Si terrà dal 16 al 18 ottobre 2015 il XXIII Convegno Tradizionalista della Fedelissima Città di Gaeta, organizzato come ogni anno dalla rivista L’Alfiere e dalla casa editrice napoletana Controcorrente. Ricco il programma della tre giorni con ben 52 interventi che si alterneranno nella Sala di Ponente dell’Hotel Serapo. Scrittori, giornalisti, docenti e ricercatori universitari, antropologi, economisti, medici e musicisti si confronteranno sul tema “Identità in movimento”, affrontando vari aspetti legati alla storia e alle tradizioni del Sud ma anche argomenti di stretta attualità, come le nuove strategie portuali per il Sud, la distruzione del patrimonio storico e architettonico di Napoli, le dinamiche geopolitiche della Russia di Putin o la salvaguardia dell’ambiente e delle colture e culture meridionali. L’appuntamento di quest’anno è dedicato inoltre a Silvio Vitale, ideatore del convegno che è diventato una tappa fondamentale per gli studiosi e gli appassionati dell’ex Regno delle Due Sicilie e fondatore della rivista tradizionalista L’Alfiere.
«Se noi possiamo rivendicare l’onore e la personalità del popolo delle Due Sicilie, di fronte a questo mondo globalizzato, che non ci piace – disse Silvio Vitale dieci anni fa durante il suo ultimo discorso – lo dobbiamo a quanti in ogni tempo hanno combattuto invasori e colonizzatori. A loro va la nostra gratitudine, senza mai dimenticare la netta distinzione etica fra gli aggressori della nostra patria e i suoi eroici difensori».
Si inizia venerdì 16 ottobre alle ore 16 con i primi 24 interventi su “idee e progetti condivisi per un Sud in movimento”. Il convegno riprenderà poi sabato mattina alle ore 10 e proseguirà per l’intera giornata con altre 28 relazioni. Alle 18 ci sarà una pausa musicale con il concerto di canzoni della tradizione classica napoletana del tenore Vincenzo Acanfora. Per tutta la durata del convegno saranno inoltre in esposizione le opere di arte presepiale del maestro Maurizio Travaglini e sarà possibile degustare alcune eccellenze agro-alimentari della Campania e della Calabria. Infine la tre giorni si concluderà domenica 18 ottobre con la Santa Messa con rito tridentino in suffragio dei caduti nella difesa del Regno delle Due Sicilie, che si terrà alle ore 11 presso il Santuario della Santissima Trinità alla Montagna Spaccata, e con la cerimonia del lancio a mare della corona di fiori in memoria dei caduti dagli spalti della Batteria Transilvania.
«Si parte dalla rilettura del Regno delle Due Sicilie, della sua storia, delle sue scelte in termini culturali, economici, sociali, delle alleanze internazionali. E anche dell’opposizione al liberismo, alla cultura illuminata e alla egemonia anglosassone, i padroni del mondo di allora – spiega Pietro Golia, giornalista ed editore Controcorrente – Questa visione complessiva dei rapporti sociali e dello sviluppo ritorna come destinazione futura del Nostro Sud e dell’Europa. Era ed è un’alternativa totale da costruire. Ma il convegno di Gaeta è anche il ricompattamento nella complessità di tutto il mondo e il campo del possibile e delle disponibilità di quanti al Sud debbano alzare la testa e si debbano battere per liberare, unire e rendere indipendente la nostra terra. È possibile incanalare e scardinare le pigrizie intellettuali del folclorismo, dei nostalgici inchiodati all’archeologia storica e a miti incapacitanti? Il Sud può andare avanti e rinascere contando sulle proprie forze, che sono tutte eccellenze e unicità? Il Sud può rivendicare un’autonomia, un’indipendenza, la sovranità politica, monetaria, economica, culturale, linguistica, agroalimentare?».
«Nel lontano 1960, la rivista L’Alfiere cominciò a denunciare con tenacia e serietà di argomenti l’attività di denigrazione e mistificazione, attuata nei confronti del Sud al fine di estirparne le tradizioni sopravvissute agli anni della sanguinosa invasione piemontese e della grande emigrazione – dice Edoardo Vitale, magistrato e direttore de L’Alfiere –. Da allora, molte acquisizioni della revisione storica sul Regno delle Due Sicilie sono divenute patrimonio comune. In particolare, appare sempre più chiaro che il Sud visse la sua dimensione universale quando l’ingegno e l’estro delle sue genti poterono manifestarsi nella loro originalità, respingendo l’imposizione di idee e progetti confezionati secondo modelli – spesso sciagurati – che non ci appartengono. Occorre dunque prendere coscienza dell’unicità della civiltà delle Due Sicilie – aggiunge Edoardo Vitale – e della necessità di difenderla nel segno della tradizione, dinamicamente intesa, in un sistema globalizzato che la diffama e la minaccia nella misura in cui l’avverte come un potente antidoto contro il processo di devastazione materiale e morale del pianeta. A Gaeta si parlerà di tutto questo, in una panoramica ampia e profonda che toccherà ognuno degli aspetti (culturale, sociale, economico, geopolitico) su cui deve fondarsi la rinascita del Sud».