di Emanuele Mastrangelo da CulturaIdentità del 28 giugno 2024
Uno “scandalo” del XX secolo: Ezra Pound, il più grande poeta statunitense del Novecento che si professa fascista, si trasferisce in Italia e durante la Seconda guerra mondiale resta dalla parte del “nemico” fino alla fine. Come questo sia avvenuto prova a spiegarlo Fabrizio Vincenti, in “Ezra Pound ed il fascismo spiegato agli inglesi” (Eclettica edizioni, prefazione di Spartaco Pupo), che domenica 30 giugno è stato presentato nello spazio Forme d’Arte al festival Versiliana. Relatore d’eccezione Mario Bernardi Guardi, scrittore e giornalista di lungo corso e animatore del dibattito alla Versiliana.
“Ezra Pound ed il fascismo spiegato agli inglesi” parte dalla Guerra di Etiopia, quel conflitto che inimicò a Mussolini britannici e americani. Quasi a tutti, però, perché proprio in quel periodo Ezra Pound iniziò a manifestare senza peli sulla lingua la propria adesione all’ideologia mussoliniana. Vincenti ne ricostruisce i contorni grazie ad articoli inediti di Pound, scritti per il pubblico inglese e inediti finora in Italia. Vincenti, dopo quasi 90 anni porta al pubblico italiano gli scritti di Pound pubblicati prima su “The British-Italian Bulletin” e poi su “The British Union Quarterly” e “Action”, due periodici legati alla British Union of Fascists di sir Oswald Mosley.
Pound cerca di spiegare ai britannici la natura e le ragioni del regime italiano, prendendo sistematicamente le difese dell’Italia e del Fascismo mussoliniano di fronte al pubblico britannico. Una pagina poco conosciuta e che anticipa nel tempo le sue scelte durante la guerra che sarebbe di lì a poco arrivata e che si conclusero con l’internamento in campo di concentramento – buttato in una gabbia senza riparo dalle intemperie per giorni – poi il processo e la condanna al manicomio criminale per 13 lunghissimi anni di reclusione. Una condanna dal sapore quasi sovietico, perché la più grande democrazia del mondo non poteva che etichettare come “pazzo” un letterato del calibro di Pound che si ostinava a difendere il fascismo.
Negli articoli per il pubblico britannico Pound spiega il suo pensiero economico e politico, i perché del suo appoggio al Fascismo, la lotta contro l’usura internazionale e il corporativismo, ritenuto la soluzione più giusta e efficiente per guidare l’economia. Vincenti illustra il percorso filosofico-politico di Pound, dalle prime simpatie all’adesione al Fascismo, mostrando la tridimensionalità del suo pensiero. Un pensiero e un personaggio che tutt’ora scandalizzano i benpensanti e mettono in crisi le visioni manichee della storia.