Vichy è ancora una parola che crea incubi nei francesi, è un tabù con il quale la Francia non ha ancora fatto i conti. Il governo di Vichy, guidato dal generale Philippe Pétain, popolarissimo in Francia, fu regolarmente istituito dal parlamento, e governava la Francia libera, ossia la parte meridionale del Paese, mentre al nord vi era un’amministrazione controllata direttamente da Berlino, era di fatto un territorio occupato militarmente.
di Antonio Pannullo dal Secolo d’Italia del 28 dicembre 2015
Moltissimi intellettuali, politici, anche comunisti, aderirono alla Repubblica di Vichy, consapevoli che solo in questo modo si sarebbero potuti evitare guai peggiori alla Francia, come disse lo stesso Pétain nel corso del processo a cui fu sottoposto dopo la guerra. Sempre dopo la caduta del governo di Vichy, si calcola che almeno diecimila francesi considerati collaborazionisti, furono passati per le armi sommariamente e senza processo, tra cui il famoso scrittore e poeta Robert Brasillach.
La Francia deve fare ancora i conti con il governo di Vichy
Ora, con un decreto pubblicato domenica 27 dicembre in gazzetta ufficiale ed entrato già in vigore, la Francia rende accessibili a tutti gli archivi di polizia e Giustizia del governo collaborazionista di Vichy, che governò il Paese, la cosiddetta zone libre in contrapposizione a quella occupata, tra il luglio 1940 e l’agosto 1944. L’apertura al pubblico avviene, almeno per parte dei documenti, prima della scadenza dei termini previsti dalla legge, che sono di 75 anni. Secondo il sito di Le Figaro, il decreto riguarda oltre 200 mila documenti, e in particolare tutti i fascicoli dei processi aperti durante l’occupazione nazista. Tra questi spiccano i documenti delle cosiddette brigate speciali, incaricate di dare la caccia a militanti della resistenza, comunisti ed ebrei: verbali di interrogatorio, rapporti di ricostruzione delle reti e lettere delatorie. Ma anche gli atti delle indagini e dei processi a carico dei criminali di guerra iniziati sotto il primo governo provvisorio, dopo la liberazione dai nazisti. Una clausola speciale riguarda i documenti secretati, per cui resta necessario presentare domanda di accesso motivata alle autorità, a cui resta il potere di non concederla per ragioni di sicurezza nazionale. Gli archivi, ricorda la rivista specializzata Histoire, erano solo parzialmente accessibili fino agli anni Settanta, e poi totalmente aperti ai ricercatori con una legge del 2008. Oggi, questa possibilità viene ampliata a tutti i cittadini.