Un concerto per flauto di Antonio Vivaldi che si credeva perduto è stato scoperto in Scozia in mezzo a una montagna di carte polverose conservate agli archivi nazionali di Edimburgo. Il manoscritto, una copia di 300 anni fa della partitura originale del compositore italiano, comprende le parti per “Il Gran Mogol”, uno di una serie di quartetti del musicista la cui esistenza era nota attraverso un catalogo dei un libraio olandese del 18/o secolo: gli altri, intitolati “La Francia”, “La Spagna” e “L’Inghilterra” restano perduti.
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dal TG1 online dell’8 ottobre 2010
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La partitura, quasi completa (manca una parte per il secondo violino), è stata autenticata da Andrew Wooley, musicologo alla Southampton University. Non è chiaro come sia arrivata in Scozia: una teoria è che sia stata acquistata da lord Robert Kerr, un amante del flauto e figlio del terzo marchese di Lothion, durante un grand tour in Europa all’inizio del Settecento. Il testo non è stato scritto di proprio pugno dal violinista del tardo barocco, ma copiato dall’originale nel diciottesimo secolo. Trattandosi però dell’unico esemplare di cui si abbia conoscenza, il ritrovamento è importantissimo. Lo spartito non é completo perché manca una parte per il secondo violino. Gli studiosi britannici sono riusciti a ricostruirlo interamente aiutandosi con un altro concerto per flauto di Vivaldi, custodito a Torino e che è probabilmente una riedizione del “Gran Mogol”. Secondo l’opinione di alcuni ricercatori l’opera non sarebbe stata mai eseguita e la prima è già stata programmata per gennaio alla “Perth Concert Hall” di Edimburgo.
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Inserito su www.storiainrete.com il 25 ottobre 2010