Presentato in Senato un intervento del senatore del Partito Democratico Gaetano Borioli contro il Premio Acqui Storia. Il prestigioso evento è stato infatti al centro di polemiche in particolar modo per il riconoscimento conferito quest’anno al romanzo storico di Dario Fertilio “L’ultima notte dei fratelli Cervi” (Marsilio), che racconta la vicenda dei sette partigiani fucilati dai fascisti con una lettura revisionista che non è piaciuta all’ANPI.
Nell’intervento del senatore Borioli tuttavia si va oltre, affermando che “le istituzioni pubbliche non hanno fatto un minimo riferimento al ricordo dell’eccidio in cui caddero circa 10.000 fanti ed ufficiali italiani”. Una dichiarazione erronea, poiché durante la serata di gala oltre al consueto ricordo dei caduti della divisione Acqui (che non furono 10 mila ma notevolmente di meno come dimostrato da alcuni studi recenti, fra i quali quelli di Massimo Filippini, figlio di uno dei caduti nell’episodio) è stato omaggiato dalle autorità e dagli ospiti un reduce della divisione Acqui, accolto dal pubblico con vivi e commossi applausi e manifestazioni di patriottismo. [SiR]
Legislatura 17ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 130 del 23/10/2013
Sul premio Acqui Storia
BORIOLI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BORIOLI (PD). Signor Presidente, svolgo questo mio breve intervento per richiamare l’attenzione dell’Aula su un accadimento dello scorso fine settimana in provincia di Alessandria, precisamente ad Acqui Terme con l’edizione annuale del premio Acqui Storia.
Quello di Acqui Storia – credo sia noto a molti colleghi – è uno dei premi più prestigiosi di storia contemporanea, istituito alla fine degli anni Sessanta per ricordare l’eccidio della 33a Divisione di fanteria che dalla cittadina termale prende il nome, trucidata a Cefalonia e a Corfù. Oltretutto, di quell’eccidio, nel settembre di quest’anno, ricorreva il 70° anniversario.
Nel corso dell’ormai pluridecennale storia che vanta alle proprie spalle il premio Acqui Storia, sono state premiate personalità del mondo e della ricerca storica di diversa estrazione culturale, dando sempre corso ad un pluralismo che in qualche modo è una espressione di assoluta qualità. Quanto è successo quest’anno, però, è molto grave: il premio Acqui Storia, proprio in occasione del 70° anniversario, non solo si è svolto senza nemmeno che le istituzioni pubbliche, che ad esso danno vita, abbiano fatto un minimo riferimento al ricordo dell’eccidio in cui caddero circa 10.000 fanti ed ufficiali italiani – e che il presidente Ciampi ha definito il primo atto della Resistenza – ma addirittura, attraverso un programma, in una sua parte significativa, ha avuto in realtà il sapore, non già di mettere a confronto il libero dibattito delle idee delle ricostruzioni storiografiche, ma di smantellare e scalfire in profondità, alla radice, il nucleo fondamentale di una verità storica che ha affidato a quella vicenda e alla liberazione italiana l’elemento costitutivo e fondativo della nostra democrazia.
Ho già scritto una lettera al Presidente della Repubblica e alla Presidenza del Senato – quel premio si fregia dell’adesione del Senato della Repubblica – perché credo non si possa consentire, fermo restando il rispetto delle opinioni di tutti, che occasioni come quella, che dovrebbero servire a celebrare e a ricordare la memoria costitutiva della nostra democrazia, servano invece a riscrivere e a stravolgere la storia. È un fatto molto grave che desidero segnalare all’Aula e che anticipo poi compendierò in una lettera che sarà inviata anche alla Presidenza. (Applausi dai Gruppi PD e M5S e del senatore Laniece).
PRESIDENTE. Sarà mio dovere segnalare quanto da lei riferito alla Presidenza.
IL REDUCE DELLA DIVISIONE ACQUI OMAGGIATO DAL SINDACO DI ACQUI TERME ALLA CERIMONIA DI PREMIAZIONE LO SCORSO 19 OTTOBRE