“Tecnica della sconfitta” (Nuova editoriale Florence Press, pp. 542, € 24,00) è uno dei capolavori di Franco Bandini, uscito in prima edizione negli anni Sessanta. Giornalista e scrittore senese scomparso nel 2004, Bandini fu inviato speciale per oltre 40 anni del Corriere della Sera, della Domenica del Corriere, dell’Europeo e della rivista Tempo. Profondo conoscitore della storia della prima e seconda guerra mondiale e autore di opere fondamentali, è stato il primo sostenitore dell’ipotesi della doppia fucilazione di Mussolini, per mano prima di 007 legati all’Inghilterra, e poi dei partigiani comunisti. Era considerato uno dei maggiori esperti europei di Intelligence. Il libro, che rievoca i giorni delle decisioni fatali dell’Italia tra il 1939 e l’estate del1940, fino alla battaglia di Punta Stilo, è un j’accuse documentatissimo sulle responsabilità di tutti i livelli della classe dirigente italiana di allora. Bandini spiega oltre ogni ragionevole dubbio come l’intervento italiano in guerra era voluto e desiderato solo dall’Inghilterra che doveva allargare in ogni modo il conflitto per provocare così l’intervento degli Stati Uniti.
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