Roger Waters: La II Guerra Mondiale? Terribile, ma necessaria. Ma tutte le altre guerre sono strumentalizzate. Roger Waters, già fra i fondatori dei Pink Floyd e dal 1983 apprezzato solista, autore del celeberrimo “The Wall”, è venuto in Italia per inaugurare un monumento a suo padre, Eric Fletcher Waters, caduto dell’8th Royal Fusiliers durante lo sbarco di Anzio il 18 febbraio del 1944, quando Roger aveva solo 5 mesi.
Waters, tra le varie iniziative, si è recato al fosso della Moletta, nei pressi di Aprilia, dove suo padre cadde in battaglia contro una unità corazzata tedesca. Il luogo esatto dove morì Eric Fletcher Waters – la cui fine viene ricostruita nel film “The Wall”, durante il toccante brano “When the tigers broke free” – è stato rintracciato grazie alle ricerche del veterano britannico Harry Shindler, arrivato in Italia nello sbarco di Anzio e rimastovi dopo la fine della campagna alleata, dedicando tutti questi decenni alla ricerca dei dispersi di entrambi gli schieramenti. Al termine della cerimonia Waters ha partecipato a una conferenza stampa in cui ha risposto alle domande dei cronisti, compresi gli inviati di “Storia in Rete”.
“Lei ha scritto versi che indiscutibilmente condannano qualsiasi forma di guerra, – ha chiesto “Storia in Rete” al musicista – e i poteri economici dietro ad esse. Tuttavia l’Inghilterra dovette combattere prima sul suo suolo per respingere bombardieri, bombe volanti e una possibile invasione, e poi in mezza Europa, passando dalla difensiva all’offensiva. Esiste una forma di guerra che Lei potrebbe accettare come “legittima”? Potrebbe lei accettare una “giusta causa” per una guerra?”. La risposta di Waters, molto articolata, ha evidenziato come il combattere una guerra puramente difensiva non era possibile, per l’Inghilterra, in un contesto come la Seconda guerra mondiale e con un nemico come la Germania nazista: per sconfiggerla è stato necessario combattere dappertutto in Europa. Viceversa, attualmente – ha continuato Waters – il mondo sta letteralmente abboccando alla grande “tesi del terrorismo” che gli USA spacciano agli alleati e usano come giustificazione per qualsiasi loro azione geopolitica. “Usando la psicosi del terrorismo” specifica Waters, “gli USA vogliono che tutto il mondo occidentale si consideri in uno stato di “guerra permanente”, una cosa a mio parere ridicola!”.
Infine, l’artista ha messo in guardia su quanto accade in Siria, considerando che pur non essendo Assad sicuramente un santo, la pressione internazionale a cui è sottoposto non intende certo curare l’incolumità del popolo siriano, quanto piuttosto nasconde la volontà di aumentare l’egemonia americana e occidentale nella regione. Interessante, in altre risposte, anche il riferimento alla militanza politica del padre, obiettore di coscenza e iscritto al partito comunista inglese (anche se la traduttrice ha inspiegabilmente sostituito “comunista” con “laburista”). Fin quando, nel ’41, non si rese conto che era una guerra di sopravvivenza della sua nazione, decidendo di arruolarsi. “Sono molto orgoglioso di mio padre” ha concluso Waters “E’ caduto combattendo perché convinto di partecipare a una causa nobile. Ma le cause, se vengono strumentalizzate, non sono più nobili”. L’artista non si è soffermato, nonostante le domande in tal senso, sulle polemiche con cui è stato recentemente bersagliato a causa dei contenuti visivi delle sue ultime rappresentazioni.
Altrettanto interessante l’aspra critica rivolta dal veterano Harry Shindler contro il Comando Alleato delle operazioni dello sbarco di Anzio-Nettuno: ha senza mezzi termini condannato l’intera pianificazione, preparazione e applicazione di una così delicata operazione, sostenendo vigorosamente che “i generali hanno malamente sprecato più di 100.000 vite alleate”.