Jesús Palacios, insieme a Stanley G. Payne, ha pubblicato una nuova edizione della biografia Franco, una biografía personal y política con un prologo aggiornato, edita da La Esfera de los Libros. In un articolo del 25 giugno 2025 su La Rason, Palacios racconta il suo nuovo libro, criticando aspramente sia la sinistra che il Partito Popolare (PP) per la loro gestione della figura di Francisco Franco, a 50 anni dalla sua morte.

Secondo Palacios, Franco è diventato un attore politico centrale per il governo di Pedro Sánchez, la sinistra e i gruppi separatisti, inclusi i terroristi baschi, ma anche il PP, per inazione o complicità, ha contribuito a questa narrazione distruttiva.
La figura di Franco, che ha segnato profondamente la storia contemporanea spagnola, rimane sconosciuta o demonizzata per le nuove generazioni a causa del settarismo politico del Partito Socialista e della passività del PP. La classe politica al potere, incapace di governare, ha trasformato la Spagna in uno Stato fallito, usando la propaganda per distruggere il mito e l’eredità di Franco. Tuttavia, tali tentativi di riscrivere la storia non hanno avuto successo, portando a un uso strumentale di Franco nella lotta politica attuale per polarizzare la società.
Palacios smentisce l’accusa della sinistra che dipinge Franco come un cospiratore durante la Seconda Repubblica, sottolineando la sua prudenza e il suo iniziale rispetto per la legalità repubblicana, nonostante la sua avversione personale. Solo dopo il crimine di Stato contro Calvo Sotelo e il collasso dell’ordine costituzionale nel 1936, Franco si unì alla ribellione civico-militare, diventando leader del fronte antirivoluzionario e successivamente capo del regime.
Sotto la sua guida, Franco pose fine alla Guerra Civile, sconfiggendo il Fronte Popolare, che aveva distrutto la democrazia e l’economia spagnola, tentando di eliminare il cattolicesimo. Mantenne la Spagna fuori dalla Seconda Guerra Mondiale e guidò una ricostruzione economica senza aiuti esterni, superando l’isolamento internazionale. Negli anni ’60 e ’70, modernizzò la Spagna, creando istituzioni che, pur non essendo il suo obiettivo, permisero la transizione verso una democrazia costituzionale dopo quasi 40 anni di regime autoritario.
Tuttavia, Palacios riconosce due errori significativi di Franco: l’interruzione del programma nucleare “Proyecto Islero”, che avrebbe potuto fare della Spagna una potenza atomica, e la nomina di Juan Carlos come successore, il quale, tradendo le aspettative, ruppe completamente con il regime franchista, avviando una democrazia liberale e uno Stato plurinazionale.
La Transizione, inizialmente esemplare, fu guidata dai riformisti del regime, senza il contributo della sinistra o dei separatisti, che si unirono solo dopo le elezioni del 1977. Le leggi di amnistia del 1976 e 1977 favorirono la riconciliazione, ma la sinistra, a partire dalla campagna del 1993 di Felipe González, ha riaperto le ferite associando il PP al franchismo. Il PP, cedendo alla pressione, ha rinunciato alla battaglia ideologica, permettendo alla sinistra di dominare il dibattito e di promulgare leggi come quelle sulla memoria storica, che Palacios considera sovietizzanti e prive di precedenti storici.
La biografia di Franco ha ricevuto elogi internazionali, come quelli di Walter Laqueur e Robert Stradling, ma anche critiche, come quelle di Ángel Viñas. Nonostante le manipolazioni, Palacios sostiene che Franco rimarrà un gigante della storia, mentre figure come Sánchez saranno dimenticate.