Prendendo spunto da un discutibile intervento pubblicato da Donatella Di Cesare sul “Corriere della Sera“, Aldo G. Ricci, già responsabile dell’Archivio Centrale dello Stato di Roma, collaboratore fin dalla fondazione e membro del Comitato scientifico di “Storia In Rete”, ha voluto inviarci un breve commento sul tema dei paralleli proposti e/o negati tra totalitarismi del XX secolo. Tema sul quale lo stesso Ricci preparerà un più ampio intervento che pubblicheremo sul prossimo numero della rivista, a settembre
La proposta di legge Fiano contro l’apologia del fascismo un merito almeno l’ha avuto: ha dato voce a quanti ritengono che i totalitarismi del XX° secolo (nazifascismo e comunismo) siano imparagonabili in quanto a efferatezze. Donatella Di Cesare sul Corriere del 16 luglio scrive che la tesi dei due totalitarismi “non regge più”. “La corruzione di un progetto non è il progetto: il comunismo era un umanismo di giustizia sociale” e i “gulag non sono equiparabili ai campi di sterminio”. Non discuto la competenza dell’autrice sulla cultura tedesca e i suoi rapporti con il nazismo, ma in quanto a storia del comunismo ho qualche dubbio. I fantasmi di Lenin, Stalin, Mao e Pol Pot rideranno nel sentirsi definire campioni di un progetto di “umanismo sociale”, sia pure corrotto. Il comunismo è stato fin dall’ottobre del 1917 (direttive di Lenin alla CEKA, la polizia politica) un progetto di genocidio sociale e ideologico ( i calcoli sui milioni di morti oscillano). Stalin e Mao hanno portato avanti il ‘progetto’ e Pol Pot, con lo sterminio di un terzo del popolo cambogiano, l’ha manifestato al mondo in tutta la sua crudezza. Spiace dove ribadire ancora queste quasi ovvietà, ma così è.
Aldo G. Ricci