Lo studio su una ciocca di capelli dimostra che non sarebbe parente del conquistatore corso. Ma arrivò al potere solo per quello
di Matteo Sacchi da Il Giornale del 27 Aprile 2014
Il 10 dicembre 1848 la Seconda Repubblica francese tenne le sue prime elezioni presidenziali. Era stato un anno di rivolgimenti in tutta Europa e i francesi, che ne avevano viste di tutti i colori, scelsero come primo presidente, a sorpresa, il principe Carlo Luigi Napoleone Bonaparte. Stracciò sia il candidato socialista, Ledru-Rollin, che quello repubblicano, Cavignac, raccogliendo 5 milioni di voti. Come? Beh di suo aveva fatto pochino, tranne farsi arrestare ogni tanto per fallimentari colpetti di Stato. Però si portava dietro un nome, Napoleone, e un cognome, Bonaparte, capace di far sognare nuovi fasti imperiali. Insomma, un po’ di populismo, tanti disordini e l’eredità genetica del carisma altrui (era pur sempre il figlio del fratello dell’Imperatore) bastarono a regalargli il potere prima e il titolo imperiale poi (come Napoleone III).
Bene, per fortuna nessuno dei milioni di tripudianti elettori di allora era ancora in vita, ieri, per leggere la gigantesca articolessa pubblicata da Le Figaro. Sarebbero stramazzati al suolo davanti al titolo inappellabile: «Et si Napoléon n’etait pas le neveu de l’Empereur (E se Napoleone III non fosse stato nipote dell’imperatore)». Un lungo e dettagliato studio del professor Gerard Lucotte, genetista esperto di ricerche sui cimelii napoleonici, raccontato dal quotidiano pone infatti seri dubbi sulla nascita legittima di Napoleone III.
Ecco i fatti. Il professor Lucotte ha esaminato una ciocca di capelli in possesso di un collezionista belga che sarebbe stata tagliata a Napoleone III il 6 marzo 1871. Come spiega Le Figaro, trattasi di un collezionista famoso per avere «pezzi» autentici, altrimenti l’analisi del Dna conta zero, e per di più il campione è estremamente ben conservato, senza che qualcuno abbia avuto la malsana idea di trattarlo con prodotti conservanti o di rinchiuderlo in un medaglione (come si usava all’epoca). Sul cromosoma Y (che è un marcatore specifico della linea paterna) di Napoleone III non c’è alcuna traccia dell’aplogruppo (una combinazione di varianti cromosomiche) corso-sardo che invece spicca nel cromosoma Y di Napoleone I. C’è invece un molto più diffuso aplogruppo caucasico. La scoperta era così scottante che Lucotte ha fatto una controprova anche sul cromosoma Y del figlio di Napoleone III, lo sfortunato Napoleone Eugenio Luigi Giovanni Giuseppe Bonaparte (1856-1879). Il principe imperiale ha un aplogruppo caucasico compatibile con quello di Napoleone III, ma di nuovo diversissimo da quello di Napoleone I.
E allora che dire? Una volta preso atto che un antico detto latino, mater semper certa est, pater numquam, si rivela saggissimo resta da capire dove, e come, sia saltata la discendenza, a causa di corna imperiali. Le colpevoli possono essere soltanto due. O Maria Letizia Ramolino, la mamma di Napoleone I e di suo fratello Luigi, o Ortensia de Beauharnais, moglie di Luigi e madre di Napoleone III. Forse anche in questo caso ci verrà in aiuto la genetica, ma di certo anche la storia, con tutte le sue lacune e le sue bugie, qualcosa può dirci. Sulla Ramolino, la descrizione storiografica è piuttosto compatta: maritata a 14 anni, ligia, austera, nemica del fasto, mai incline alla vita di corte anche dopo la grande ascesa del figlio. Certo, le malignità sulla legittimità di Napoleone I non erano mancate, e del resto sui potenti non mancano mai.
Invece Ortensia, figlia di Josephine, prima moglie di Napoleone I, aveva tutt’altra indole. Non vi è dubbio che ebbe un figlio illegittimo, nel 1811, dal generale Charles Joseph conte de Flahaut che i più ritenevano a sua volta figlio illegittimo di Talleyrand. E Napoleone III ebbe un rapporto piuttosto affettuoso con il fratellastro che lo nominò ministro dell’interno e presidente del corpo legislativo. Ma la lista degli amanti di Ortensia, secondo gli storici, è decisamente più lunga anche se negli altri casi mancava (sino ad ora?) il «frutto del peccato»: una liaison con il generale Duroc che avrebbe voluto sposare, una eccessiva confidenza con René Vallet de Villeneuve, marito di una delle sue dame di compagnia, troppa simpatia verso certi nobili olandesi. Se non bastasse, gli studiosi dopo il dato del Dna ripescheranno sicuramente alcuni dati biografici che qualche dubbio lo avevano procurato anche in precedenza. Nel 1807 era morto il primogenito amatissimo di Ortensia, Louis Charles, e lei si era rifugiata alla stazione termale di Cauterets, nei Pirenei. Lì era lontano dal marito, bella e addolorata. E se si considera la data in cui venne alla luce il futuro Napoleone III, il 20 aprile 1808, e si torna indietro di 9 mesi si arriva al luglio del 1807, quando la regina d’Olanda era ancora sola alle terme. Riabbracciò il marito solo il 12 agosto del 1807. Il noto ostetrico Baudelocque si affrettò a constatare che il bambino era un po’ prematuro ma, si sa, esistono diagnosi di comodo. E anche oggi qualcuno si metterà a discutere sugli esami effettuati, magari mettendo in discussione i campioni. Intanto si pensa di esumare Luigi Bonaparte per controllare anche lui e avere qualche certezza in più (leggasi inchiodare la povera Ortensia).
Allo stato attuale, tuttavia, sembra che cinque milioni di francesi abbiano votato per un Napoleone per niente Doc. Che abbiano affidato il proprio destino, sino al disastro di Sedan, a qualcuno che si spacciò, consciamente o inconsciamente, per chi non era. Napoleone III diceva che la politica non ha visceri. Magari aveva ragione, ma di sicuro adesso la Storia ha la genetica.