di Emanuele Mastrangelo da CulturaIdentità del 14 febbraio 2025
Due milioni di visitatori, 270 mila solo nel 2024, uno staff di 25 persone, non un euro di denaro pubblico. Queste alcune delle cifre che il Museo Leonardo3 può vantare. L’esposizione permanente del genio leonardesco, a Milano, nella centralissima Galleria Vittorio Emanuele II, ora però rischia di chiudere. E non perché viaggi in perdita, ma perché il comune meneghino ha disposto la decadenza delle concessioni dei locali – 600 mq in tutto – per i quali di fatto viene pagato un affitto superiore rispetto a quello di alcuni esercizi commerciali della galleria, come la Libreria Rizzoli.
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“Il comune ha finora patrocinato per 10 anni il nostro museo – spiega a “CulturaIdentità” il suo direttore, Massimiliano Lisa – riconoscendo che siamo una delle imprese culturali più importanti di Milano. Eppure da 16 mesi non riusciamo a parlare con il sindaco né con l’assessore al Demanio”. Il problema nasce perché il museo ha un accordo di collaborazione col concessionario degli spazi, e il Comune, decadendo il secondo, ha deciso di non potere, o volere, trovare una soluzione di continuità per il primo. Il museo rischia dunque d’essere sfrattato nonostante sia in perfetta regola con i pagamenti. Secondo Palazzo Marino, il problema sarebbe che non si tratterebbe di collaborazione ma di “subconcessione non autorizzata”, affermazione contestata dalla direzione del museo che infatti ha ottenuto lo scorso novembre una sospensione dell’ordinanza da parte del TAR. Inoltre, il Comune afferma che lo spazio deve essere assegnato con bando a evidenza pubblica. Ma il museo contesta che proprio uno spazio sopra al museo è stato assegnato senza alcuna gara. Ora una seconda pronuncia del tribunale amministrativo è attesa per il 1° aprile. Nel frattempo, ci dice il direttore, il Comune fa la sfinge, e rimanda ogni decisione a dopo questa sentenza. Continuando a rifiutare un confronto vis-à-vis con il direttore Lisa.
Ma cos’è il Museo Leonardo3? È un museo concepito per rendere viva e palpabile l’esperienza culturale. Non solo mostre con cimeli dentro a teche, ma un vero laboratorio in cui toccare, sperimentare, vivere i materiali esposti. All’estero questa tendenza è già da molto tempo affermata, sotto il nome di living history. Da noi, che pure ne fummo fra i pionieri con la Mostra della Romanità, divenuta dopo la guerra Museo della Civiltà Romana, invece abbiamo abbandonato presto questo settore.
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La bicicletta volante – foto cortesia Leonardo3 – copyright Leonardo3 – www.leonardo3.net
La living history, spesso tradotta non proprio precisamente come “storia sperimentale”, è una maniera con cui si fa contemporaneamente ricerca e si mostra al pubblico il reale funzionamento della vita del passato, che siano usi e costumi o tecnologie, come nel caso del genio fiorentino. Il Museo Leonardo3, grazie al suo centro di ricerca diretto Edoardo Zanon con la collaborazione dello storico dell’arte Marco Versiero ha ricostruito gran parte delle meraviglie meccaniche immaginate da Leonardo ma non limitandosi a dei simulacri inerti (come se ne trovano anche in altri musei o nei negozi di modellismo), bensì a meccanismi funzionali. È lo stesso sito del museo che elenca i tanti risultati raggiunti dal suo laboratorio di ricerca: “abbiamo realizzato il primo prototipo funzionante al mondo dell’Automobile di Leonardo, abbiamo scoperto e ricostruito il Grande Nibbio e la Clavi-Viola , il primo modello fisico della Bombarda Multipla, il primo vero modello del Pipistrello Meccanico, il Leone Meccanico e il Cavaliere Robot, e ancora l’Aquila Meccanica, il Can(n)one Musicale, la Balestra Veloce, oltre a interpretazioni virtuali e fisiche inedite di innumerevoli altre macchine del genio vinciano”. Accanto a questi, il laboratorio ha anche esteso il proprio lavoro ai progetti di uno scienziato arabo dell’XI secolo, Al-Muradi.
Il Leonardo3 inoltre ha lavorato alla digitalizzazione ad altissima definizione di alcuni dei codici leonardeschi e su uno di essi, il “Codice del Volo”, ha anche realizzato una raffinatissima versione interattiva attraverso una tecnologia sviluppata dallo stesso laboratorio, la L3 HyperView, che viene applicata anche ad altri codici e disegni del genio fiorentino. Inoltre, essendo il museo a Milano, non poteva mancare il Cenacolo, che è stato ricostruito come doveva apparire al momento della sua realizzazione. Realtà non solo milanese, ma internazionale, il Museo Leonardo3 ha allestito mostre in tutto il mondo: “A Los Angeles, tanto per fare un esempio, abbiamo avuto 120 mila visitatori”, rivendica il direttore Lisa.
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Ora però questo gioiello della cultura italiana rischia la chiusura. “Con le precedenti giunte c’è sempre stato un buon rapporto – ci spiega Lisa – È da un paio d’anni che troviamo un muro. L’assessore Emmanuel Conte si rifiuta di incontrarmi”.
Di fronte alla pervicacia del comune di Milano è ora partita la mobilitazione del Museo e dei suoi tanti amici ed estimatori. Primo fra tutti il professore emerito del Trinity College di Oxford Martin Kemp, uno dei più stimati esperti mondiali nonché supervisore scientifico del museo. Kemp ha inviato una lettera-appello al sindaco Sala, rimasta senza risposta, seguita da una al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il direttore Lisa ha poi esteso l’appello alla premier Giorgia Meloni, al ministro della Cultura Alessandro Giuli, ai vicepresidenti del Consiglio, e al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. “L’appello è che vengano a visitare il nostro museo e ci aiutino ad aprire un dialogo con l’amministrazione comunale che si rifiuta anche solo di dialogare con noi”. Massimiliano Lisa ha poi aggiunto: “Il 1°marzo, in occasione del dodicesimo anniversario dall’apertura del Museo Leonardo3 in Galleria, se la politica sarà rimasta sorda al nostro appello, in segno di protesta civile e non violenta contro la possibilità che un’attività culturale di grande importanza venga chiusa per disinteresse inizierò lo sciopero della fame”.
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Il museo è visitato da decine di migliaia di giovani e giovanissimi, con le scuole e le famiglie, spesso turisti stranieri che portano nei loro ricordi le immagini del genio di questo grandissimo italiano. I bambini restano a bocca aperta davanti alle meraviglie di Leonardo. La protesta di Massimiliano Lisa si fa accorata: “il Comune avrà il coraggio di distruggere i sogni dei bambini?”.