HomeMedio EvoRe Artù: mito o realtà? Una nuova luce sulla sua storicità

Re Artù: mito o realtà? Una nuova luce sulla sua storicità

Re Artù, figura leggendaria della tradizione britannica, è stato a lungo considerato un personaggio storico fino agli anni ’70, quando un’ondata di scetticismo ha messo in dubbio la sua esistenza. Tuttavia, un recente articolo di Bernard Mees, pubblicato il 5 giugno 2025 sulla newsletter The Age of Arthur di Substack, intitolato King Arthur and the sceptics, rivaluta le fonti storiche e sfida le tesi scettiche, sostenendo che le prime menzioni di Artù sono affidabili.

Mees si concentra sugli Annales Cambriae, le cronache gallesi del X secolo che riportano eventi risalenti al V secolo. Due voci menzionano Artù: nel 516, lo descrivono come leader dei Britanni nella vittoriosa battaglia di Badon, portando una croce per tre giorni e tre notti, mentre nel 537 registrano la sua morte nella battaglia di Camlann, insieme a un’ondata di mortalità in Britannia e Irlanda. Queste informazioni trovano riscontro in altre fonti coeve, come il sermone di San Gildas (De Excidio Britanniae), che cita la battaglia di Badon, e studi scientifici che confermano un inverno vulcanico nel 536, causa di carestie in Europa.

L’autore spiega che l’annotazione del 516, in cui Artù porta una croce “sulle spalle”, si riferisce probabilmente a una spilla decorata con una croce, accessorio comune nel V e VI secolo, come dimostrato da reperti archeologici, tra cui una spilla conservata al British Museum. La voce del 537, invece, è coerente con le cronache irlandesi che riportano una carestia nel 536. Questi elementi, secondo Mees, rendono le Annales Cambriae credibili, smentendo le critiche degli storici scettici degli anni ’70, che avrebbero sottovalutato il contesto storico e archeologico.

Lo scetticismo, spiega Mees, è nato in parte da fonti meno affidabili, come gli Annals of Ulster del XV secolo, che menzionano Artù in un contesto anacronistico, citando Uter Pendragon e la Tavola Rotonda, elementi tipici dei romanzi arturiani medievali. A differenza di queste, le cronache gallesi non presentano incongruenze evidenti e si allineano con il linguaggio e i dettagli del periodo altomedievale.

Mees conclude che gli storici hanno il compito di ricollocare Artù nella storia britannica, indagando chi fosse realmente e quali imprese abbia compiuto. La sua analisi invita a superare i pregiudizi accademici e a rivalutare il ruolo di Artù come figura storica, non solo leggendaria. Come sottolinea l’autore, “i resoconti della storia britannica antica resteranno incompleti finché ciò non sarà fatto”.

- Advertisment -

Articoli popolari