“I segreti dei conclavi”: far sempre attenzione alle calunnie. E a non votare il candidato sbagliato

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Iniziamo qui la pubblicazione di “I segreti dei conclavi”, il singolare “promemoria” scritto per il Re Sole – Luigi XIV re di Francia – da uno dei suoi più arguti e fedeli agenti: l’abate pistoiese Atto Melani. Come sappiamo il prezioso documento è stato trovato nella Biblioteca del Senato di Parigi da Rita Monaldi e Francesco Sorti, la coppia di scrittori che hanno messo la figura di Atto Melani al centro di una fortunata serie di romanzi iniziata nel 2002 con Imprimatur, seguito poi da SecretumVeritasMysterium e Dissimulatio.

Dopo un breve saluto al suo Re, Melani inizia subito ad elencare le raccomandazioni e le informazioni raccolte in occasione di ben quattro conclavi e che ritiene più utili a chiunque, dopo di lui, ormai anziano, dovrà servire gli interessi francesi presso il Vaticano. Quello che Melani ci offre è quindi uno spaccato di cosa era la Corte papale oltre trecento anni fa ma anche una descrizione delle dinamiche più segrete e inconfessabili di tutti i conclavi, ieri come oggi. E questo, oltre ad essere una lettura godibilissima, lo rende anche un testo straordinariamente attuale (SIR)

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AL RE

Sire, Due ragioni m’impongono di presentarVi queste memorie. La prima è il desiderio, prima che abbiano fine i miei giorni, che Vostra Maestà sia informata di molti fatti che riguardano la Corte Pontificia, e che forse nessuno si è ancora preso la libertà di dirVi. La seconda è l’urgenza di far sapere a Vostra Maestà che Ella in persona deve scegliere all’interno del Sacro Collegio un buon suddito della Francia, capace di sostenere gli interessi della Santa Sede e di mantenere la pace che Ella ha di recente portato in tutta Europa. Se tutte queste considerazioni meriteranno la Vostra approvazione potrò dirmi appagato: ho cercato infatti di astenermi da ogni pregiudizio, e considero quanto leggerete sommamente importante per il Vostro servizio. A guidarmi è stato il desiderio di verità, testimoniando al contempo l’indissolubile devozione che avrò in eterno per la Vostra Sacra Persona, e il profondo rispetto con il quale mi riterrò sempre, Sire, l’umilissimo, fedelissimo, obbedientissimo e appassionatissimo servitore di Vostra Maestà

Abate Melani

Parigi, anno 1700

PARTE PRIMA

Massime generali

1.

La Corte Pontificia

La Corte di Roma non deve essere mai disprezzata. Essa è dotata di grandi mezzi e infinite risorse.

2.

Mai sottovalutare Roma

È assai pericoloso sottovalutare la Corte Pontificia o non tenerla nella giusta considerazione: le ostilità dei Papi e gli spergiuri dei Nunzi hanno provocato guerre che hanno funestato l’Europa intera.

3.

Il Papa e la Corte Pontificia sono più potenti e meglio informati di qualsiasi Principe

La Corte Pontificia è il centro ove tutte le Nazioni e tutti i più begli spiriti del mondo si recano come loro patria comune. Essa è al corrente di tutti i segreti e gl´intrighi dei Principi regnanti nel mondo intero. Ciò avviene per mezzo dei Nunzi papali che risiedono presso i Principi stessi, e dei Ministri che i Principi stessi inviano come ambasciatori al Papa, nonché per mezzo di tutti i Generali e capi di Ordini religiosi, che ovunque si trovino restano in continuo contatto con i loro superiori. Infine, la Corte Pontificia si tiene aggiornata grazie alla moltitudine di Prelati ed Ecclesiastici regolari e secolari, i quali – sia a causa degli affari che hanno in ballo a Roma, sia per il malcontento che nutrono verso i Principi dai quali essi stessi sono stipendiati, e coi quali intrattengono continue relazioni – finiscono per riferire alla corte romana tutto ciò che viene a loro conoscenza, compresi i segreti più nascosti delle famiglie regnanti. Non è quindi difficile capire perché la Corte Pontificia sia così potente e temibile. Nessun Sovrano dovrebbe disprezzarla. Se proprio non la si vuole lusingare, è bene trattarla almeno con prudenza e coltivarne l’amicizia. Così, se non altro, ci si proteggerà da tutti i mali di cui è capace. Anche se pare tranquilla e inerte, essa è il luogo di tutto l’Universo in cui ci sono più intrighi e turbolenze. Se la Francia vuole mantenere la superiorità che ha sulle altre nazioni, è necessario che non esiti a dedicare alla Corte Pontificia molte attenzioni, e molti denari.

4.

Comportamento necessario per essere graditi al Papa

Il gran segreto per risultare graditi al Papa è presentarsi sempre col sorriso sulle labbra, se possibile iniziando con lodi e ringraziamenti, e manifestando grande gioia per la sua salute. Ai Papi nulla è più gradito che ricevere complimenti per la loro longevità. L´Ambasciatore, usando maniere dolci e insinuanti, dovrà confidare a Sua Santità di sentirsi a volte più vicino alle sue opinioni che a quelle del suo stesso Sovrano. Giorno dopo giorno il Papa prenderà confidenza con l’Ambasciatore, e i rapporti con la Corte Pontificia non potranno che migliorare. Il Sovrano ne avrà le più grandi soddisfazioni, ed eviterà tutte quelle sgradevoli negoziazioni che iniziano col rifiuto delle udienze da parte del Pontefice, e finiscono con scontri all’ultimo sangue.

5.

Comportamenti da evitare

Quando il Papa è scontento, guai a chi – per zelo ipocrita o per malvagità – cerca d´ingraziarselo spacciandogli falsità. Un esempio recente è il cardinal Ranucci, Nunzio in Francia, che quasi sempre manipolava le notizie della Corte francese destinate a Papa Innocenzo XI. Tanto è vero che Vostra Maestà, per fargli capire d’aver scoperto tutto, lo obbligò a ripetere pubblicamente tutto ciò che Ella gli aveva confidato in privato. È proprio di questo tipo d´uomini che si deve diffidare. I Francesi da parte loro devono moderarsi e liberarsi dell’eterno sospetto verso tutto ciò che non è francese. Soltanto nei Conclavi è legittimo diffidare di tutto e di tutti, perfino di coloro che sono schierati dalla nostra parte. Nel Conclave infatti non c’è nessuno che non abbia in mente un Papa da designare, e che non sia pronto a sacrificare tutto il resto all’ambizione, all’interesse e alla vendetta.

6.

Dar parole e non parola

È questo il metodo abituale della maggior parte dei dignitari di corte a Roma: se hanno a che fare con stranieri, o con chi si lascia ingannare facilmente, non rinunciano a nessuna arte o astuzia per ostentare buona volontà, mentre invece stanno progettando tutt’altro. A Roma questo modo di fare si chiama dar parole, e non parola.

7.

Dei Papi eletti per errore

Il metodo comunemente seguito nei Conclavi è il seguente: scrutinio dopo scrutinio le fazioni si spartiscono i voti, finché non si arriva ad un accordo sul candidato da eleggere. Ma può capitare di commettere un errore fatale: votare un Cardinale di un’altra fazione solo per fargli piacere, o per assecondare le preghiere di amici, credendo erroneamente che pochi altri lo voteranno. In molti casi è successo che, senza volere, si finisse per eleggerlo Papa. La Divina Provvidenza si serve talvolta di tali mezzi per dimostrare ancor più chiaramente che l’elezione dei Papi non è opera degli uomini, ma dello Spirito Santo. Tant’è vero che gli stessi che nel Conclave pretendono di fare la parte del leone, spesso sono i primi a doversi fare da parte.

8.

Differenza tra i Conclavi di una volta e quelli d’oggi

Un tempo i Cardinali e gli Ambasciatori disponevano di un grande vantaggio. Il Sacro Collegio era diviso in numerose fazioni, e ognuna di queste aveva un capo; osservando i loro interessi e le loro inclinazioni, le Corone regnanti intuivano abbastanza chiaramente chi avrebbe potuto essere eletto Papa, e con chi convenisse allearsi. In tal modo, i Conclavi duravano poco ed erano privi di complicazioni. Inoltre si evitava lo scalpore creato dai veti palesi, posti da questa o quella Corona contro questo o quel Cardinale, e non si guastavano i rapporti con candidati che in seguito sarebbero potuti tornare utili. Infine, ci si metteva al riparo dai rancori del popolo o di singoli cittadini. Oggi invece il Conclave è condannato ad essere lungo, difficile e pieno di veti palesi. Nessun Cardinale infatti è disposto a rinunciare all’Elezione. E poiché c’è ormai una moltitudine di Cardinali privi di un capo fazione, si è costretti a chiedere ad ognuno di essi il voto a favore di qualcun altro, ed egli finirà per offendersi: non esiste Cardinale, infatti, che non si creda capace di governare la Chiesa meglio degli altri.

9.

Trucco per eleggere rapidamente un Papa

Quando si ha a che fare con l’elezione di un Papa, si deve affilare il ragionamento come non mai. Per evitare sorprese o Conclavi interminabili, bisogna accordarsi segretamente su un candidato, e tra pochissime persone: Ambasciatori e Cardinali capi fazione. Una volta deciso di eleggere questo o quel soggetto, si procede subito. Se la cosa è condotta con la dovuta rapidità, nessun Cardinale indipendente osa opporsi. Gli si dice che il nuovo Pontefice sta per essere condotto alla Cappella del Conclave. A quel punto, il Maestro delle Cerimonie dà il segnale con la campanella, e i Cardinali si dirigono verso la Cappella, tutti in fila uno dietro l’altro, come un gregge di pecore. Credendo che i giochi siano ormai fatti, si chiedono l’un l’altro chi stia per essere eletto, e fanno a gara per individuare il nuovo Papa onde essere i primi a felicitarsi con lui e precipitarsi a chiedergli qualche grazia. Con questo sistema le elezioni avvengono con ordine e senza eccessivi scandali.

10.

Nei Conclavi la prima arma è la denigrazione dell’avversario

Bisogna tener conto che gli aspiranti al Pontificato sono sempre più numerosi. Le famiglie, gli amici e i partigiani d’ogni Cardinale cercano quindi prima di tutto di distruggere la reputazione degli altri candidati. Sta alla prudenza dei Re e dei loro Ambasciatori stare costantemente sul chi vive, e non prestare sempre fede ai suggerimenti che vengono loro dati.

(2- segue)

La prima puntata de “I segreti dei Conclavi” è qui

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