Ma aboliamola, questa Giornata del Ricordo. Non perché i martiri delle foibe e gli esuli non meritino il nostro pensiero, ma proprio per evitare loro l’ultimo sfregio. Che senso ha una celebrazione in cui nessuna delle principali cariche dello Stato trova il tempo di presenziare alla Foiba di Basovizza? Tutto questo mentre alla Camera dei Deputati viene organizzata dalla deputata Serena Pellegrino, di Sinistra Italiana, una conferenza negazionista con Alessandra Kersevan, “storica” nota per negare, se non giustificare, quel dramma.
di Adriano Scianca dal Primato Nazionale del 10 febbraio 2017
I principali media se ne sbattono: sulla homepage di Repubblica, nel momento in cui scriviamo, nessuna traccia della Giornata del Ricordo. Il giornale di De Benedetti ha trovato il tempo di parlare di Lambrugo, il “paese delle mamme felici”, della “insensibilità di Fedez per le lacrime”, del “contadino che aiuta i migranti” in Francia, del fatto che “due procure indagano sui neonazi di Do.Ra. per apologia di fascismo e odio razziale”, ma non di migliaia di italiani gettati in pozzi neri dopo inenarrabili torture. Neanche sulla homepage del Corriere della Sera c’è spazio per le foibe. C’è l’imprescindibile intervista a Sabrina Ferilli sul caos romano, ci sono “100 balene spiaggiate” in Nuova Zelanda, la Balivo che “riceve fiori e si commuove” e altre inchieste scottanti, ma nulla su 350mila connazionali cacciati dalle proprie case, dalle proprie terre e accolti a sputi in patria. La Stampa se ne è ricordata, ma solo nella colonna di destra, giusto sotto l’autoscooter e gli uccelli in formazione acrobatica. L’appello del Miur affinché ci fosse una “pacata discussione” è stato accolto con troppo eccesso di zelo: l’hanno fatta talmente pacata da eliminarla del tutto, o quasi.
Aboliamola, quindi, questa Giornata del Ricordo. Sostituiamola con un’altra, più rispettosa della storia come piace alle nostre istituzioni, quella non inquinata dal “revisionismo”: la Giornata delle Scuse degli Infoibati agli Infoibatori. Esuli e parenti delle vittime porteranno corone di fiori sulla tomba di Tito. Alessandra Kersevan farà un discorso a reti unificate per raccontarci la verità su quel supremo atto di sacrosanta giustizia. L’Arena di Pola e tutti i monumenti attestanti la presenza romana e italiana in quelle terre saranno abbattuti, in quanto simbolo eterno dell’odioso imperialismo. Le scolaresche saranno portate in blocco a spettacoli teatrali di Caterina Guzzanti, brillanti commedie in cui verranno replicati sketch tipo “E allora le foibe?”, insieme ad altri divertenti siparietti su donne violentate, uomini torturati, preti decapitati. In ogni città sorgeranno monumenti all’Infoibatore, questo eroe dei tempi moderni. La didascalia reciterà: “Al vendicatore dei torti subiti, al guaritore dall’infezione italica, la cui memoria fu ingiustamente vilipesa dal revisionismo, il popolo che i fascisti chiamavano ‘italiano’ pose a eterna memoria. Che i secoli futuri possano non veder più tanta offesa alla morale dei tempi nuovi, che mai nessun cosiddetto ‘italiano’ pianga più sangue ‘italiano’. E così sia”.