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Rievocare in grande: 150 anni fa la battaglia di Gettysburg

Il primo luglio del 1863, durante la Guerra civile americana, le avanguardie dell’esercito del nord e del sud si incontrarono a Gettysburg, un piccolo paesino a circa un centinaio di chilometri da Washington. Prima che i generali se ne rendessero conto, una scaramuccia si trasformò nella battaglia più sanguinosa di tutta la guerra civile. Durò tre giorni ed è considerata il punto di svolta della guerra. La sconfitta subita dall’esercito del sud, guidato dal generale Robert E. Lee, rappresentò la fine delle sue speranze di vittoria.

di Davide Maria De Luca da IL POST del 1 luglio 2013 Il Post

La battaglia di Gettysburg è uno dei momenti più ricordati e citati della storia americana. Il 150° anniversario della battaglia sarà ricordato da due rievocazioni storiche. La prima si è conclusa domenica 30 giugno e hanno partecipato più di 12 mila appassionati. La seconda comincerà giovedì 4 luglio e terminerà domenica 7.

(FOTO DA IL POST)

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Gettysburg fu la battaglia più sanguinosa della guerra civile e una delle più sanguinose della storia americana. Tra morti, feriti, dispersi e prigionieri furono coinvolte più di 46 mila persone. I morti accertati furono quasi ottomila. Gli storici non sono concordi sull’effetto che la battaglia ebbe direttamente sull’esito della guerra, che dopo Gettysburg durò quasi altri due anni. La sconfitta del sud non fu completa e il generale Lee riuscì a riportare in Virginia il suo esercito quasi intatto. Dopo Gettysburg, però, il sud non riuscì più a riprendere l’offensiva e dovette subire l’iniziativa del nord.
Negli anni successivi, quando si affermò la tesi per cui Gettysburg era stato il vero punto di svolta della guerra, il mito crebbe fino a diventare il simbolo dell’intera guerra civile. Il campo di Gettybsurg oggi è un santuario storico conservato in ogni dettaglio. Statue e placche celebrano i momenti salienti della battaglia: dal cippo che ricorda il primo sparo della battaglia la mattina del primo luglio, al monumento sul Cemetery Ridge che ricorda la Carica di Pickett.
Ma già all’epoca, quando la guerra era ancora incerta, il gran numero di morti e feriti aveva consegnato a Gettysburg un posto speciale nella storia americana. Il presidente dell’Unione Abraham Lincoln scelse Gettysburg per tenere uno dei suoi più famosi discorsi (forse uno dei più celebri discorsi politici di sempre), quello che comincia con le parole «Or sono sedici lustri e sette anni…». Il discorso, tenuto nel pomeriggio di giovedì 19 novembre 1863, ridefinì lo scopo della guerra: da una lotta per riportare nell’Unione gli stati ribelli, nelle parole di Lincoln, la guerra divenne uno sforzo per rifondare la nazione americana sui principi della Dichiarazione di Indipendenza, come l’eguaglianza per tutti i suoi cittadini.

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La guerra civile americana cominciò il 12 aprile del 1861, quando la milizia del South Carolina, uno stato che aveva già dichiarato la secessione dall’Unione, bombardò Fort Sumter, una fortezza nella baia di Charleston presidiata da una guarnigione fedele al governo federale. Gli scontri veri e propri cominciarono poche settimane dopo, quando la Confederazione e l’Unione ebbero il tempo di chiamare alle armi decine di migliaia di volontari (all’inizio della guerra l’esercito americano contava appena 16 mila soldati e un migliaio di ufficiali).
L’Unione aveva una popolazione maggiore, un’industria più consistente e una marina più forte. Di fatto per quasi tutta la guerra il sud fu bloccato e isolato dal resto del mondo, mentre il cotone, la sua principale risorsa economica, rimaneva bloccato nei porti stretti nell’assedio della flotta nordista. Nonostante questi vantaggi, i primi anni di guerra furono molto difficili per l’Unione. In particolare a est, tra Virginia settentrionale e Pennsylvania, dove le due capitali Richmond e Washington distavano poche centinaia di chilometri, gli eserciti del sud guidati dal generale Robert E. Lee ottennero numerose vittorie e il sud riuscì diverse volte ad attaccare verso nord – anche se non riuscì mai a marciare su Washington.
Nella primavera del 1863, a due anni dall’inizio della guerra, il generale Lee decise di anticipare la probabile offensiva dell’esercito nordista, l’armata del Potomac, attaccando per primo ed entrando nuovamente nel territorio del nord. Con la sua armata di circa 80 mila uomini oltrepassò il fiume Potomac, che segnava il confine tra nord e sud. Dopo essersi inseguiti per qualche settimana, i due eserciti si incontrarono, quasi per caso, a Gettysburg.

All’epoca della guerra civile, nonostante i cambiamenti tecnologici, gli eserciti combattevano ancora con le tattiche che si usavano ai tempi di Napoleone, cinquant’anni prima. I soldati indossavano divise colorate, ma che non erano molti utili a mimetizzarli nell’ambiente. D’altro canto la mimetizzazione non serviva granché, visto che i soldati non facevano molto per nascondersi.
Le truppe marciavano in massicce colonne e quando si arrivava al momento dello scontro si disponevano in lunghe file, profonde due o tre uomini. In testa ai reggimenti marciavano gli alfieri con le bandiere e spesso la marcia era accompagnata da tamburini o bande musicali. Gli scontri avvenivano spesso a poche centinaia, e a volte decine, di metri di distanza. Gli uomini restavano in piedi, gli uni davanti agli altri, e si sparavano a una distanza alla quale spesso era possibile guardarsi in faccia.
Come ai tempi di Napoleone, erano ancora abbastanza frequenti gli scontri corpo a corpo con baionette, spade e coltelli o usando i fucili come mazze. Quando la situazione della battaglia sembra favorevole a un assalto, per esempio perché la formazione nemica era orientata nel senso sbagliato, perché stava ricaricando le sue armi o sembrava sul punto di cedere, gli ufficiali ordinavano di “inastare” la baionetta – una lama lunga una trentina di centimetri con una ghiera per infilarla intorno alla canna del moschetto – e guidavano l’assalto. A volte infilavano il cappello sulla sciabola e lo agitavano in aria, per far capire agli uomini in quale direzione dovevano muoversi.

Questi aspetti della guerra erano simili a quelli di cinquant’anni prima, ma le armi erano cambiate e avevano reso ognuna di queste azioni molto più pericolosa e letale. All’epoca di Napoleone si combatteva con fucili ad avancarica ad anima liscia: l’interno della canna, insomma, era liscio come un tubo. Si trattava di armi con cui era sostanzialmente impossibile colpire un singolo bersaglio oltre i 60 metri, mentre si poteva sperare di colpire una grossa formazione nemica non oltre i 90 metri. Spesso, dopo pochi minuti, il fumo generato dalle fucilate rendeva impossibile vedere a pochi passi di distanza.
Durante la Guerra civile americana il fucile era diventato però un’arma molto più precisa e letale. Le canne delle armi erano rigate: all’interno avevano delle scanalature a forma di spirale, che imprimevano al proiettile una rotazione che lo rendeva molto più preciso. Questa e altre innovazioni avevano reso le armi a canna rigata letali fino a un chilometro e mezzo. Colpire qualcosa a quella distanza era impossibile, ma un soldato ben addestrato poteva mettere a segno un centro anche a 300 metri di distanza, mentre grosse formazioni compatte di soldati potevano essere colpite a più di 400 metri di distanza. Le palle sparate da queste armi erano più grandi di quelle utilizzate dalle armi portatili di oggi – più simili ai proiettili delle grosse mitragliatrici. Le palle, fuse in piombo, all’impatto con le ossa o altre parti dure del corpo umano tendevano a rompersi, causando ferite estese e terribili da vedere.
Queste armi più moderne erano comunque ad avancarica, cioè andavano caricate inserendo la polvere da sparo nella sommità della canna, seguita dalla palla di piombo, da una stoppa per poi pressare tutto con una bacchetta di ferro. Questa operazione era molto più agile da compiere in piedi, uno dei motivi per cui si combatteva ancora incolonnati o in lunghe file come ai tempi di Napoleone e non invece in ordine sparso, inginocchiati o sdraiati dietro i ripari offerti dal terreno.

Il primo luglio 1863 le avanguardie dei due eserciti si incontrarono per caso intorno al villaggio di Gettysburg. Il comandante sudista, convinto di avere davanti pochi soldati, decise di attaccare, nonostante Lee avesse ordinato di evitare di dare battaglia fino a che tutto l’esercito non fosse stato concentrato. Per tutto il primo giorno i rinforzi di entrambe le parti affluirono sul luogo dello scontro, fino a che, la mattina del 2 luglio, entrambi gli eserciti si trovarono schierati uno di fronte all’altro.
Il generale George Meade, dell’Unione, aveva al comando circa 90 mila uomini, ma si trattava in buona parte di volontari arruolati da poco. Inoltre, visto che occupava il terreno più vantaggioso, decise di schierarsi in posizione di difesa, attendendo l’attacco dei sudisti. Il generale Lee aveva al comando circa 70 mila uomini, tra cui molti veterani delle sue precedenti campagne.
Il secondo giorno trascorse in una serie di tentativi da parte dell’esercito di Lee di aggirare i fianchi del nemico. Per quanto con gravi perdite, Meade riuscì a respingere tutti gli attacchi fino a che l’arrivo del buio interruppe gli scontri. Il terzo giorno fu quello decisivo. Lee radunò tutti i suoi migliori uomini e gran parte dei suoi cannoni per lanciare quello che doveva essere l’assalto finale. Lee riteneva che le truppe del nord fossero state logorate dai due giorni di battaglia e che il loro morale fosse molto basso. Concentrando tutte le sue migliori truppe in un assalto al settore centrale del fronte, pensava di poter finalmente causare il crollo dell’esausto esercito dell’Unione.
L’assalto, chiamato la Carica di Pickett, dal nome del generale sudista che venne assegnato per guidare l’attacco, è uno degli episodi più famosi della storia militare. Dopo il più grande bombardamento di tutta la guerra, 12.500 soldati del sud attaccarono il centro dello schieramento nordista in una località chiamata Cemetery Ridge. Meade aveva previsto l’attacco e aveva riunito i suoi uomini dietro un lungo muretto di pietra, risparmiando le munizioni dei suoi cannoni durante il bombardamento confederato per utilizzarli quando i sudisti avrebbero attaccato.
Intorno all’una di pomeriggio i soldati del sud uscirono da un bosco e iniziarono a marciare lentamente, disposti in una linea lunga 1.600 metri. Il nemico era lontano oltre un chilometro. Fin dai primi istanti i soldati di Lee furono bombardati dall’artiglieria. Per la naturale tendenza dei soldati a stringersi l’uno contro l’altro e per riempire i vuoti dei caduti, quando furono a 400 metri dai nordisti, la linea dei confederati si era ristretta a 800 metri. A quel punto cominciarono a sparare anche i fucilieri dell’Unione, causando perdite spaventose ai sudisti che marciavano ancora al passo. Soltanto pochi gruppi di confederati riuscirono ad arrivare abbastanza vicino da passare al passo di carica. Gruppi ancora più piccoli raggiunsero al muretto e impegnarono i nordisti con le baionette, ma furono tutti respinti dai rinforzi lanciati da Meade nello scontro.
In meno di un’ora la carica di Pickett venne respinta. L’unione aveva subito circa 1.500 tra morti e feriti, mentre metà dei soldati del sud impegnati nell’assalto venne uccisa, ferita o presa prigioniera. Nonostante i suoi uomini chiedessero di ripetere l’attacco, Lee decise di ritirarsi sulle colline a nord di Gettysburg. Quando arrivò la sera e divenne chiaro che Meade non intendeva attaccare a sua volta, Lee cominciò a ritirarsi. Qualche settimana dopo il suo esercito attraversò il Potomac e ritornò in Virginia.

L’importanza della battaglia di Gettysburg non fu immediatamente chiara ai contemporanei. Nel sud venne interpretata soltanto come una battuta d’arresto, mentre al nord in molti accusarono il generale Meade di non essere riuscito a distruggere l’esercito del sud. Lo stesso Lee valutò positivamente la campagna che aveva portato alla battaglia: in fondo, scrisse, era riuscito a portare l’offensiva nei territori del nord e aveva mantenuto intatta la sua armata. In realtà dopo Gettysburg il sud dovette limitarsi a reagire alla manovre degli eserciti del nord.
La perdita di tanti esperti veterani si rivelò grave per il sud e ancora più dannosa fu la perdita di quell’aria di invincibilità che aveva circondato la figura di Lee. Il giorno dopo Gettysburg, il 4 luglio, l’esercito occidentale dell’Unione prese il forte di Vicksburg, causando un altro grave colpo al sud. La guerra durò quasi altri due anni, ma agli osservatori più acuti non sfuggì che dopo la battaglia cominciata il primo luglio la Confederazione non aveva più possibilità di vittoria.
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