Una galleria fotografica racconta come la neutrale Svizzera si sia preparata durante la guerra fredda a sopravvivere a uno scambio nucleare fra le due superpotenze. Un viaggio inquietante nell’incubo atomico, che oggi torna di attualità quando si susseguono le voci secondo le quali Berna avrebbe ripristinato l’obbligo a tenere razioni d’emergenza in casa per ogni cittadino elvetico… (SiR)
Da Swissinfo del 03.07.2009
Dagli anni ’60 in Svizzera è obbligatorio costruire dei rifugi antiatomici negli edifici abitativi nuovi. Oggi, in caso di necessità, nei rifugi vi è posto a sufficienza per dar protezione a tutta la popolazione. Un caso unico al mondo.
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Anni 60′, la proliferazione nucleare è al suo apice. L’esercito svizzero nel 1966 si dota di una nuova tenuta di protezione. (foto: RDB/Kuhn)
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Nella maggior parte degli edifici costruiti a partire dagli anni ’60 esiste un rifugio antiatomico. In tempi normali possono essere utilizzati anche per altri scopi, come ad esempio a Verbier, dove un rifugio è stato adibito ad albergo. (Foto: Peter Gerber)
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Fresco anche in piena estate. L’ideale per un bar-discoteca, come qui a Berna. (Foto: Peter Gerber)
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Tutto è pronto per far fronte a un attacco o a una catastrofe maggiore. (Foto: RDB/Kuhn)
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Da 5 a diverse centinaia di posti. Nel 2006 vi erano 300’000 rifugi in case, istituti ed ospedali, nonché 5’100 rifugi pubblici, per un totale complessivo di 8,6 milioni di posti protetti. (Foto: Peter Gerber)
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Prove generali in un rifugio della protezione civile. Una scena conosciuta a tutti coloro che hanno fatto il militare in Svizzera. (RDB/Rutishauser)
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L’arte di ricavere un locale in più nella propria casa. (Foto: Peter Gerber)
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Maschera a gas per tutti. (Foto: RDB/Kuhn)
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Confort spartano, ma l’importante è sopravvivere. (Foto: Peter Gerber)
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Con un paio di ritocchi e un po’ di buongusto si possono fare meraviglie… (Foto: Peter Gerber)
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… l’importante, però, è di non soffrire di claustrofobia. (Foto: Peter Gerber)
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La corsa ai rifugi antiatomici può cominciare; esposizione della protezione civile nel 1963. (Foto: RDB/Stampfli)
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Un tocco di colore non guasta. (Foto: Peter Gerber)
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Città rase al suolo. Morti e feriti dappertutto. Ma la protezione civile è pronta, era il messaggio trasmesso in questa esposizione del 1963. (Foto: RDB/Stampfli)
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Un rifugio per proteggere i propri ricordi. Cosa chiedere di meglio? (Foto: Peter Gerber)
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Reliquie della Guerra fredda? Non secondo il governo svizzero, che ha deciso di non abolire la legge che decreta l’obbligo di costruire rifugi nelle abitazioni private nuove. (Foto: Peter Gerber)
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“La neutralità non garantisce dalla radioattività”. Era questo uno dei motti in voga negli anni ’60. (Foto: RDB/Rutishauer)
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L’entrata del albergo-rifugio di Verbier non è certo quella di un cinque stelle. Per 25 franchi a notte ci si può però accontentare. (Foto: Peter Gerber)