Segreti di stato, piani di fuga, o la prova di una relazione reale con Conte di Fersen?
di Camilla Antonioni da Bazaar del 7 novembre 2021
“Il popolo non ha più pane? Che mangino le brioche”. Tutti ricorderanno la celebre frase attribuita a Maria Antonietta, Regina di Francia e moglie di Re Luigi XVI, che la consacrò come sovrana dedita agli eccessi e con poca sensibilità nei confronti del suo popolo. Personaggio storico controverso, Maria Antonietta nel 1770 si trasferì a corte, nella reggia di Versailles, per sopperire alla noia, alla solitudine e a un matrimonio tormentato e deludente, e cominciò a vivere nelle frivolezze, dedicandosi a costosi passatempi. La leggerezza del suo carattere, i favoritismi e le ingerenze negli intrighi di corte le inimicarono molte delle grandi famiglie dell’antica nobiltà, che contribuirono a diffondere maldicenze e dicerie contro di lei, soprannominandola con disprezzo “l’austriaca” (Antonietta, infatti, nacque a Vienna sotto il nome della prestigiosa dinastia degli Asburgo-Lorena). Anche negli anni della maturità, quando divenne lei stessa Delfina di Francia, non riuscì comunque a cancellare mai del tutto l’immagine che aveva di lei l’opinione pubblica, quella di una donna assetata di lusso e dissipatrice.
A proposito di intrighi di corte e atteggiamenti lascivi della Regina, in un articolo di Science Advances si legge come, durante la Rivoluzione francese, tra il giugno 1791 e l’agosto 1792, la famiglia reale francese fosse tenuta sotto stretta sorveglianza al Palazzo delle Tuileries. Tuttavia, Maria Antonietta riuscì a mantenere una corrispondenza altamente segreta con il conte svedese Axel von Fersen, suo caro amico e amante, colui che ha contribuito a organizzare la fuga a Varennes – il fallito tentativo della famiglia reale di fuggire dalla Francia. Tra le carte di corrispondenza tra Maria Antonietta e Axel von Fersen, alcune brevi sezioni di poche parole a poche righe sono state successivamente redatte da un censore non identificato, per cancellare probabilmente le tracce di un rapporto che andava al di là dello scambio epistolare di natura politica. Il contenuto all’interno di queste, infatti, è ancora dubbio, e ci sono interrogativi sulla sua natura: si tratta di segreti di stato, piani di fuga, o la prova di una relazione reale? Ciò che è certo è che è stato – ed è tutt’ora – un rompicapo per gli storici da quasi 150 anni.
Nell’articolo di Science Advance è riportata la metodologia che ha svelato con successo questo mistero storico. La spettroscopia a fluorescenza a raggi X, infatti, è stata utilizzata in modalità macroscansione sulle sezioni redatte per migliorare la leggibilità delle scritture nascoste. Questa metodologia ha rivelato con successo il contenuto di otto lettere, gettando nuova luce non solo sul rapporto tra Maria Antonietta e Fersen, ma anche sull’autore delle redazioni, in quanto, in quel periodo, imperversava una rigida censura, nemica di ogni scritto. Rivelare i frammenti nascosti di testo è stata un’opportunità per fornire informazioni sul rapporto tra la Regina Maria Antonietta e il Conte di Fersen, ma anche per ripristinare l’integrità di questa corrispondenza e per ricostruire la caotica storia della sua elaborazione e trasmissione. Leggere sotto la censura non permette di conoscere la verità sulla natura dei loro sentimenti, poiché l’interpretazione dei testi è sempre discutibile. Ma per lo storico, questa corrispondenza rimane una preziosa testimonianza di un tempo travagliato e del modo in cui i tragici eventi politici influenzarono la trasformazione delle emozioni e l’esacerbazione dei sentimenti visibili, in particolare negli scritti personali in queste sezioni.
Lungi dall’essere un’eccezione, questa corrispondenza è piuttosto rappresentativa di un’esperienza ampiamente condivisa da tutti gli attori sociali, che li ha portati a esprimersi attraverso le loro emozioni di fronte al crollo del “vecchio mondo.” Tuttavia, la scelta del vocabolario (un utilizzo di termini come caro, tenero amico, adoratore, pazzo) attesta una particolare relazione tra la Regina e Fersen, anche se è percepibile un’influenza del tormento rivoluzionario, che ha favorito una certa intensità emotiva. È anche interessante come gli aspetti intimi e le questioni puramente politiche siano intrecciate: le lettere mescolano effusioni sentimentali (che sono censurate), commenti su eventi attuali e considerazioni politiche. Da questo punto di vista, la corrispondenza tra Maria Antonietta e Axel von Fersen illustra come il periodo rivoluzionario abbia raggiunto il parossismo dell’assimilazione tra vita amorosa e vita politica.
Un’altra ipotesi molto interessante identifica il censore come Fersen stesso. Il conte, infatti, decise di conservare le sue lettere invece di distruggerle, ma ne redasse alcune sezioni, forse per proteggere l’onore della Regina (o forse anche i suoi interessi). In ogni caso, queste redazioni sono un modo per identificare i passaggi che egli considerava privati. Il mistero di questi passaggi censurati, che rendono speciale questa corrispondenza, è forse la ragione che ha permesso a quest’ultima di essere risparmiata quando il resto è stato in gran parte distrutto.