Il nobile, Duca di Castro: “Condivido pienamente le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia e non ci stiamo ad apparire nostalgici di un passato che ha le sue luci e le sue ombre. Ma vorremmo che questo anniversario costituisse anche un’occasione per un confronto diverso e più profondo”
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da AdnKronos del 14 marzo 2011
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La dignità di Maria Sofia e le conquiste sociali dei Borboni. Corre su questi due assi la celebrazione dell’Unità d’Italia da parte del ‘Reame’ per eccellenza, la Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, che nel pantheon delle iniziative per festeggiare l’anniversario chiama a ”impegni concreti per il Sud”. ”Condivido pienamente le celebrazioni per i 150 anni dell’Unita’ d’Italia – spiega all’ADNKRONOS il Principe Carlo di Borbone, Duca di Castro – e non ci stiamo ad apparire nostalgici di un passato che ha le sue luci e le sue ombre. Ma vorremmo che questo anniversario costituisse anche un’occasione per un confronto diverso e più profondo, rivisitando il Risorgimento per analizzare i problemi che portano alla nascita della questione meridionale”.
”E’ vero – aggiunge – che la storia la scrivono sempre i vincitori. Questi giorni possono tuttavia costituire una base di dialogo intelligente, che superi la storiografia e le memorie di parte. Uno spazio, insomma, per ricordare anche il pensiero e l’opera dei miei antenati”. ”Sul dizionario – fa notare il Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano – al termine borbonico è collegato il significato di ‘arretrato’ o ‘poliziesco’. Occorre ricordare che i Borbone hanno svolto un’importante opera di sviluppo culturale, industriale e sociale”.
”Nessuno di noi – precisa – era lì in quel periodo, ma l’economia del tempo era fiorente e al momento dell’annessione del Regno, il bilancio era attivo più di quelli di tutti gli altri Stati italiani del tempo. Basterebbe spulciare le carte degli archivi di Stato per verificare quanto queste affermazioni siano fondate”.
”Non vogliamo mostrare l’elenco delle glorie passate – precisa il il Principe Carlo di Borbone – ma ci preme ricordare in particolare il polo industriale di Mongiana, in Calabria, dove venne edificata l’8 marzo 1771 proprio sotto Re Ferdinando, la più grande industria metalmeccanica d’Italia, per non parlare poi delle antiche seterie di San Leucio. Proprio lì, ‘nell’arretrato’ Regno Borbonico non pochi storici e analisti vedono ora l’esempio concreto di un socialismo popolare, la realizzazione storica dell’Utopia della Città del Sole. Peraltro, si realizzò anche un sistema di previdenza sociale e sanitaria”.
”Dunque – rimarca il Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano – quando si leggono gli avvenimenti della storia senza pregiudizi, ci si accorge che i primati del Sud non si fermano alla prima ferrovia Napoli-Portici, ma presentano esempi virtuosi quali il primo sistema pensionistico o le case per gli studenti, l’assistenza sanitaria gratuita, la legislazione in materia ambientale che è ancora all’avanguardia. Esempi di un Sud positivo e della dignità del lavoro”.
”Mi auguro perciò – prosegue il Duca di Castro – che il 17 marzo possa significare una rilettura di tutto un momento storico spesso volutamente ignorato o travisato. Dopo 150 anni dalla scomparsa del Regno delle Due Sicilie c’è ancora un problema aperto: la questione del Sud. E sui libri non sempre la narrazione è innocente”.
”Dopo il 1860 – osserva Carlo di Borbone – si sono verificate purtroppo le prime migrazioni, l’impoverimento dello Stato e lo smarrimento dell’identità. In questo percorso – fa notare il Principe Carlo di Borbone – occorre rileggere anche il fenomeno brigantaggio, che in molti casi volle dire onore e attaccamento al Regno e di sicuro non può essere liquidato per doveroso rispetto verso tutti i caduti, come semplice delinquenza”.
Nella ricorrenza dei 150 anni, la Real Casa borbonica riporta cosi sotto i riflettori ”le vicende di Gaeta, la difesa del patriottismo e la storia di Maria Sofia, una donna che fu sempre vicina al suo popolo. Da tutto ciò – fa osservare il Principe Carlo di Borbone – viene un messaggio di incoraggiamento a quel Sud che i Borbone hanno amato più della loro vita. Il Mezzogiorno ritrovi l’orgoglio delle proprie radici. Il presidente Napolitano ci ha invitato in queste celebrazioni per i 150 anni dell’Unità a superare le incomprensioni del Risorgimento, cercando nuove ragioni di impegno condiviso”.
”Casa Borbone – assicura – darà il proprio contributo affinchè tutti insieme possiamo sentirci più italiani. Lo faremo anche attraverso l’opera dell’Ordine costantiniano, tra tradizione e solidarietà concreta. Dal 18 marzo in poi – conclude – ci auguriamo una nuova immagine per il Sud: la civiltà e l’orgoglio vanno bene, ma serve anche maggior senso civico e progetti di lungo respiro. Solo così, nel Mediterraneo delle scelte, gli italiani potranno guardare con responsabilità e passione civile al futuro che ci attende”.
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Inserito su www.storiainrete.com il 21 marzo 2011