Dietro ogni ordine di Stalin c’erano vari esecutori, i co-protagonisti di questo libro. Quella proposta da Nikita Petrov in “I Boia. Agli ordini di Stalin” (Mauro Pagliai Editore, pp. 330, € 18,00) è soprattutto una galleria di criminali, una rassegna di tipi umani decisamente tragica nella sua varietà. Prima, durane anche dopo le celebri “Purghe staliniane” della seconda metà degli anni Trenta, una folla di aguzzini si mosse all’ombra del potere moscovita, rivelando una varietà di vocazioni al Male assolutamente sconvolgente: c’è il macellaio puro e semplice ma c’è anche lo scienziato esperto in veleni; con loro il comunista fanatico, il burocrate in carriera, l’intellettuale e il giudice con la passione delle esecuzioni da sentenziare e da eseguire personalmente; ci sono le donne, accanite e sadiche esattamente come gli uomini, e c’è il recordman, lo Stakanov delle fucilazioni: Vasilij Blochin; ci sono il politico, il cortigiano pronto a tutto pur di compiacere il Capo e il sadico che ha trovato una divisa, una protezione e delle vittime su cui accanirsi. Ma ogni differenza si annulla alla fine di fronte alla montagna di morti, centinaia di migliaia, che la loro azione, spesso concentrata in pochi anni, ha prodotto. Il comun denominatore che li unisce tutti è stato un diabolico mix di ideologia, di carrierismo, di ferocia, di cieca obbedienza e cinismo.
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Storia In Rete ha dedicato il numero 177 ai crimini staliniani