La Cina ha festeggiato i 90 anni del Partito Comunista, che fu fondato a Shanghai il primo luglio del 1921 durante un congresso a cui parteciparono dodici delegati, tra cui Mao Tse-tung che all’epoca aveva 28 anni. In questi giorni i muri delle città cinesi sono ricoperti di manifesti e dipinti che inneggiano all’anniversario riproducendo il simbolo del partito, ovvero la falce e il martello. In Piazza Tiananmen a Pechino è stata eretta una gigantesca statua della bandiera rossa con falce e martello, alcuni gruppi di studenti hanno dipinto l’emblema sui muri della città insieme ad alcuni slogan celebrativi del partito, e ci sono persino composizioni di fiori gialli e rossi disposti in modo da riprodurre il simbolo comunista.
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da del 28 giugno 2011
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La falce e il martello non sono soltanto l’emblema del Partito comunista cinese, ma sono stati storicamente usati da stati e partiti comunisti e socialisti in tutto il mondo. Rappresentano rispettivamente la classe contadina e quella operaia e divennero particolarmente diffusi tra le classi lavoratrici come simbolo della lotta contro nobili e borghesi negli anni precedenti alla Rivoluzione russa. Inizialmente al posto della falce veniva usato un aratro stilizzato, e anche con l’arrivo della falce i due simboli non erano incrociati ma affiancati. Comparvero uniti durante la Rivoluzione di ottobre nel 1917 a simboleggiare la lotta comune di contadini e operai: si trovavano riprodotti su bandiere, uniformi e medaglie dell’Armata Rossa. L’immagine venne usata per la prima volta in un documento ufficiale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa nel 1918, e nel 1922 divenne l’emblema dell’Armata Rossa. Nel 1924 venne adottata anche nella bandiera dell’Unione Sovietica insieme alla stella rossa a cinque punte; entrambi i simboli in caratteri dorati su campo rosso. La bandiera rossa veniva utilizzata da partiti e movimenti socialisti e comunisti dai tempi della Comune di Parigi nel 1871.
(Clicca su una delle immagini per vedere la galleria fotografica da “Il Post.it”)
La bandiera con falce e martello si diffuse enormemente tra i partiti che fecero parte del Comintern – l’organizzazione internazionale dei partiti comunisti – e che la adottarono come simbolo, in alcuni casi modificandolo leggermente e producendone nuove versioni. In Italia venne utilizzato per la prima volta al congresso del PSI a di Bologna del 1919. Nel 1953 il pittore Renato Guttuso ne ritoccò la versione che fu impiegata dal PCI fino al suo scioglimento nel 1991.
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In alcuni paesi ex sovietici, tra cui Ungheria e Polonia, l’uso pubblico del simbolo è oggi vietato per rispetto alle vittime della dittatura comunista. Nel 2010 i ministri degli Esteri di Lituania, Lettonia, Ungheria, Romania e Repubblica Ceca hanno chiesto all’Unione Europea di vietare l’uso di simboli comunisti, tra cui la falce e il martello, al pari di quanto aveva proposto la Germania nel 2005 a proposito delle svastiche naziste. In molti si sono detti contrari per via dell’impiego del simbolo da parte di diversi partiti e movimenti socialisti e comunisti ormai distanti dalla dittatura sovietica.
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Inserito su www.storiainrete.com il 7 luglio 2011