Ma è proprio vero che l’Italia non ha fatto i conti col Ventennio fascista? O piuttosto non sarà che c’è un’Italia che non vuole fare i conti col fatto… di aver già fatto i conti con quel periodo della nostra storia nazionale?
A cento anni dall’inizio del regime di Mussolini, con la Marcia su Roma consumata il 28 ottobre 1922, Storia in Rete – con l’aiuto, tra gli altri, di importanti storici come Paolo Simoncelli, Giuseppe Parlato, Eugenio Di Rienzo, Andrea Ungari, Enrico Tiozzo, Aldo A. Mola e fime storiche della rivista come Guglielmo Salotti, Luca Gallesi, Marco Cimmino, Michele Rallo – stila un bilancio della consapevolezza storica sul Fascismo. Ne è uscito uno Speciale da non perdere (Dal 4 novembre 2022 in edicola, 128 pagine, € 9,90), un panorama che a livello di coscienza pubblica segna dei netti passi indietro rispetto al passato. Mentre infatti negli ultimi due decenni del secolo scorso l’Italia non aveva timore di confrontarsi col periodo più controverso della sua storia, tanto a livello popolare quanto di dibattito accademico, il centenario della Marcia su Roma vede trionfare l’involuzione e la banalizzazione.
Con questo speciale Storia in Rete intende dare ai lettori una panoramica del Ventennio utile anche e soprattutto per capire come oggi gli italiani percepiscano e considerino il loro passato. Dalla conquista del potere (importante il saggio di Giacinto Reale sul bilancio delle violenze della guerra civile strisciante tra il 1919 e il 1922) alle realizzazioni del Regime; dalle mostre che negli anni Ottanta cercarono (invano) di storicizzare il Ventennio (con pezzi di Pietro Romano e Luca Di Bella) all’ipotesi, avanzata dallo storico Marco Pizzo, di un “museo del Fascismo” con cui chiudere in vetrina quel capitolo di storia nazionale; dalla pagina buia delle leggi razziali all’ingresso nella Seconda guerra mondiale fino al mistero dell’epilogo, il 25 luglio 1943.
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