Canada: i bambini uccisi nelle scuole cattoliche? Una bufala anticristiana

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di Giuliano Guzzo da Il timone del 4 marzo 2025

«Ehm scusate, ci siamo sbagliati». Non è stato detto proprio così, ma di fatto è questo il senso della decisione assunta dal governo candese di sciogliere la Commissione consultiva nazionale sulle scuole residenziali, i bambini scomparsi e le sepolture senza nome. In questo modo, trova ufficialmente fine una delle più grandi bufale anticattoliche degli ultimi decenni. Che, giunti a questo punto, è il caso di ripercorrere brevemente. Tutto ha avuto ufficialmente inizio in un giorno ben preciso: il 27 maggio 2021.

È quel giorno, infatti, che viene diffusa una notizia bomba dal capo indiano della tribù di Kamloops, Rosanne Casimir: l’apparecchio georadar aveva riscontrato alcune «anomalie del suolo» classificabili come «probabili sepolture» di 215 «bambini scomparsi» in un meleto sul terreno di una ex scuola residenziale a appunto Kamloops, nella Columbia Britannica, uno di quei collegi attivi tra il 1870 e il 1996 pensati per l’educazione degli indigeni, amministrati principalmente dalle Chiese cattolica e anglicana allo scopo di assimilare i giovani nativi alla cultura canadese e convertirli al cristianesimo.

Da quell’annuncio del maggio 2021, sono partite ricerche con il georadar che, dopo ormai quattro anni (e nonostante segnalazioni presunte fosse comuni presso ex collegi gestiti da chiese cristiane), non hanno prodotto alcuna prova – neppure una – che suffragasse le aspettative. Ciò nonostante, fino all’anno scorso il primo ministro Justin Trudeau in persona aveva insistito sul fatto che sì nelle scuole residenziali dei crimini fossero stati commessi; e che bisognava assolutamente far luce di essi.

Così si è continuato ad indagare inutilmente fino ai giorni nostri, con tre anni di lavori e un investimento colossale, stimato in oltre 216 milioni di dollari. Peccato che tanti sforzi non abbiano portato ad alcun risultato. Di qui la decisione del governo canadese che, come si diceva in apertura, ha di fatto ammesso il proprio flop. Tuttavia c’è chi non si arrende. Per esempio Crystal Gail Fraser, membro della commissione d’inchiesta, ha definito la decisione del governo un «tradimento», rammaricandosi che siano andati perduti «i valori della verità e della riconciliazione».

Nel frattempo, la polemica sui presunti crimini della Chiesa cattolica in Canada continua a colpire il mondo accademico: l’annullamento di una lezione dello storico britannico e religioso anglicano Lord Biggar al Regent College di Vancouver – dopo che era stato accusato di aver negato l’esistenza delle fosse comuni -, ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione attorno a questo tema. Il fatto è che, come si diceva all’inizio, che dei 215 «bambini scomparsi» non c’è traccia. Dunque bisognerebbe rassegnarsi a questo fatto, che risulta ormai acclarato anche con appositi libri sull’argomento.

In particolare, sulle pagine della nostra rivista (qui per abbonarsi) dello scorso aprile, abbiamo illustrato nel dettaglio contenuti del libro inchiesta Grave Error: How the Media Misled Us (and the Truth about Residential Schools), che riscostruisce dettagliatamente l’intera vicenda, davvero diversa da com’è stata inizialmente presentata. Ma non inutile, purtroppo. Sì, perché un frutto amaro, anzi amarissimo – e questo sì reale – questa storia l’ha portato alla luce: il feroce odio anticattolico, che in Canada ha portato al rogo e alla distruzione di oltre 120 chiese cattoliche. L’ultimo caso al riguardo, come abbiamo raccontato, si è verificato nei giorni scorsi. Perché le bugie hanno le gambe più o meno corte, invece l’odio non si ferma.

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