Nel marzo del ´38 scompariva nel nulla. Ora il fisico ricompare in uno scatto del 1950. È su una nave diretta a Buenos Aires. E che sia proprio lui l´uomo con gli occhiali scuri accanto al criminale nazista lo sostiene uno studioso che ha fatto esaminare il documento agli esperti. Da cui giunge la conferma. Dopo le leggi razziali scriveva alla madre da Lipsia: “Nel complesso l´operazione del governo risponde a una necessità storica: far posto alla nuova generazione che rischia di essere soffocata dalla stasi economica”.
.
Di Luca Fraioli, da Repubblica del 17 ottobre 2010
.
Da settant´anni è il mistero dei misteri. E ne ha tutti gli ingredienti: l´Italia in camicia nera, la Germania nazista che vuole l´atomica, uno scienziato geniale che svanisce nel nulla. Anche per questo intorno alla scomparsa di Ettore Majorana si sono esercitati scrittori, poliziotti veri e investigatori improvvisati. Lo hanno cercato cadavere nelle acque del Tirreno, hanno pensato di riconoscerlo nei monasteri di mezza Italia, tra i clochard di Palermo, lungo i viali di Buenos Aires. Ora Majorana ricompare in una foto. Ed è in posa accanto a uno dei peggiori criminali di guerra tedeschi. Certo, è un´ipotesi, ma assai solida. Perché poggia su una verifica eseguita dalla maggiore istituzione italiana in fatto di indagini scientifico-forensi: quell´uomo con gli occhiali scuri accanto ad Adolf Eichmann, in uno scatto datato 1950, potrebbe davvero essere il fisico siciliano sparito nel 1938.
È una giornata di sole al largo della costa argentina. Sul ponte del piroscafo “Giovanna C.”, partito poche settimane prima da Genova, tre uomini vestiti in modo elegante aspettano di poter sbarcare a Buenos Aires.
Un quarto li fotografa: hanno l´aspetto sereno di chi si sta godendo una crociera. In realtà, almeno uno di loro avrebbe di che preoccuparsi: Adolf Eichmann, uno dei principali esecutori materiali dell´Olocausto, vive braccato dalla fine della guerra, tra documenti falsi e cambi di identità. Forse la foto immortala il momento in cui pensa di avercela fatta: ha lasciato per sempre l´Europa, vede in lontananza Buenos Aires, dove potrà costruirsi una nuova vita, dove nessuno verrà a ricordargli che è stato l´ufficiale delle SS che ha organizzato il trasporto ferroviario degli ebrei nei campi di sterminio. Non andrà così. Rintracciato dal cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal, sarà catturato in Argentina da agenti segreti israeliani, processato a Gerusalemme e condannato a morte. Ed è proprio Wiesenthal, nel suo libro Giustizia, non vendetta, a pubblicare la foto di Eichmann che assapora dal ponte di una nave la sua seconda vita argentina. Lo stesso Wiesenthal però non è in grado di dare un nome agli altri due personaggi.
«In quella foto, l´uomo con gli occhiali scuri alla destra di Eichmann potrebbe essere Ettore Majorana», dice ora Giorgio Dragoni, ordinario di storia della fisica all´Università di Bologna. Dragoni ha dedicato molti anni allo studio dello scienziato siciliano, al suo rapporto con Enrico Fermi e con i colleghi della scuola di via Panisperna, alla sua scomparsa nel marzo del 1938 durante il viaggio sul postale che collegava Palermo a Napoli, alle tante ipotesi sulla sua fine. Tormentato dai sensi di colpa per aver capito prima di altri le possibili applicazioni militari della fisica nucleare, Majorana avrebbe deciso di gettarsi in mare o di ritirarsi in un luogo isolato, tagliando i ponti con la sua vita precedente. Oppure qualcuno avrebbe potuto sequestrarlo per sfruttare le sue conoscenze.
Ma c´è un´altra ipotesi, meno romantica e assai più scomoda: lo scienziato potrebbe aver deciso liberamente, o perché costretto, di mettere il suo genio al servizio della Germania nazista. «I primi indizi», spiega Dragoni, «sono in una lettera scritta subito dopo la scomparsa di Majorana da Gilberto Bernardini, al tempo giovane e brillante fisico, a Giovanni Gentile jr, fisico teorico, figlio dell´ex ministro Giovanni». Vi si legge: «Caro Giovanni, come puoi immaginare la notizia di Majorana mi ha dato una vera gioia. Non è molto bello forse, ma in compenso non è una cosa così tragica come si pensava e ci se ne può rallegrare». «Nel ‘74», continua Dragoni, «intervistai Bernardini, allora direttore della Scuola Normale di Pisa, e gli chiesi un chiarimento su quelle righe enigmatiche». «Lei sa che io conosco la scelta fatta da Majorana? Non è una scelta che le farà piacere», rispose Bernardini. «Ettore si trasferì in Germania per collaborare alle armi del Terzo Reich».
È una rivelazione clamorosa, non supportata però da alcun documento. Dragoni non può pubblicarla, ma la conserva gelosamente e continua le sue ricerche. «Coinvolsi un avvocato di Assisi, Arcangelo Papi, grande appassionato della vicenda Majorana», racconta Dragoni: «Fu lui a farmi notare la straordinaria somiglianza tra il fisico siciliano e l´uomo alla destra di Eichmann nella foto pubblicata da Wiesenthal». I capelli, la pettinatura, la forma del viso, perfino l´abbigliamento ricordano Majorana. Ma la foto è stata scattata nel 1950: come si può fare un confronto con le ultime foto dello scienziato che lo ritraggono trentenne? Dragoni si rivolge allora alla più prestigiosa istituzione italiana in fatto di indagini scientifico-forensi. In genere arriva sulla scena del crimine a rilevare impronte, macchie di sangue e tracce di dna. Ora ha a che fare con un cold case, un “delitto” che si è consumato tra il 1938 e il 1950. Ma le nuove tecniche di indagine permettono anche questo: elaborare al computer le foto del giovane Majorana e dello sconosciuto alla destra di Eichmann e metterle a confronto. Tutto torna: le distanze tra occhi, naso, bocca, mento sono le stesse nei due individui. E anche l´altezza dell´uomo sul ponte della “Giovanna C.”, ricostruita a partire da quella di Eichmann, coincide con la statura di Majorana. Ai tecnici rimane solo un dubbio sui padiglioni auricolari, ma la qualità della foto argentina non è delle migliori e c´è un´ombra che potrebbe trarre in inganno. Gli investigatori concludono l´indagine con un verdetto, confermato anche a Repubblica: «È altamente probabile che l´uomo alla destra di Adolf Eichmann sia Ettore Majorana».
Ma perché il fisico siciliano avrebbe scelto il nazismo? «Nel 1933 era stato a Lipsia, dove si era fatto molto apprezzare da Werner Heisenberg, uno dei padri della fisica quantistica», risponde Dragoni. «Al suo rientro in Italia, Ettore praticamente smise di collaborare con Fermi e il suo gruppo di ricerca. Anzi, come ha raccontato Oscar D´Agostino e mi confidò Bruno Pontecorvo, due dei “ragazzi di via Panisperna”, tra Fermi e Majorana volarono parole grosse. Ma, oltre all´incompatibilità caratteriale con il “Papa” della fisica italiana, ci potrebbe anche essere stata un motivazione ideologica: Majorana sin dal suo soggiorno in Germania aveva mostrato di simpatizzare per il nazismo. Lo conferma una sua lettera a un altro dei “ragazzi di via Panisperna”, il Premio Nobel per la fisica Emilio Segrè: “… non è concepibile che un popolo di sessantacinque milioni [la Germania del tempo, ndr] si lasciasse guidare da una minoranza di seicentomila [gli ebrei, ndr] che dichiarava apertamente di voler costituire un popolo a sé…”».
«Quella foto», precisa però Dragoni, «ammesso che ritragga Majorana, può anche essere frutto di un caso, nel senso che non è detto che i due si conoscessero. In quegli anni tutti coloro che avevano avuto in qualche modo a che fare con il Reich cercavano di lasciare l´Europa e rifarsi una vita altrove. Sulla nave c´erano certamente parecchie persone in fuga, ma non necessariamente coinvolte nei crimini del nazismo». Il contributo di Majorana al Reich, insomma, potrebbe essere stato di carattere esclusivamente scientifico, ancorché al servizio della Germania nazista. Era una delle menti più brillanti della sua epoca, tra i massimi studiosi del nucleo atomico. Quando i suoi compagni di via Panisperna esultano nel 1934 perché pensano di aver creato nuovi elementi chimici transuranici bombardando i nuclei di uranio con dei neutroni lenti, probabilmente lui è tra i primi a capire che in realtà hanno ottenuto un risultato ben più importante: la fissione nucleare. E forse comprende anche quali implicazioni questo possa avere per la creazione di una nuova generazione di armi potentissime.
Se l´ipotesi di Giorgio Dragoni verrà ulteriormente confermata dalle ricerche che ha intenzione di condurre in Germania e Israele, molte delle teorie formulate finora per spiegare la sparizione del fisico siciliano saranno definitivamente archiviate. E se quell´uomo che ci guarda da dietro un paio di occhiali scuri è davvero l´ex ragazzo di via Panisperna, allora il “giallo Majorana” è sicuramente a una svolta. Anche se tutt´altro che risolto.
_________________________________
Inserito su www.storiainrete.com il 18 ottobre 2010