Come i più sanno il “vero” Conte Dracula conte non era affatto, e non era nemmeno transilvano, ma era voevoda, cioè principe, e valacco. Inoltre se non vampiro nonmorto, comunque era un tipo di quelli che nostra madre non vorrebbe mai che frequentassimo: signore della Valacchia, all’anagrafe faceva Vlad III. Era nato nell’attuale Romania, a Sighisoara, nel 1431 e morì in battaglia nel 1476. Fu un guerriero colto e implacabile che compì efferati delitti e stragi indicibili nell guerre contro i turchi ottomani. Il nome Dracula deriva dal titolo Dracul che il padre Vlad II si attribuì per la sua appartenenza all’ordine del Drago (draco in latino), ordine cavalleresco nato per difendere la cristianità dalle eresie e dall’invasione ottomana. Ed è in questa veste che Vlad III intrattenne rapporti con il Pontefice Romano, Papa Pio II (1405 – 1464, sul trono di Pietro dal 1458) che preoccupato dell’avanzata turca nei Balcani immaginò di poter trovare nel sanguinario principe un valido aiuto. Ma Vlad era troppo sanguinario anche per i non altissimi standard quattrocenteschi: nei suoi “Commentarii”, Pio II parla di Vlad III con parole di orrore e meraviglia, descrivendone le vicende tragiche e le imprese leggendarie. Per qualcuno i due si sarebbero anche incontrati a Firenze. Ma tra i due la distanza era tale che Papa Piccolomini preferì accordarsi con Matteo Corvino d’Ungheria per controllare l’esplosiva situazione danubiana. E con i suoi “Commentari” ha lasciato una traccia, autorevole, in più per ricostruire la figura storica del vero Dracula.