Due storici e giornalisti di lungo corso, Franco Bigazzi e Dario Fertilio, hanno scritto un libro davvero ricco di notizie. Di quel genere di notizie che mass media e storiografia tendono a nascondere e trascurare perché imbarazzanti e in grado di mettere in discussione la visione oleografica del Particto comunista italiano e del suo leader più famoso ancora oggi: Enrico Berlinguer. Berlinguer e il Diavolo (Paesi edizioni, p. 144, € 14,00) è un saggio storico affronta il legame politico-economico che univa l’Unione Sovietica al Partito Comunista, fin dai tempi di Stalin e poi in seguito, attraverso un viaggio che culmina nella segreteria di Berlinguer, e anche successivamente. Contiene rivelazioni importanti sui finanziamenti illeciti, le armi, il sistema di spionaggio. E una rivelazione finale che coinvolge anche la classe politica russa succeduta alla caduta del regime: i dossier più imbarazzanti per i comunisti europei messi in sordina (ma non distrutti) per tenere sotto scacco i nuovi partiti progressisti nati in fretta e furia sulle cenerei dei vari partiti comunisti (in Italia i Ds, poi Pds e infine PD) per cercare di rendere meno evidenti i legami che duravano fin dall’indomani della Rivoluzione Russa. In questo contesto l’icona di Enrico Berlinguer viene messa a nudo, pur riconoscendo al personaggio una sua grande valenza e dignità storica. Sette capitoli da leggere tutti d’un fiato per avere una visione originale e spesso taciuta del modus operandi di Botteghe Oscure.
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