Da campione della dissidenza ai tempi dell’Urss a materia d’obbligo scolastico nella Russia putiniana: é la singolare parabola di Aleksandr Solgenitsin, il Premio Nobel per la letteratura autore di Arcipelago Gulag, la monumentale denuncia delle atrocità dei campi di sterminio staliniani che ora diventerà testo obbligatorio in tutte le scuole secondarie del Paese. I difensori dei diritti umani plaudono perché si tratta di una significativa svolta culturale in un Paese che tende a rimuovere i crimini staliniani o a riabilitare la figura del dittatore, come testimoniano recenti manuali di storia ispirati dall’entourage del Cremlino nell’ultima fase della presidenza di Vladimir Putin.
Di Claudio Salvalaggio da ANSA
Ma l’introduzione tra i banchi di scuola della più famosa e sconvolgente opera di Solgenitsin, anche se annunciata dal ministro della pubblica istruzione Andrei Fursenko, è stata voluta dallo stesso Putin, come ha rivelato la vedova dello scrittore, Natalia, per la quale si tratta di un “avvenimento grande, sostanziale e significativo”. Con questa iniziativa il premier sembra aver intrapreso un prudente percorso critico nei confronti di Stalin, di cui recentemente ha anche condannato il patto di non aggressione sovietico-tedesco Molotov-Ribbentrop, definendolo “immorale”. Putin, ex capo dell’Fsb, l’erede di quel Kgb che perseguitò Solgenitsin, rese omaggio allo scrittore visitandolo nella sua dacia alle porte di Mosca, prima che morisse un anno fa. Ne elogiò la figura e le opere, compreso quel nazionalismo patriottico che tanto bene si sposa con la sua linea politica. In ogni caso l’incontro segnò la definitiva riconciliazione del cantore del Gulag con il suo Paese. Soddisfatti i difensori dei diritti umani: “servirà anche alla causa della destalinizzazione”, ha osservato il responsabile dell’ong Memorial Arseni Roghinski, che ha tuttavia espresso dubbi sulla preparazione degli insegnanti per lavorare con un’opera simile. Roghinski ha inoltre suggerito di rafforzare il processo di destalinizzazione diffondendo tra gli studenti anche la lettura di altri autori, come Varlam Shalamov (I racconti di Kolima), Ievghenia Ginzburg (Memorie), Anatoli Zhiguli. Nella lista dei testi obbligatori delle scuole russe figurano già altre due opere più brevi di Solgenitsin: Una giornata di Ivan Denisovic – che descrive la giornata di un detenuto in un Gulag – e il racconto La casa di Matriona. Ma Arcipelago Gulag ha ben altra valenza simbolica, essendo stata la pietra di uno scandalo internazionale: dopo la sua pubblicazione all’estero, nel 1974, l’autore, che nel dopoguerra aveva passato undici anni in un lager per una allusione a Stalin in una sua lettera, fu espulso dall’Urss brezneviana. Trattandosi di un’opera monumentale in tre volumi, gli studenti non saranno tenuti ad una lettura integrale ma allo studio di un’antologia di un solo volume che sarà redatta dalla stessa vedova e adottata dopo l’approvazione degli esperti. “Sarà un passo verso la soluzione di un problema che preoccupa la nostra società e che è legato ai tentativi di capire il proprio passato”, ha osservato Natalia Solgenitsina. Un tentativo spesso ostacolato da uno stalinismo strisciante, latente, se la maggioranza dei russi tende a considerare Stalin in chiave positiva, come il modernizzatore dell’Urss e il trionfatore della seconda guerra mondiale. Rimuovendo gulag, purghe e terrore.