di Roberta Zuccarello da Vanillamagazine
Nel nostro immaginario il nome Hitler ci porta alla mente immagini di una violenza psicologica e fisica disumana, oltre a una ben nota corrente politica. Pensiamo a una sola persona con quel cognome, dimenticando che i cognomi indicano una famiglia di appartenenza e la sua storia.
Leggendo il Mein Kampf, il libro che lo stesso Hitler scrisse mentre si trovava in prigione dopo il Putsch alla birreria di Monaco di Baviera del 1923, e che poi divenne il manifesto del nazionalsocialismo, viene descritta dettagliatamente l’infanzia del dittatore, dove riveste una grande importanza la figura materna, Klara Pölzl, a cui era molto legato, ma non viene menzionato alcun fratello. Questo è un particolare insolito perché una famiglia borghese di fine Ottocento aveva quasi sempre più figli.
Nel corso degli anni, studiosi e biografi sono riusciti a ricostruire l’albero genealogico della famiglia Hitler. Emerge un quadro normale, ma non troppo, anche per l’epoca: i genitori, Alois e Klara, erano cugini e si erano sposati quando lui rimase vedovo per la seconda volta con due figli piccoli a carico: Alois Jr e Angela. Dall’unione di Alois e Klara nacquero sei figli: solo due di loro, Adolf e Paula, raggiunsero l’età adulta, mentre tre morirono neonati a causa della difterite, e il quarto morì a quattro anni per il morbillo. Adolf Hitler ebbe quindi 3 fratelli diventati adulti, un maschio e due femmine, con i quali i rapporti furono tutt’altro che “normali. Vediamo le loro storie, una per una.
Alois Jr
Alois Junior Hitler, nato Matzelsberger, venne alla luce il 13 gennaio 1882 da una relazione adulterina tra Alois Hitler e la futura seconda moglie Franziska Matzelsberger. Quando venne celebrato il matrimonio, poco tempo dopo, Alois venne riconosciuto dal padre e prese il nome di Alois Hitler Jr. Nel 1883 nacque anche la sorella Angela, di cui parleremo dopo, ma nel 1884 Franziska si ammalò di tubercolosi e morì. Con il letto ancora caldo del tepore di Franziska Alois sposò Klara, già sua amante e governante, e con lei nacquero Adolf e Paula.
Alois Jr mostrò subito insofferenza al carattere del padre, che lo picchiava spesso anche a causa degli scherzi di Adolf, il quale godeva della protezione di Klara. Alois Jr mostrò negli anni talento per le materie tecniche, tanto che il padre si convinse a finanziare i suoi studi per farlo diventare ingegnere. Purtroppo, quasi sicuramente dietro insistenza di Klara, Alois cambiò repentinamente idea, permettendo al figlio di frequentare solo un semplice apprendistato dopo la fine della scuola. Alois lasciò la casa paterna a 14 anni per i litigi col padre e (forse) per i rapporti tesi con Klara, madre di Adolf.
Dopo il periodo dell’apprendistato Alois Jr prese una strada tortuosa. Nel 1900 venne condannato a cinque mesi per furto, e due anni dopo fu nuovamente condannato ad altri otto mesi di detenzione. Nel 1905, esasperato e poco adatto alla vita austriaca scappò prima in Irlanda e poi in Inghilterra, dove seguì un altro apprendistato e incontrò Bridget Dowling, di origine irlandese, che sposò nel 1909. Due anni dopo nacque il primo e unico figlio della coppia, William Patrick Hitler, a Liverpool. William tra l’altro fu una spina nel fianco di Adolf, a livello mediatico ovviamente, durante la Seconda Guerra Mondiale, ma di questo abbiamo già parlato nell’articolo dedicato. Nemmeno il formarsi di questa nuova famiglia giovò all’indole disturbata di Alois. Nei quattro anni successivi, prima del suo rientro in Austria nel 1915, passò alle maniere forti con la moglie, spesso ubriaco, e probabilmente violento anche con il piccolo William.
Il periodo tra il 1915 e il 1924 è forse il più oscuro nella vita di Alois Jr, di cui sappiamo poco. Si sposò con Hedwig Heidemann di Groß-Neuendorf, con la quale ebbe un figlio chiamato Heinrich, e per questo venne accusato e processato per bigamia dal tribunale di Amburgo, ma l’accusa decadde poco dopo. Il 3 agosto 1926 si unì al NSDAP, il precursore del partito nazista, con il numero di matricola 41.754, per lasciarlo appena un anno dopo. Stranamente i suoi affari durante la Grande Depressione andarono abbastanza bene, per poi fallire miseramente quando l’economia diede segni di ripresa. Riuscì a sbarcare il lunario grazie a lavoretti saltuari fino al 1934, anno in cui aprì il suo “Konditorei Cafe Alois” nella Wittenbergplatz di Berlino, famoso luogo di ritrovo delle SA. Quasi sicuramente Alois non ebbe contatti con il fratellastro, che nel mentre era diventato il leader della Germania:
Soltanto pochissimi intimi di Adolf Hitler sospettavano l’esistenza di un fratello
Non si sa di preciso cosa fece durante gli anni della guerra. Dopo la fine del conflitto decise di cambiare il proprio nome in Hiller e trascorse serenamente gli ultimi anni della sua vita insieme alla seconda famiglia nei pressi di Amburgo. Morì il 20 Maggio del 1956 ad Amburgo. Fu sepolto nel cimitero più famoso della città con il nome di Hiller.
Angela
Angela Franziska Johanna nacque il 28 luglio del 1883. Secondogenita di Alois Hitler e Franziska Matzselberger, a differenza del fratello maggiore ebbe un ottimo rapporto con il fratellastro Adolf, tanto che fu l’unica sorella ad essere citata nel Mein Kampf. Nel settembre del 1903 sposò l’ispettore fiscale Leo Raubal, dal quale ebbe tre bambini: Leo, Angelika detta “Geli” ed Elfriede. Nonostante il matrimonio, i figli e i buoni rapporti con la famiglia, i primi del ‘900 furono anni difficili per Angela: in pochi anni perse il padre, la matrigna, a cui era in qualche modo legata, tanto da ricevere una piccola eredità, e il giovane marito. Gli anni dopo la Grande Guerra furono tranquilli, e Angela gestì una mensa per studenti ebrei, prendendo così le distanze dalle correnti politiche che attraversavano il continente e di cui avrebbe approfittato suo fratello poco dopo.
Walter Charles Langer è un esperto della famiglia Hitler e descrive così il rapporto tra Angela e i suoi studenti ebrei: “Alcuni dei nostri informatori l’hanno conosciuta durante questo periodo e riferiscono che nei disordini studenteschi Angela ha difeso gli studenti ebrei dagli attacchi, e in diverse occasioni ha picchiato gli studenti ariani allontanandoli dalla sala da pranzo con un bastone. È una persona piuttosto corpulenta, forte, contadina, che è ben in grado di prendere parte attiva nelle questioni“. Negli stessi anni Angela non aveva più avuto notizie di Adolf, fino a quando non la cercò lui, nel 1919. Angela andò a trovarlo quando venne arrestato in seguito al Putsch di Monaco. Negli anni immediatamente successivi Angela si trasferì con Geli nell’Haus Wachenfeld a Obersalzberg, nei pressi di Berchetsgaden, dove lavorò come governante per il fratello.
Purtroppo l’aspettavano tempi bui e dispiaceri. La figlia Geli Raubal, con la quale il fratellastro Adolf aveva con ogni probabilità una relazione, si suicidò nel 1931. Nonostante tutto, Angela continuò a lavorare per il fratello, e una volta incontrò Eva Braun, amante di Hitler e moglie degli ultimi attimi di vita del dittatore. Forse per il dolore causato dalla perdita di Geli, Angela lasciò Obersalzberg per trasferirsi a Dresda. Qui conobbe e sposò l’architetto Martin Hammitzsch nel 1936.
Hitler mal vedeva il matrimonio con l’architetto, ma mantenne lo stesso i rapporti con la sorella (che con estranei chiamava Frau Hammitzsch) perché faceva da ponte con gli altri familiari, con cui il dittatore non voleva avere a che fare. Durante i primi anni della guerra, forse spinta da esigenze economiche, Angela vendette le sue memorie sull’infanzia passata con il fratello Adolf all’Eher-Verlag, guadagnando ventimila Reichsmark, la valuta dell’epoca.
Quando Dresda venne distrutta dai bombardamenti del febbraio 1945, Adolf Hitler fece trasferire Angela nuovamente a Berchetsgaden per evitare che fosse catturata dagli alleati. Angela, insieme alla sorellastra Paula, ricevette centomila Reichsmark dal fratello, e secondo il testamento avrebbero dovuto ricevere una pensione di mille Reichsmark al mese. Quando giunse la notizia della sconfitta della Germania, il marito Martin Hammitzsch si tolse la vita. Angela subì quindi un altro lutto, uno degli innumerevoli della sua vita.
Dopo la fine del conflitto fu interrogata dalle forze alleate riguardo l’attività del fratello. Angela lo difese sempre e comunque, sostenendo che fosse estraneo agli orrori dell’Olocausto “Impossibile che Adolf avesse pensato i campi di concentramento”. Angela Hitler si spense il 30 ottobre 1949 ad Hannover in seguito a un ictus.
Paula
Paula Hitler è la figlia più piccola di Alois Hitler e Klara Pölzl, unica figlia femmina sopravvissuta e unica sorella naturale di Adolf Hitler. Nata il 21 gennaio 1896, non ebbe un’infanzia facile. Come il fratellastro maggiore Alois Jr, soffrì molto il carattere severo del padre, anche a causa delle marachelle del fratello Adolf che la mettevano spesso nei guai. Poche settimane prima del suo settimo compleanno il padre morì. Quando Paula aveva undici anni la madre si ammalò gravemente di tumore al seno e morì nel giro di pochi mesi. Nello stesso periodo Adolf tentò l’ammissione all’Accademia d’Arte di Vienna ma, come ben sappiamo, venne respinto.
Paula acconsentì ad abitare insieme alla sorellastra Angela e alla sua nuova famiglia. Lei e Adolf poterono vivere serenamente i primi anni perché ricevevano il sussidio statale pari a cinquanta corone al mese destinato agli orfani, a patto che studiassero fino all’età di ventiquattro anni. Ciò era possibile perché il padre degli Hitler, Alois, lavorò a lungo come funzionario pubblico. Adolf approfittò della situazione, facendo finta di studiare arte e intascando la pensione, ma raggiunta la maggiore età dichiarò di potersi mantenere economicamente e lasciò l’intero importo a Paula, che studiava ancora al liceo e viveva con la sorellastra Angela, da poco rimasta vedova.
Dopo la scuola Paula cominciò a lavorare come segretaria e stenografa presso la Compagnia di Assicurazione statale federale nella Praterstraße a Vienna, e lì rimase per dieci anni.
Dalla morte della madre, avvenuta nel 1907, al 1920, Paula non ebbe notizie del fratello Adolf, come tutto il resto della famiglia. In quell’anno i due fratelli riallacciarono i rapporti, tanto che nel 1923 Paula lasciò l’Austria per la prima volta nella sua vita per visitare Monaco di Baviera, città dove Adolf si stava imponendo come figura politica. Ma il comportamento del fratello era sempre freddo e distante, e Paula tornò in Austria senza nemmeno considerare un possibile trasferimento in Germania.
Alla fine degli anni Venti Adolf chiese alla nipote Geli, che ormai abitava con lui, di invitare la famiglia al raduno del partito nazista a Norimberga, ma allo stesso tempo vietò ai suoi familiari di iscriversi al NSDAP e successivamente al partito nazista. Hitler non voleva i familiari nelle alte sfere del partito, a differenza di Hermann Göring che, in una becera forma di nepotismo, sistemò tutti i familiari in posizioni di potere.
Nel 1930 la Compagnia d’Assicurazione per la quale lavorava la licenziò improvvisamente. Paula sostenne che il gesto fu dovuto alla sua parentela con Adolf, ma di questo non si hanno prove documentarie.
Nell’estate 1934 Paula si recò in visita da una zia a Waldviertel. Nello stesso periodo il cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss venne ucciso da Otto Planetta, membro delle SS ed esponente di un gruppo di rivoltosi nazisti. Sapendo della parentela di Paula e Adolf, la polizia austriaca si presentò alla casa di Waldviertel, dove in quel momento risiedeva anche la ragazza. Durante la perquisizione furono trovati quattro fucili, quarantacinque munizioni, cinque equipaggiamenti da SA e vario materiale di propaganda nazista. Il cugino di Hitler, Anton Schmidt, fu condannato a sei settimane di carcere.
Paula commentò il tutto sostenendo che fossero “atti di terrorismo da parte del governo austriaco”
Nel 1936, Paula partecipò alle manifestazioni dei Giochi Olimpici Invernali di Garmisch-Partenkirchen. Fu in quell’occasione che Hitler consigliò alla sorella di vivere in incognito: le chiese di abbandonare il nome Hitler e di farsi chiamare Wolff. La scelta del nome non fu casuale: Wolff era il soprannome che Adolf si diede da bambino e il nome in codice che usò durante la guerra e per i primi anni di militanza nel Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori. Paula partecipò a diversi eventi mondani presieduti dal fratello, tra cui il discorso tenutosi subito dopo l’Anschluss, presentandosi sempre come Paula Wolff e nascondendo il grado di parentela.
Paula, da quando si trasferì a Vienna per lavorare, visse sempre nello stesso appartamento a Gersthoferstraße. Nel 1938, quando la guerra sembrava inevitabile e gli ebrei cominciavano a fuggire dalle città tedesche, si presentò all’appartamento il dottor Eduard Bloch, medico della famiglia Hitler, che riconobbe in Paula Wolff la figlia più piccola di Klara Polzl. Il medico era lì per chiedere l’intercessione al dittatore e poter così scappare negli Stati Uniti. Suonò più volte ma non rispose nessuno. Un vicino gli disse che la signora non riceveva nessuno senza appuntamento. Sconsolato, il dottor Bloch se ne andò, ma riuscì lo stesso a partire verso il nuovo continente con l’aiuto di Adolf Hitler.
Esattamente come fu per Angela, Adolf mantenne economicamente anche la sorella Paula, anche se non è certo per quanto tempo questo avvenne.
Della vita privata di Paula Hitler si sa molto poco. Ebbe molto probabilmente una relazione con un ebreo, che il fratello provvide immediatamente a far allontanare, temendo che potesse macchiare la sua reputazione. Si fidanzò con Erwin Jekelius, un importante medico austriaco direttore di un istituto psichiatrico a Vienna, uno dei più accaniti sostenitori del processo di eutanasia in Austria, il quale firmò centinaia di condanne a morte per gli internati nell’istituto da lui diretto. Nel 1943 Erwin chiese la mano di Paula, la quale si consigliò con il fratello Adolf, che rifiutò categoricamente. Anzi fece coscrivere Jekelius, che finì nella Wehrmacht e poi di nuovo in Austria, dove alla fine venne arrestato dai soldati dell’Armata Rossa durante un tentativo di fuga. Venne condannato a venticinque anni di lavori forzati nei gulag, ma morì nel 1952 per un cancro alla vescica.
Dopo gli anni tumultuosi della guerra Paula venne ascoltata dai servizi segreti alleati, che cercavano di ricostruire la vita di Hitler. Esattamente come Angela, Paula difese sempre il fratello: “Non credo che mio fratello abbia ordinato i crimini commessi contro innumerevoli persone nei campi di concentramento. Devo parlare bene di lui, è mio fratello. Non può più difendersi“.
Gli ultimi anni della sua vita furono molto tranquilli. Tornò a vivere a Berchetsgaden, usò nuovamente il cognome Hitler e si ritirò a vita privata grazie a un sussidio sociale. Morì nel 1960 in seguito a un tumore.
Paula fu sempre molto discreta riguardo la propria vita e quella della sua famiglia. Dopo la guerra le televisioni di tutto il mondo facevano a gara per avere una sua intervista, ma lei rifiutò sempre. L’unica eccezione fu l’intervista a Peter Morley, giornalista inglese, in cui ribadì la totale inconsapevolezza del fratello riguardo i campi di concentramento. Di questa intervista, purtroppo, è rimasto solo qualche stralcio.
Con la morte di Paula si concluse la storia dei fratelli Hitler, i parenti più stretti del dittatore più famoso del ventesimo secolo, una famiglia che è proseguita attraverso i figli di Alois Jr e Angela Hitler, anche se i nipoti hanno tutti cambiato cognome. Una famiglia in cui, come in tante famiglie, ci sono dissapori e litigi ma ci si difende a vicenda, anche quando la persona è indifendibile agli occhi del mondo intero.