da Storia In Rete n. 176 – novembre 2020
Entro il 2026 Maximilien Robespierre (1758-1794) avrà il suo museo nella sua città natale, Arras, nel nord della Francia. Sede del museo sarà la casa in cui il futuro capo dei giacobini visse tra il 1787 e l’aprile 1789 quando partì per partecipare agli Stati Generali, a Versailles. Lo ha confermato Frédéric Leturque, sindaco di Arras. Nel 2016 l’associazione “Amici di Robespierre” ha presentato una petizione di 7.000 firme raccolte per ricordare che è dal Bicentenario della Rivoluzione Francese (1989) che viene atteso un museo dedicato al capo dei giacobini. Alla fine il comune ha compreso l’interesse economico e turistico che potrebbe derivare dalla valorizzazione della sua immagine. Non tutti però sono d’accordo a dedicare un museo a un personaggio che considerano «un tiranno assetato di sangue». Per questo «sarà che un museo, un centro di interpretazione. Non si tratta di santificare Robespierre, né di denigrarlo, restiamo piuttosto dell’idea di spiegare il suo ruolo durante la Rivoluzione, dando un posto d’onore agli strumenti digitali. Si tratta di riposizionare Robespierre nella sua città natale», ha spiegato Laurent Wiart, curatore responsabile del patrimonio ad Arras. Il prossimo febbraio 2021 il consiglio comunale dovrà decidere definitivamente sulla creazione di questo spazio museale, nel quadro del piano di investimenti pluriennale. Il costo dell’operazione, sostenuta solo per un terzo dal Comune, è stimato in 800 mila euro.