Se pensavate di aver già visto abbastanza ne “Il trono di spade” potrete ricredervi leggendo dei fatti accaduti realmente nel corso della storia britannica. Sanguinolenti quanto basta, i fatti portano alla mente alcuni degli eventi di “Game of Thrones” che hanno lasciato il pubblico a bocca aperta.
di Elide Messineo da del 30 aprile – 6 maggio 2016
Il ciclo di romanzi di George R. R. Martin sicuramente è pieno di spunti presi dalla storia, alcuni fatti sono davvero molto simili a quelli narrati dall’autore e ancora meglio nella serie tv-fenomeno, tornata con la sesta stagione.
Le nozze rosse
Nozze movimentate, mentre buona parte dei personaggi più amati dal pubblico festeggiava, il Re del Nord Robb Stark, sua madre Catelyn Stark e la maggior parte dei suoi 3500 alfieri vengono assassinati. La versione reale risale al 1440 ed ha avuto luogo in Scozia, si tratta della Black Dinner (letteralmente La cena nera): all’epoca il clan dei Douglas era visto come una minaccia, Giacomo II di Scozia aveva solo dieci anni e un futuro radioso davanti come sanguinario: fece invitare il sedicenne William Douglas e il fratello David. I due si aspettavano divertimento al castello di Edimburgo e invece dopo cena gli uomini del re piazzarono una testa di toro sul tavolo, chiaro messaggio di massacro imminente. Poco dopo i due fratelli furono portati fuori dal castello e decapitati.
Lannister contro Stark
La battaglia tra le due casate ha seminato abbastanza violenza ma mai come la Guerra delle due Rose tra i Lancaster e gli York, avvenuta in Inghilterra tra il 1455 e il 1487. Fu una delle battaglie più lunghe e sofferte, con l’apice della violenza raggiunto durante la battaglia di Wakefield, nello Yorkshire, che vide la morte di numerose persone del clan York, incluso il loro leader Riccardo. Dopo la battaglia suo figlio Edmondo fu pugnalato, la sua testa e quella del padre furono portate in giro dai Lancaster trionfatori. Non contenti, misero una corona di carta e paglia sulla testa di Riccardo in seguito apposta sulle porte di York.
Joffrey
Frutto di un incesto, Re Jeffrey è uno dei personaggi più crudeli dell’intera saga: capriccioso e ormai fuori controllo viene a stento sopportato dai suoi sudditi, che organizzano una sommossa popolare nel tentativo di liberarsene. Ricorda molto la figura di Edoardo di Lancaster (uno dei membri del clan di cui sopra): unico figlio di Enrico VI d’Inghilterra e della consorte Margherita d’Angiò, di lui si dice fosse frutto di una relazione tra la regina e Edmund Beaufort. A soli 13 anni si divertiva a tagliare teste, attaccare i suoi amici con la spada, la lancia o altre armi per puro divertimento e, ovviamente, andare in guerra.
Il muro
Il grande muro di ghiaccio che separa il mondo degli uomini dalle terre dell’Eterno inverno è stato paragonato al Vallo di Adriano costruito nel 122 d.C. per separare l’Inghilterra dai barbari dell’attuale Scozia (i Pitti). Nell’inverno del 367 dei soldati romani fecero attraversare il confine ad alcune tribù del Nord che presero d’assalto i villaggi, saccheggiandoli, stuprando le donne e uccidendo chiunque intralciasse il loro cammino.
La guerra dei cinque Re
Durante questo lungo conflitto, combattuto su più fronti, cinque diversi uomini rivendicarono il titolo di re: Joffrey Baratheon, Stannis Baratheon, Renley Baratheon, Robb Stark e Balon Greyjoy. Tantissimi morti a causa della guerra e della fame, invasioni, razzie, tutti gli ingredienti per una tragedia perfetta. Questa lunga e sanguinosa battaglia ricorda la famigerata Guerra dei Cent’anni avvenuta tra il dal 1337 al 1453 tra il Regno d’Inghilterra e quello di Francia. Durante questo periodo ci furono solo brevi tregue, la fine della Guerra dei Cent’anni segna la fine del Medioevo e l’inizio della storia moderna. In quest’arco di tempo ci furono la Guerra dei Lancaster, Giovanna d’Arco, l’introduzione di nuove armi da guerra, anche da fuoco e ovviamente devastazione dei territori, saccheggi, tantissimi morti e un notevole impoverimento per la Francia.
I temibili Dothraki
Il popolo nomade inventato da George R. R. Martin nella fortunata saga delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco” è brutale: per loro stupri, omicidi e violenza sono all’ordine del giorno. Descritti come persone dai capelli corvini, occhi a mandorla e la pelle color rame, ricordano moltissimo i mongoli, che seminarono il terrore in Europa e in Asia tra il XIII e il XIV secolo. Le loro invasioni vengono ricordate spiacevolmente, si narra che al loro arrivo in Cina le strade erano cosparse delle carni e del grasso delle loro vittime. Se rimaneva qualche sopravvissuto, era soltanto perché incaricato di diffondere un unico messaggio: “I mongoli stanno arrivando”. Le invasioni barbariche più celebri sono quelle che vedono a capo il famigerato Gengis Khan.
Il Re Folle Aerys
Il nome dice già molte cose: inizialmente re amatissimo perché capace di portare la pace nei Sette Regni, Aerys impazzisce dopo un periodo di prigionia, diventa un assassino e un piromane colpito da una malattia misteriosa che lo fa sembrare molto vecchio, a dispetto della sua giovane età. La sua storia ricorda molto da vicino quella di Carlo VI di Francia, anche lui definito “il folle” dopo essere stato il “beneamato” (chi vi ricorda?), soffriva di evidenti disturbi mentali. Aerys amava vedere le persone bruciare, Carlo VI di Francia è passato alla storia anche con il cosiddetto Ballo degli Ardenti, durante il quale suo fratello diede fuoco a uno dei danzatori. Anche Carlo VI stava ballando, quattro uomini persero la vita mentre lui fu salvato dalla Duchessa di Berry. Le sue psicosi si aggravavano e Carlo fu colpito da una malattia misteriosa che gli provocò la caduta di tutti i denti e i capelli. I suoi deliri erano ormai noti in tutto il regno, a un certo punto fu convinto di essere di vetro e decise di indossare delle stecche di ferro nei suoi vestiti per evitare di rompersi.
I bruti cannibali
Famosi come Bruti ma anche come Popolo Libero, fanno parte dei popoli selvaggi de “Il trono di spade” e come gli altri vivono a Nord della Barriera. Stupratori, ladri e assassini, almeno per quel che riguarda la parte più selvaggia del clan. Se si parla di clan viene subito in mente la Scozia, nel XVI secolo c’era quello capitanato da Alexander “Sawney” Bean, noto per i suoi atti di cannibalismo e giustiziato per aver ucciso migliaia (!) di persone. La storia oscilla tra realtà e leggenda, si dice che una volta trovata la sua anima gemella, Alexander andò a vivere in una caverna e che il clan fosse composto da altre 48 persone: i due ebbero 14 figli e 32 nipoti, il miglior metodo di procreazione era l’incesto. Nascosto tra i cespugli, assaltava i passanti per ucciderli, bere il loro sangue, derubarli e mangiarli, tenendo le parti di corpo avanzate in salamoia.