Biglietti e lettere minatorie. Questo è quanto ha ricevuto Luca Andreini, aspirante regista, per aver voluto portare a teatro la tragedia delle foibe con lo spettacolo intitolato “Rumoroso silenzio”.
dal del 12 ottobre 2015.
Lo studente diciottenne ha ricevuto lettere non francobollate contenenti contenti due mappe, in cui sono cerchiati di rosso il teatro Gavazzeni di Seriate dove andrà in scena lo spettacolo a febbraio e lo spazio Polaresco, dove si stanno svolgendo le prove; inoltre una scritta è comparsa su un muro davanti alla sua abitazione e alcuni biglietti minatori sono stati affissi sulla porta di casa. Non è però la prima che volta che questa parte della nostra storia genera ostilità negli ambienti dell’antifascismo e di una certa sinistra.
Già Simone Cristicchi, con il suo spettacolo “Magazzino 18” era finito al centro di una bufera mediatica che ha rischiato di compromettere la messa in scena dello spettacolo. Ancora più emblematica è la storia di “Rosso Istria”, del regista Antonello Belluco, film sottoposto a boicottaggio da parte dell’ANPI.
La questione Foibe rimane una parte non condivisa della nostra storia. Tutto cominciò nel 1943 nella regione italiana dell’Istria, in cui furono ritrovati centinaia di corpi all’interno di cavità naturali, appunto le foibe. Con la sconfitta italiana sul fronte orientale, e l’occupazione da parte della Jugoslavia titina delle regioni dell’Istria della Dalmazia nel 1945, gli infoibamenti ripresero con più forza. Tra i caduti figurano non solo personalità legate al fascismo, ma anche ufficiali, funzionari e dipendenti pubblici, insegnanti, impiegati bancari, sacerdoti, parte dell’alta dirigenza italiana contraria sia al comunismo, sia al fascismo, tra cui compaiono esponenti di organizzazioni partigiane o anti-fasciste, autonomisti fiumani, collaboratori, nazionalisti radicali e semplici cittadini, per una cifra stimata attorno ai 10 mila morti.
Questo momento buio della nostra storia, rimasto troppo a lungo dimenticato dai più, rimane un terreno di contesa per chi, con volontà politiche ben precise, vuole ancora oggi negare e dimenticare questa immane strage compiuta nei confronti del nostro popolo.