastia mantovana; assume la direzione del casato dopo la morte del marito; intesse una rete familiare di alleanze tra i Cardona di Sicilia e di Napoli, con i del Balzo, gli Avalos, i Sanseverino, gli Acquaviva, i Villamarino; prigioniera dei turchi nel 1528, poi liberata e partecipe, insieme con la figlia Antonia, dotata di una magnifica voce, ai ricevimenti in onore di Carlo V durante la sua visita a Napoli nel 1536; protagonista del circolo di intellettuali umanisti del calibro di Bembo, Bandello, Sannazaro.
E’ questa la storia narrata nel libro di Lina Scalisi, Potere e sentimento. Strategie matrimoniali nel Rinascimento italiano, Edizioni di Storia e Letteratura. Libera dai condizionamenti ideologici della “gender history”, la Scalisi si muove a suo agio negli archivi della corte mantovana dei Gonzaga, “partendo dalla considerazione che quel mondo femminile va esaminato non con le categorie del presente, ma con quelle del tempo in cui ebbero luogo le vicende narrate, e quindi senza forzature, ma facendo riemergere dalla nebbia del passato personaggi che furono centrali nelle storie familiari e nella storia generale del loro tempo e che solo l’appiattimento su di una storiografia fondata sugli uomini ha fatto scomparire” (p. 9).
L’autrice mette a fuoco il ruolo che donne come Susanna Gonzaga assumono nella configurazione di accordi per la discendenza nelle scelte diplomatiche della nobiltà meridionale, alla ricerca di un rinnovato rapporto con l’imperatore per il governo del territorio. L’angolazione, la scelta del punto di vista risultano pertanto particolarmente utili a illuminare la fase di transizione da Ferdinando il Cattolico a Carlo V e il difficile passaggio verso il consolidamento dell’egemonia carolina nei territori spagnoli di Napoli, di Sicilia e del Ducato di Milano.
Due sono i protagonisti di questo passaggio: Ferrante Gonzaga, prima viceré di Sicilia poi governatore di Milano, e Pedro de Toledo, viceré di Napoli tra il 1532 e il 1553. Due vite quasi parallele, due personalità di statisti che mettono a punto, fra non poche difficoltà e conflitti con i ceti territoriali, un’esperienza-pilota di progetto assolutistico promosso nei domini italiani dall’imperatore Carlo V. Ed è un peccato che sia presa in considerazione dalla Scalisi solo l’esperienza vicereale del Gonzaga e non pure quella, per certi versi simile, del Toledo.
A condizionare intrecci, progetti e fallimenti delle personalità femminili ritratte dall’autrice sono sia le vicende familiari private, i lutti e la perdita di due figli nel caso di Susanna, sia le alleanze e i conflitti che si sviluppano soprattutto nella successione di Filippo II a Carlo V, attraverso composizioni e scomposizioni di partiti e fazioni. Susanna, “la giovane dama giunta in Sicilia dalle valli lombarde”, si trasforma così “nella signora in nero delle Madonie che, racchiusa nei suoi feudi, iniziò a lasciare le sue terre sempre più raramente” (p. 43).
In sostanza la storia di queste donne resta, nonostante tutti gli sforzi di ricostruirne il protagonismo, una storia dipendente. Il casato di Susanna si rafforza grazie all’adesione del conte di Collesano, spesso lontano dal regno di Sicilia, all’imperatore. E proprio questa condizione originaria consente alla moglie del Cardona di stringere importanti accordi matrimoniali con i Pignatelli e con gli Aragona. Poi sarà Ferrante Gonzaga, per il quale la Sicilia costituiva solo una tappa della sua carriera proiettata verso Milano, a condizionare il destino di Susanna e delle altre dame a lei collegate: un destino di ripiegamento da élite transnazionali a élite locali, “con una prospettiva più legata alla difesa dei propri familiari e sodali e al governo economico dei territori” (p. 96).
E allora, forse, per tornare al titolo di questo libro, è il caso di ricordare che l’intreccio tra potere e sentimento nella donna sempre si dimostra assai più complicato e più pieno di insidie rispetto a quello dell’uomo.