Annibale diventa nero e prende il volto di Denzel Washington, che potrebbe essere il nonno del condottiero, 29enne quando passò le Alpi con gli elefanti. Rabbia della Tunisia
di Francesca Galici da Il Giornale del 10 dicembre 2023
Il revisionismo storico dei grandi colossi dello streaming in nome del politicamente corretto sta facendo storcere il naso un po’ a tutti, diventando quasi un caso da studiare. Dopo la Biancaneve olivastra e senza nani della Disney e il re vikingo Jarl Haakon diventato nero, solo per citarne alcuni, ecco che dal colosso statunitense trasformano anche il condottiero Annibale in un uomo dalla carnagione scura, scatenando la furia dei tunisini, che all’eroico politico del 247 a.C. hanno dato i natali. Ebbene sì, il condottiero di Cartagine, nella versione streaming di Netflix, ha il volto di Denzel Washington. Un attore senz’altro di primo piano, la cui bravura non può essere in alcun modo contestata, ma non attinente a quella che è stata la storia del politico cartaginese.
La scelta di Washington per quel ruolo appare dissonante da diversi punti di vista, in quanto l’attore è all’alba dei 70 anni e la storia, invece, si racconta che quando Annibale entrò con gli elefanti attraverso le Alpi, sconfiggendo l’esercito romano nell’epica battaglia di Canne, di anni ne aveva appena 29. L’Annibale di Netflix, oltre che nero, potrebbe quindi essere il nonno di quello reale.
I tunisini, ci tengono a una rappresentazione accurata del personaggio, che stando a quanto ricostruito dagli storici e dagli esperti, era un bianco semita di origine fenicia. In sostanza, se quella del colosso dello streaming voleva essere una ricostruzione storica del personaggio, mancano proprio le basi affinché questa sia credibile. “Esiste un rischio di falsificazione della storia: bisogna prendere posizione e difendere l’identità tunisina”, ha dichiarato il deputato tunisino Yassine Mami durante una discussione in parlamento.
La tendenza al blackwasghing, ormai diffusa nel cinema e nelle produzioni televisive, sta cercando di riscrivere la storia alterando i connotati dei suoi personaggi. La storia non può essere cambiata e riscritta secondo le mode del momento e la “rivalsa sociale” per la popolazione di carnagione nera non può passare dalla revisione di personaggi esistenti, con caratteristiche e connotati precisi. Se si parla di appropriazione culturale in altri contesti, se si critica il “black face”, cosa si dovrebbe dire di questa pratica ormai consueta?
Possono essere raccontate altre storie che hanno come protagonisti uomini e donne di colore, se ne possono inventare di nuove con attori di carnagione scura, ma continuare a distorcere storia e cultura con il revisionismo di questo tipo rappresenta un’offesa, come sottolineano i tunisini. Ma molti avanzano l’ipotesi che Netflix non sia altro che uno strumento di propaganda ideologica. “Netflix voleva fare una serie su Malcom X ma si sono accorti che era già nero. Quindi non aveva senso”, si legge in un commento caustico sul tema.