Yevgeny Dzhugashvili, nipote di Josif Stalin, ha fatto causa a un giornale dell’opposizione russa, accusato di aver diffamato il dittatore sovietico in un articolo in cui ha sostenuto che fu lui a ordinare personalmente l’uccisione di centinaia di cittadini e prigionieri di guerra. Un tribunale di Mosca ha accolto la querela presentata da Dzhugashvili contro “Novaya Gazeta”, il giornale – fra l’altro – sul quale scriveva Anna Politkovskaya, la giornalista uccisa il 7 ottobre di tre anni fa. Secondo il nipote di Stalin, che non si è presentato in aula, sua nonno non ordinò mai la morte di nessuno, come si evincerebbe invece da alcuni documenti pubblicati dal giornale e che mostrano la firma del dittatore sotto ordini di esecuzione che sono stati declassificati. Fra questi anche i documenti pubblicati poi da “Storia in Rete” sul numero 41, in cui si ordinava la liquidazione a Katyn di migliaia di ufficiali polacchi fatti prigionieri nel settembre 1939.