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Intervista al gen. Raudino per i 170 anni dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito

Intervista a cura del ten.col. Emilio Tirone per Storiainrete.com

In occasione dei 170 anni dalla costituzione dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, Storia in Rete intervista il Generale di Divisione Paolo Raudino (nella foto qui sotto), Capo del V Reparto Affari Generali. Il Generale Raudino ha frequentato l’Accademia Militare di Modena. Proviene dai ranghi della specialità Granatieri, la più antica della fanteria italiana. Ha ricoperto vari incarichi di comando e di staff, tra cui quello di Comandante della Brigata “Granatieri di Sardegna” (2017-2018), al termine del quale ha assunto l’attuale incarico di Capo Reparto allo SME. Insignito di un gran numero di onorificenze, ha conseguito 2 lauree e 3 master e ha frequentato svariati corsi di elevatissimo livello ed è in possesso di numerosissime abilitazioni.

Generale, 170 anni sono un bel traguardo e gli anniversari sono sempre un’occasione per riflettere sul percorso compiuto. Da dove si è partiti?

Le origini dell’Ufficio Storico risalgono, come quelle di tutto l’Esercito Italiano, all’Armata Sarda. Nello specifico l’Ufficio Storico discende dall’Ufficio Militare, che fu istituito dal Comandante Generale del Corpo, Generale Enrico Morozzo della Rocca, in data 16 luglio 1853, con l’Ordine del Giorno n. 712, che divideva l’Ufficio centrale del Regio Corpo di Stato Maggiore dell’Armata Sarda, precursore dell’attuale Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, in due Uffici Speciali (Ufficio Geodetico-Topografico e Ufficio Militare). Subito dopo, nel 1856, la promulgazione delle Istruzioni sull’Uffizio Militare del Regio Corpo di Stato Maggiore e sull’ordinamento dell’Archivio del medesimo dettagliava i vari compiti dell’Ufficio, articolato, a sua volta, in quattro Sezioni (Tattica-logistica, Statistica militare, Storia militare e Politica militare). La Sezione Storia militare assumerà la denominazione di Ufficio storico nel 1902.

Con quale finalità si decise di collocare la branca storica all’interno dell’organo di vertice della Forza Armata?

La collocazione dipese da esigenze prettamente operative. Infatti, uno dei principali compiti attribuiti all’Ufficio Militare del Regio Corpo di Stato Maggiore era, in tempo di pace, quello di pianificare le operazioni, individuando scenari futuri e maturando l’esperienza delle operazioni militari del passato appena concluso. A tal fine la Sezione di storia militare  funzionava da “banca dati”, raccogliendo la documentazione delle operazioni effettuate e redigendo delle relazioni. In tal modo, venivano fornite un insieme di conoscenze e di informazioni essenziali per elaborare l’organizzazione, gli ordinamenti, la condotta delle operazioni e l’impiego delle forze. Non a caso, i primi documenti raccolti furono quelli relativi alle Campagne del 1848-1849 e della Guerra d’Oriente (Crimea). Un concetto moderno e ancora attuale, che oggi viene riproposto nell’insegnamento della storia militare negli Istituti di formazione dell’Esercito sotto forma di ammaestramenti, o come si usa dire, di lesson learned.

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Quindi tra i vari compiti c’era anche la conservazione dei documenti?

Esatto, fin dal nascere dell’Ufficio, tra i vari compiti era ricompreso quello archivistico. L’articolo 1 delle Istruzioni sull’Ufficio militare, infatti, individuava proprio quello di «raccogliere ed ordinare», oltre quello storico pubblicistico, consistente nel «compilare dietro documenti autentici raccolti nell’Archivio del Corpo od altrove, la storia delle campagne e degli avvenimenti militari del paese, oppure anche le memorie relative alle guerre contemporanee». Sempre nelle Istruzioni era specificato che per facilitare lo svolgimento di tali compiti «l’Ufficio Militare per maggiore comodità, sia nel classificare i documenti d’interesse militare sia nel consultarli, ha il suo Archivio proprio, il quale deve intendersi una frazione staccata dell’Archivio generale del corpo di Stato Maggiore».

Tali compiti sono sempre rimasti invariati nel tempo?

L’impostazione iniziale di conservazione della documentazione a fini storici e, nello stesso tempo, di supporto alle attività dello Stato Maggiore, attraverso le varie evoluzioni organiche e organizzative dell’Ufficio, rimase immutata fino alla fine del secondo conflitto mondiale. Ciò ha permesso, nel tempo, di preservare un’enorme massa documentale riguardante la storia dell’Esercito Italiano, di grande pregio e valore, soprattutto rispetto alle fasi della formazione dell’Unità Nazionale terminata con la Prima Guerra Mondiale. Con il passare del tempo il compito conservativo è diventato quello della custodia della memoria, a cui si sono aggiunti i compiti discendenti di valorizzazione dei documenti e di diffusione delle conoscenze storiche ad essi legati, attraverso, principalmente, le attività di pubblicistica e di consultazione, oggi svolte dall’Ufficio Storico dello SME.

Come, invece, si è evoluta l’organizzazione dell’Ufficio?

L’Ufficio fu riarticolato più volte, in particolare nel 1865, con l’istituzione, della Sezione pubblicazioni militari. Nel 1891, per volere dell’allora Ministro della Guerra, Generale Pelloux, fu costituita, un’altra importante istituzione, la Biblioteca Militare Centrale. Essa riuniva la Biblioteca dello Stato Maggiore Generale e di topografia del Regno di Sardegna, fondata a Torino nel 1814, quella del Ministero e quella del Distretto Militare di Roma. Con l’ulteriore variante organizzativa, nell’ambito del Reparto Operazioni del Corpo di Stato Maggiore, tutte le competenze furono assunte dalla Sezione storico-militare, che prese, come detto, il nome, definitivo, di Ufficio Storico nel 1902.

Qual era la sua collocazione?

Proprio nel 1865 l’Ufficio Militare, seguendo le sorti dello Stato Maggiore passò da Torino a Firenze, per poi raggiungere la definitiva sede di Roma nel 1871-72. In occasione di tali spostamenti, si provvide a versare all’Archivio di Stato di Torino l’antico “Archivio della guerra” dell’Armata Sarda, con l’eccezione delle Campagne risorgimentali, e, nello stesso tempo, a riordinare e completare le raccolte documentali esistenti.

Quali furono le vicende successive?

Nel 1914, in prossimità del conflitto, l’Ufficio Storico fu temporaneamente sciolto. Per la durata della guerra fu costituita, presso l’Ufficio affari vari del Comando Supremo, la Sezione storica, con il fine di raccogliere, in tempi immediati, tutta la documentazione necessaria per la compilazione della relazione ufficiale sull’intera Campagna di guerra che fu effettuata, al termine del conflitto, dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore, ricostituito nel 1919. Nel periodo tra le due guerre mondiali l’Ufficio fu impegnato soprattutto nell’opera di salvaguardia del patrimonio e della memoria della partecipazione italiana al Primo conflitto mondiale, attraverso la raccolta di documenti e relazioni, la loro elaborazione e l’osservazione della storiografia straniera, un’intensa attività editoriale di qualità.

E durante la Seconda Guerra Mondiale?

Durante la Seconda guerra mondiale l’Ufficio, e con esso il suo Archivio, subì varie vicissitudini. Per motivi inerenti alla sicurezza, fu spostato nella sede di Orvieto, dove, dopo l’armistizio, furono occultatati i documenti più importanti e riservati per evitare che cadessero in mano tedesca. La restante documentazione, acquisita dall’Ufficio Storico della RSI, nel 1944 fu trasferita al Nord, a Trescore (BG), dove rimase fino alla fine della guerra senza subire sostanziali danneggiamenti. In seguito agli avvenimenti del settembre 1943, lo Stato Maggiore del Regio Esercito riorganizzò invece il proprio Ufficio Storico nella sede di Lecce, occupandosi in prevalenza di documentare le attività svolte in cobelligeranza con gli Alleati. Tale Ufficio nel luglio 1944, al seguito dello Stato Maggiore, raggiunse la sede di Roma, dove gradatamente venne fatta confluire tutta la documentazione dispersa per motivi bellici, tra cui, nel 1967, quella finita in un primo tempo, nel 1943, in Germania e successivamente, nel 1945, negli Stati Uniti.

Ed oggi?

Attualmente, l’Ufficio Storico, articolato in Sezioni, è posto, nell’ambito dello Stato Maggiore dell’Esercito alle dipendenze del V Reparto Affari Generali da me diretto. Tale collocazione risale al 1° gennaio 1973, quando l’Ufficio Storico passò alle dipendenze del V Reparto, insieme all’Ufficio Documentazione e Propaganda, già alle dirette dipendenze del Capo di SME.

Perché questa collocazione? Di cosa si occupa il Reparto Affari Generali?

Quale elemento di staff dello Stato Maggiore dell’Esercito, il V Reparto Affari Generali, presiede una molteplicità di attività e funzioni, tra cui il “benessere del Personale”, con particolare riferimento alla protezione sociale ed ai benefici assistenziali, l’attività di cerimoniale e di relazioni esterne, coordinando la concessione dei concorsi della Forza Armata, il coordinamento nel settore storico-militare, promozionale e sportivo dell’Esercito. Per far fronte a tali compiti è attualmente ordinato su 6 Uffici: Affari Generali, Cerimoniale e Relazioni Esterne, Sport, Promozione, Centro Pubblicistica e Storico ed ha alle sue dipendenze anche il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito.

Come è organizzato oggi l’Ufficio Storico e di cosa si occupa?

L’Ufficio è attualmente articolato su quattro Sezioni: “Coordinamento, rapporti altri enti ed editoria”, “Archivio, ricerca e studi”, “Musei, cimeli e mostre” e “Biblioteca Militare Centrale”. Esso presiede a varie attività, tra cui le principali sono la produzione editoriale e la divulgazione delle opere librarie, la conservazione della storia dei Corpi dell’Esercito, l’araldica militare, l’organizzazione di mostre e convegni, il coordinamento dei Musei e delle Biblioteche militari, la raccolta, la conservazione e la valorizzazione dei fondi documentali, dall’epoca risorgimentale ad oggi, attraverso l’Archivio storico documentale e iconografico (AUSSME – Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito).

Qual è la funzione attuale dell’Archivio?

L’Archivio, oltre a ricoprire un ruolo centrale per le attività dell’Ufficio, è oggi inserito a pieno titolo nell’organizzazione archivistica nazionale essendo aperto al pubblico per la consultazione e la ricerca.

Cosa conserva attualmente l’Archivio? Che interesse può avere per uno studioso?

L’Archivio è deputato per legge a ricevere in versamento la documentazione di carattere militare e operativo della Forza Armata. Il suo patrimonio è in continua crescita. In particolare, quale preziosa testimonianza della vita dell’Esercito Italiano, dall’iniziale disposizione ministeriale del 31 dicembre 1862 a oggi, annualmente riceve le Memorie storiche di tutti gli Enti, Distaccamenti, Reparti e Comandi (EDRC) che lo costituiscono. Esso possiede un patrimonio documentale valutato in circa otto milioni di documenti, suddivisi in fondi in continua espansione grazie alle acquisizioni provenienti da più soggetti militari produttori e anche da donazioni private. L’Archivio dispone anche di un settore iconografico, costituito da immagini fotografiche, cartoline militari e calendari prodotti da Enti e Reparti.  Il materiale fotografico è valutato intorno al mezzo milione d’immagini su supporti vari (stampe, negativi, lastre, diapositive) riguardanti le principali Campagne di guerra, in particolare Prima e Seconda Guerra mondiale e l’immediato secondo Dopoguerra. Le cartoline, circa 30.000, dalla fine dell’800 ai giorni nostri, provengono in gran parte da collezioni private. L’Archivio conserva inoltre il cosiddetto Codice Cenni, una vasta raccolta concernente la produzione artistica del disegnatore Quinto Cenni e di suo figlio Italo, continuatore dell’opera del padre. Numerosi, infine, sono i versamenti di documenti e archivi di alte personalità militari scomparse e le donazioni di carte personali (diari, memorie, lettere, fotografie, ecc.) che l’Archivio continua a ricevere da eredi e privati cittadini contribuendo alla formazione di nuovi fondi di grande interesse. In tal modo, non solo si accresce la consistenza materiale del patrimonio archivistico, ma se ne incrementa costantemente anche l’interesse storico scientifico, che viene ulteriormente dilatato in molteplici campi di studio, che spaziano ben oltre l’orizzonte strettamente tecnico operativo militare.

Quindi l’Archivio è aperto al pubblico?

L’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, essendo inserito a pieno titolo nell’organizzazione archivistica nazionale, è aperto alla consultabilità secondo i limiti di legge attualmente in vigore, in particolare secondo i dettami del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Come si può accedere all’Archivio e alla Biblioteca Militare?

L’Archivio dell’Ufficio Storico ha sede in via Lepanto, 5 all’interno della Caserma “Nazario Sauro” mentre la Biblioteca Militare Centrale in Via XX Settembre n. 123/A in Roma. Le modalità aggiornate di accesso, su prenotazione, sono ricapitolate e consultabili facilmente dal sito https://www.esercito.difesa.it/

Quali sono le principali criticità attualmente legate allo svolgimento di attività così complesse e varie? Quali gli obiettivi futuri?

Vivendo in un momento storico caratterizzato dalle limitate risorse, la gestione ottimale dell’ingente massa documentale è garantita grazie all’operato quotidiano di donne e uomini dalle valide competenze umane, spessore professionale ed esperienza. Tutto ciò, ha consentito all’Ufficio Storico di mantenere, in ambito Forze Armate, una nota di eccellenza soprattutto nelle attività fondamentali, come quella editoriale e quella di accoglienza del pubblico in Archivio. Fra gli obiettivi a breve termine vi sono il mantenimento della qualità e varietà nella risposta al pubblico attraverso l’offerta editoriale, la consultabilità documentale e continuando le molteplici attività di comunicazione e partecipazione ad eventi nazionali ed internazionali di alto valore culturale. Fra quelli a medio e lungo termine, sicuramente sono in primo piano: la digitalizzazione del patrimonio archivistico, sia ai fini conservativi sia di facilitazione alla consultazione, il miglioramento infrastrutturale dei locali dedicati alla conservazione, documentale, libraria e museale. In ogni caso, la legittima ambizione dell’Archivio è di aumentare sempre più tra il personale della Forza Armata la coscienza delle proprie tradizioni, attraverso la diffusione della conoscenza, e diventare sempre più il punto di riferimento della storia militare in ambito italiano, attraverso una costante dialettica tra militari storici e storici militari.

Generale, fin qui ci ha efficacemente illustrato il lungo percorso compiuto dall’Ufficio Storico, i compiti per cui è nato, le sue successive evoluzioni nonché la sua vision futura. Mantenendo un linguaggio aziendale, in conclusione, in cosa individua la mission odierna della sua organizzazione?

“Preservare e valorizzare la memoria della Forza Armata”, obiettivo che l’Ufficio Storico persegue attraverso molteplici attività di alto profilo specialistico. Si passa dalla tutela del patrimonio documentale, librario e museale, al campo della ricerca e degli studi storico-scientifico, alla diffusione della cultura storico-militare, non solo attraverso la produzione editoriale, ma anche promuovendo eventi e utilizzando tutti i mezzi di comunicazione oggi disponibili. L’Ufficio Storico provvede a fornire consulenza storica a soggetti pubblici e privati non solo nazionali. Per tale motivo, si può affermare che l’Ufficio Storico costituisce una risorsa pregiata dello Stato Maggiore dell’Esercito, che esprime un’ulteriore e diversa capacità della Forza Armata di relazionarsi con le altre Istituzioni e con l’intera società, non solo fornendo un servizio culturale di pubblica utilità ma svolgendo il ruolo di custode di una parte importante della nostra memoria nazionale.

SEDI DELL’UFFICIO STORICO DELLO SME

Uffici – Via Etruria, 23 Roma

Archivio Storico – Via Lepanto, 5 Roma

Biblioteca Militare Centrale – via XX settembre, 123/A Roma

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