Il seguente video – che circola tramite il blog di Beppe Grillo – mette in luce alcuni controversi aspetti dell’assedio di Gaeta del 1860-1861, quando l’esercito piemontese schiacciò l’ultima resistenza dell’armata duosiciliana asserragliata nella fortezza campana di Gaeta.
Un episodio che senza dubbio è da rivalutare sotto vari aspetti, dall’eroismo dei difensori alla crudele determinazione degli assedianti. Ma è davvero necessario farlo nei termini di questo video?
Esagerazioni, errori marchiani (Garibaldi che dice “obbedisco” a Teano!), incongruenze, uso di una terminologia violentemente denigratoria (l’esercito piemontese chiamato “cialdinesco”) e la deformazione in senso negativo di eventi assolutamente normali (l’evacuazione dei civili in chiave spettacolaristica e come fosse un crimine di guerra)… tutti esempi di come non dovrebbe farsi la storia, e di come il passo fra revisionismo scientifico e uso politico della storia sia brevissimo.
Da vedere per capire quanto far male la storia possa far male al Paese, alla memoria condivisa, e perfino alla causa di chi vorrebbe seriamente revisionare e rivalutare il passato borbonico.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=ZIiH0pyyoDU[/youtube]
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Inoltre ricorda di votare sul duecentesimo anniversario del Conte di Cavour! E’ stato ricordato adeguatamente o no?
E’ stato ricordato adeguatamente il 200° di Cavour?
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Gentile Signor Adriano, ho letto con attenzione la sua lettera e, premesso che la “Mia Patria “ ( Il Regno delle Due Sicilie era una Nazione e pure all’avanguardia in molte cose nell’Europa, checchè ne pensa Lei) non è morta 150 anni fa, ma fu uccisa e squartata con la scusa della unione, nessuno può confutarle che Lei non abbia “letto moltissimo riguardo questo argomento”. Ma come Lei ben sa la storia la scrivono i vincitori, o meglio gli pseudo storici “prezzolati” da essi e mi dispiace che Lei “ha letto moltissimo” e pedissequamente solo quanto scritto da questi ultimi.
Per questo io Le dico che tutto quello che lei ha scritto io potrei confutarglielo, con dati e documenti, punto per punto e allora non basterebbero cento pagine. Mi limito a ragguagliarla sul fatto che il “ Piemonte avesse pianificato l’annessione….rimpinguare le dissestate casse statali”.
Il bieco Cavour, già dal 1854 progettò uno sbarco in Calabria.
Si convenne… che il ministro avrebbe fornito cinquecento bersaglieri congedati dall’esercito, cento ufficiali, cinquemila fucili, due milioni di lire. L’imbarco sarebbe avvenuto in Sardegna, dopo la prima spedizione, altre si sarebbero succedute: riuscita l’inserruzione di Reggio,si attaccherebbe il fuoco a Messina e in tutta l’isola, si farebbero insorgere gli Abruzzi e la Basilicata…Alla fine i tre calabresi ( Romeo, Plutino e Mauro)…….Il conte di Cavour rimase soddisfatto e noi uscimmo pieni di speranze…
Da Giovanni La Cecilia- Memorie storico-politiche dal 1820 al 1876. pagg.334-5.
Lettera di Cavour al Ministro degli Interni (Urbano Rattazzi) del 1856.
Parigi,9 aprile 1856 Caro Collega,……nell’uscire gli dissi: Milord ( a Clarendon, Ministro Inglese),
sarebbe tempo di adoperare altri mezzi per quanto concerne il Re di Napoli. Mi rispose:”Il faut s’occuper de Naples et bientòt” Lo lasciai dicendogli: “J’irai en causer avec vous”. Credo di potergli parlare di gettare in aria il Bomba (Ferdinando II).
E’ evidente il perseguimento criminale finalizzato all’aggressione e alla conquista manu militari di un altro stato.
In quanto poi all’ ostracismo e al boicottaggio effettuato dai “piemontesi” alla partenza dei “Mille”,
questa è la barzelletta del secolo.
Il direttore generale della Compagnia sarda di navigazione RUBATTINO concesse i due piroscafi per la spedizione, il Piemonte ed il Lombardo solo dietro documento notarile garantito da Vittorio Emmanuele II. Lo stesso Cavour ebbe a dire, il 3 agosto 1860: “ senza gli aiuti d’ogni maniera dati dal Governo, il Generale Garibaldi non sarebbe partito….non sarebbero mai giunti in Sicilia e la spedizione…sarebbe rimasta sterile.” Carlo Tivaroni, L’Italia degli italiani- tomo 2 pagg. 279.
Lei mi dice: ”….In una guerra accadono sempre fatti violenti e… crudeli…La “crudeltà” di Cialdini a Gaeta…….Cialdini doveva fare in fretta…..” Santo Dio, ma quanto mai il Piemonte aveva dichiarato guerra al Regno Borbonico, La guerra fù univoca, fu solo una vigliacca “aggressione”
alle spalle e condotta in modo criminale. Non voglio dilungarmi, Le dirò solo che a Gaeta il Criminale Cialdini aveva i cannoni Cavalli e quindi con una portata superiore a quelli dei Duosiciliani, agiva perciò, in piena sicurezza, eppure per tre mesi ebbe filo da torcere e molte occasioni per evidenziare la sua inumana ferocia. Basti dire che mentre gli Ufficiali Borbonici stavano trattando la capitolazione a Mola di Gaeta (l’attuale Formia), lui non fece terminare i bombardamenti che durarono ancora per tre giorni ,con dispendio di molte altre vite umane , con il bombardamento dell’ospedale e quando saltò in aria la polveriera transilvania fece concentrare tutto il fuoco verso i soccorritori dei feriti, mentre gli ufficiali “piemontesi” che stavano concordando la resa con gli ufficiali Borbonici,si misero a gioire ed a brindare ( e per Cialdini eravamo noi i “Caffoni”).
E che dire dell’ufficiale medico che si portava dietro che “scovava” i criminali e i “Briganti” misurando loro le fattezze del cranio ( A Torino c’è un museo “Il Lombroso” dove sono ancora raccolti i crani dei “criminali”. Può andare a visitarlo se crede, come può andare a visitare il più famigerato dei Lager piemontesi-Fenestrelle -).
Per quanto concerne, invece, tutte le domande che mi pone ,come già detto, potrei confutargliele con dati e documenti alla mano tutte, nessuna esclusa anche se Lei in qualcuna, risulta impreciso.
Infatti mi chiede: “Come mai Lord Palmerstone…….(……….un viaggio nel Regno.)
Allora Le comunico che Il Palmerstone non è mai stato a Napoli. Ce l’aveva con il Regno perchè nel 1838 ci fù quasi una guerra per la questione dello zolfo in Sicilia e anche perchè una nipote del Lord si era fidanzata con un fratello di Ferdinando II che contro il volere del Re se la voleva sposare (consenso negato perchè non era di “sangue blù”) e per questo scappò in Inghilterra e fù diseredato. Ma la ragione principale erano le mire espansionistiche inglesi. Dopo essersi appropriata di Malta, puntava anche ad impossessarsi della Sicilia.
La relazione di cui Lei parla, la famosa “Negazione di Dio” fu farina del sacco di lord William Ewart Gladstone che in un suo viaggio a Napoli parlò, in alcune lettere delle condizioni carcerarie del Regno. Carceri che poi Lui stesso, in seguito, dichiarò di non aver mai visitato ma che aveva scritto quelle lettere su sollecitazione del Palmerstone per denigrare i Borbone.
Si ricordi , poi, che il Regno di Napoli fu il primo, in Italia a concedere la Costituzione (1848) e che la stessa non fù mai abrogata, Sicuramente il Regno aveva i suoi difetti, ne più e ne meno degli altri stati, ma su molti aspetti primeggiavamo, anche economicamente checchè Lei ne dica ( A tal proposito legga Francesco Saverio Nitti). La prima ferrovia in Italia (e non era il “trastullo” del Re, come dicono, ma era solo il primo tratto di un progetto già approvato). Il Primo Stato a portare l’acqua corrente nelle case. Il primo Stato a proporre una forma di socialismo con il “villaggio” di S. Leucio, dove si producevano le miglior sete d’Europa e i lavoratori, con le loro famiglie, abitavano in case costruite appositamente per loro e usufruivano anche di una forma di pensione.
E tante,tante altre cose. Mi sembra di averglielo già detto, Su You tube provi a cliccare Regno delle Due Sicilie troverà tante belle cose.
Oramai gli archivi stanno “eruttando” tutte le verità(e le nefandezze) tenute nascoste per 150 anni, fa niente che i “Savoia”, i loro archivi li tengono ancora ben segregati. Tutta la storia dell’Unità nazionale va rivista e va riscritta come effettivamente si è svolta. Allora, e solo allora,in nome della verità, si può rendere meno lontano il nord dal sud.
“Senza l’aiuto di Palmerston, Napoli sarebbe ancora Borbonica, e senza l’ammiraglio Mundy non avrei giammai potuto passare lo stretto di Messina” Dichiarazione di Garibaldi aprile 1864
“Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili.Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell’Italia Meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio”
Giuseppe Garibaldi – lettera ad Adelaide Cairoli del 1868.
“ Lo stato sabaudo è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando,fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio dim Briganti”.
Antonio Gramsci. Ordine Nuovo del 1920
“ E Torino, più non avendo da mangiare, venne a mangiar Napoli”.
Giacinto De Sivo
Nupo da Napoli
p.s. La ringrazio per i cordiali saluti e anche grazie per il “ Viva ‘o Re”
anche se quest’ultimo saluto è un po’ anacronistico. Andava bene per quei tempi e Stia sicuro
che se avessi vissuto in quell’epoca, sarei stato “Brigante” anch’io.
Cordialità, Nunzio Porzio
Gentile Signor Nunzio per prima cosa vorrei farle i miei più sinceri complimenti per l’approfondita conoscenza dell’argomento. Chiedo scusa per il mia errata citazione riguardo al Lord inglese che aveva redatto la famosa relazione. ( Mi trovo in ferie e non ho potuto controllare e non ricordavo esattamente ) Forse mi sono spiegato male. Quando dicevo ” di aver letto moltissimo riguardo questo argomento ” non mi riferivo alla solita letteratura ” prezzolata ” come la chiama Lei ma a testi, diciamo così, ” contro corrente “. Molte delle cose che Lei mi ha gentilmente segnalato le conoscevo già e, fortunatamente, anche grazie al lavoro di ricerca di molti studiosi stanno venendo a galla. Per quanto riguarda la pianificazione dei piemontesi circa l’invasione del Regno di Napoli del ’54 penso che fosse uno dei tanti progetti che Cavour mise in cantiere e che poi abbandonò. ( non ultimo quello riguardo i Balcani e l’Ungheria ) Nel ’60 Cavour aveva altri progetti in corso e penso che l’invasione del Sud non fosse per nulla nei suoi piani o almeno non fosse nei primi posti della sua personale lista. C’era poi lo scontro continuo con Vittorio Emanuele II circa la politica estera e penso che l’impresa di Garibaldi si sia inserita proprio tra le maglie di questo confronto. Cavour cercò veramente di impedirla anche se, visto anche il favore del Re, non potè fare gran che per impedirla. Gli arresti di Genova e il rifiuto di D’Azeglio non sono barzellette ma fatti reali sicuramente pilotati da Cavour. Quanto a Cialdini non vorrei che fosse passata l’idea che quanto da me scritto suonasse come una difesa o una giustificazione. Cialdini era notoriamente razzista nei confronti del Sud e lo dimostrò ampiamente durante la Guerra del Brigantaggio con i suoi scritti e, purtroppo, anche con i fatti. Per quanto riguarda Gaeta non mi dice nulla di nuovo. Quello che Lei ha citato con tanta precisione lo avevo già letto in più di una occasione. Quanto alla supremazia economica non nego che in alcuni settori il Regno di Napoli fosse all’avanguardia ma rimango dell’opinione che in generale fosse un paese arretrato specialmente in alcune zone del suo territorio. ( parecchi ufficiali piemontesi espressero dubbi sull’opportunità dell’annessione vista la situazione in cui versava molta parte della popolazione soprattutto nelle campagne ) E’ anche vero che la Costituzione strappata a Ferdinando II nel ’48 non fu mai abrogata ma è anche vero che non fu mai rispettata dai Borbone e sia Ferdinando sia suo figlio Francesco la ignorarono bellamente e i governi che si succedettero dal ’48 al ’60 furono tutti di stampo reazionario. Del resto la reazione di Ferdinando ai moti del ’48 fu piuttosto violenta. ( Le ricordo l’assedio di Messina )Le dico onestamente che il revisionismo borbonico radicale non mi piace come non mi piace il revisionismo “padano” della Lega. Ritengo, invece, che una rilettura della nostra storia comune alla luce di documenti certi e fatti reali sia la cosa migliore per far sentire nord e sud più uniti. Se poi questa rilettura potrà servire anche a ridare una giusta dignità storica al Regno delle Due Sicilie ben venga! Non ho una particolare avversione per il Regno di Napoli…Onestamente lo metto sullo stesso piano degli altri ” antichi Stati italiani ” che ritengo solo il risultato della polita temporale dei Papi nei secoli e il frutto di quello scandalo che fu il Congresso di Vienna. E ci metto dentro anche il Regno di Sardegna che solo per caso e forse per la lungimiranza dei suoi sovrani e dei suoi governanti si trovò a capo del movimento nazionale. Come avrà capito io vivo al nord e più precisamente nell’ex Ducato di Parma ( siamo cugini! )anche se provengo dal Granducato di Toscana. Un mio avo fu tamburino nella 2 Compagnia Santa Croce della Guardia Civica di Firenze comandata dal Barone Bettino Ricasoli. Le posso dire, in tutta onestà, che non rimpiango nessuno dei due!! Soprattutto non rimpiango lo stato in cui versava la nostra povera Italia ( o forse solo la mia..). Pensare che per andare da Napoli a Milano bisognava passare 5 diverse frontiere mi fa venire i brividi….La circolazione delle persone e delle merci era a dir poco ridicola. E cosa dire dei sistemi monetari, doganali, di peso e di misura….non ce n’era uno uguale all’altro! Vogliamo poi parlare della situazione politica? Gran parte degli Stati italiani erano politicamente soggetti all’Austria per non parlare di quelli che facevano parte integrante dell’Impero….Onestamente mi pare una situazione che non poteva e non doveva durare e stia sicuro che se avessi vissuto in quell’epoca sarei partito anch’io da Quarto quel 6 Maggio 1860…
Cordiali saluti
Adriano Ciabani
Caro amico Adriano,
Penso proprio che la “figura” di Cavour l’affascina molto. Pure io penso che per il popolo del Centro-Nord sia visto e considerato come un grande statista. Purtroppo, noi del Sud, non possiamo pensarla cosi. Premesso che con gli altri stati che si unirono al”Piemonte” fù usata una politica diversa (furono rispettate le loro leggi, i loro usi e costumi, i loro sistemi di tassazione, ecc.ecc.. -forse perchè non c’era molto da rubare-), per il Regno delle Due Sicilie, invece, non fù unione, ma annessione, o meglio colonizzazione, terra di conquista, mercati da conquistare. Lei mi dice :” Per quanto riguarda la pianificazione dei piemontesi circa l’invasione del Regno di Napoli del ‘54 penso che fosse uno dei tanti progetti che Cavour mise in cantiere e che poi abbandonò.”
Io Le rispondo che l’annessione del Sud era un chiodo fisso di Cavour anche perchè oltre al “tentativo” dei calabresi del 1854, nel 1856 il ns. Conte scrisse al suo Ministro degli interni Avv. Comm. Urbano Rattazzi questa lettera:” Parigi,9 aprile 1856. Caro collega, …..nell’uscire gli dissi
Milord (a Clarendon, ministro inglese) ella vede che non vi è nulla da sperare nella diplomazia, sarebbe tempo di adoperare altri mezzi,..per ciò che riguarda il Re di Napoli. Mi rispose:”Il faut s’occuper de Naples et bientot”. Lo lasciai dicendogli:” J’irai en causer avec vous”. Credo poter parlargli di gettar in aria il Bomba ( Re Ferdinando).
Il 10 marzo 1859, ancor prima che Ferdinando II morisse, a Torino si riunì il consiglio dei ministri, il quale decide ed approva la spedizione dei Mille ,deliberando anche tre voci di spesa e precisamente: Lire 40 mila per provviste e munizioni del Generale; Lire 12.500 ( non si capisce perchè) ; Lire1.137.000 per spese varie di vestiario e per i viveri.
Il verbale è firmato da Cadorna e da Cavour. Era assente (perchè fuori Torino) il solo ministro delle finanze (e questo due mesi prima della partenza dei Mille).
Ed ancora, il conte Gabaleone Ruggiero di Salmour (uomo di corte) nelle sue memorie scrive:” Debbo un fatto per provare che fin dal 1859 cavour pensava seriamente all’annessione del Reame di Napoli. Nell’ottobre di quell’anno…mi recai da Cavour…….facilmente avrebbero indotto il Re di Napoli a dare una costituzione al suo popolo. “Ma come” mi rispose “tu che sei di spirito cosi fine hai potuto pensare un istante che noi vogliamo che il Re di Napoli dia una costituzione? Ciò che noi vogliamo e che noi faremo è di prenderci i suoi stati”.
Allora? È sempre convinto che la conquista del Regno di Napoli non fosse nei pensieri di Cavour?.
Riguardo a Lei, l’avevo intuito che eravamo “cugini” perchè L’avevo impersonificata nel Vice Priore della Contrada Trinità di S. Secondo Parmense, sbaglio?.
A proposito del Granducato di Toscana, voglio raccontarLe una storia. Nel maggio del 1785, Ferdinando I (e IV) si trovava ospite di Leopoldo I il quale non perdeva occasione per cercare di dare lezioni di governo al suo reale cognato. E dopo averlo “abbagliato” delle sue riforme, chiese a quest’ultimo, con tono beffardo, quante riforme egli avesse realizzato. – Nessuna- rispose Ferdinando. Si fece silenzio, poi Ferdinando, col suo dialetto napoletano gli chiese: “ ma tu hai molti napoletani al tuo servizio, nei tuoi stati?- Neanche uno, rispose Leopoldo. – Ebbene, sappi che io ho circa trentamila Toscani nel mio regno e persino nel mio palazzo. Ci sarebbero,fratello mio, se tu avessi insegnato loro a guadagnarsi il pane nei tuoi Stati?. Nuovo e profondo silenzio,ci pensò poi Carolina a sviare la conversazione.
A proposito molti artisti partenopei stanno prendendo coscienza per cui molti loro lavori, tra il serio e il faceto, parlano e sviscerano gli argomenti di cui sopra. Per un quarto d’ora di svago e di divertimento ne consiglio, tra i moltissimi, due su YOU TUBE, uno serio, l’altro semiserio:
Eddy Napoli (cantante di Renzo Arbore ) MALAUNITA’
Paolo Caiazzo (comico-cabarettista ) MADE IN SUD
Un saluto cordiale, Nupo da Napoli
Nupo da Napoli.
p.s. nel commento precedente ho commesso un errore, il verbale del consiglio dei ministri del Piemonte la data è giusta (10 marzo 1859 ), è errata la partenza dei mille che avverrà 14 mesi dopo (maggio 1860 )
Caro Nunzio,
quanto a ricerca vedo che non scherza, come ha fatto a ” beccarmi” subito? Sì, sono io. E’ tale l’amore per il mio paese che cerco in tutti i modi di preservarne le tradizioni e la storia anche attraverso un Palio Storico.
Riguardo alla nostra discussione quello che proprio non riesco a capire è come Il nostro ” bieco ” Conte sia riuscito a fare tanti danni in così pochi mesi. Ricapitoliamo: il plebiscito è dell’Ottobre del 1860, l’Unità è del 17 Marzo del 1861 e Cavour muore il 6 Giugno dello stesso anno. ( otto mesi scarsi ). Considerando i mezzi di comunicazione e di trasporto dell’epoca e tenendo presente che Cavour non si mosse mai da Torino c’è da dire che fu veramente un fenomeno!!! Nemmeno Hitler e Stalin sono riusciti a far di meglio! Se il buon vecchio Adolf avesse studiato meglio la storia del famigerato Conte di Ebrei, Zingari, omosessuali, andicappati e comunisti ce ne sarebbero rimasti veramente pochi…..Io la vedo in maniera totalmente opposta. A mio parere se invece di andarsene a “spalare carbone all’inferno” così presto fosse rimasto alla guida del suo Paese ancora per qualche anno, probabilmente, le cose sarebbero andate diversamente anche per il Sud. La verità è che Cavour aveva idee assolutamente nuove ( per l’Italia ) in fatto di economia, di agricoltura, di trasporti e infrastrutture di rapporti fra Stato e Chiesa e se fosse riuscito a metterle in pratica ne avrebbe sicuramente giovato anche il Meridione. Purtroppo le cose non sono andate così….I governi successivi sono stati diretti da personaggi mediocri e di second’ordine e i risultati sono stati quelli che tutti conosciamo. Ritengo anche che una buona parte della responsabilità di quanto accaduto sia da imputare a una classe politica meridionale incapace, affarista e clientelare che, anzichè pensare al bene delle zone che rappresentavano, pensavano piuttosto al proprio interesse e a quello delle forze che li avevano votati. A mio parere il grande merito di Cavour fu quello di essere riuscito a unire tutte le forze che spingevano per l’Unità e a farle lavorare “insieme” per questo scopo. Del resto il suo sogno era l’unificazione e la perseguì con tutti i mezzi anche i meno leciti. Del resto si sa che in politica ” il fine giustifica sempre i mezzi “. Se l’unificazione fosse partita dal Sud per me sarebbe la stessa cosa….Il problema è che la monarchia napoletana non aveva una mentalità tanto aperta da poter recepire un messaggio del genere…..
Cordiali saluti.
Adriano Ciabani