La Spagna firmò accordi economici che diedero respiro alla dittatura di Videla e alle terribili tattiche di sterminio del popolo argentino. Lo rivela in un’inchiesta giornalistica il quotidiano spagnolo Público. Si tratta del primo di una serie di articoli, il risultato di diversi anni di ricerca realizzati dal giornalista di origine argentino Danilo Albin.
da l’Antidiplomatico del 21 ottobre 2014
Secondo il quotidiano spagnolo nei primi anni del regno di re Juan Carlos, la Spagna sottoscrisse accordi milionari con il sanguinoso regime del dittatore argentino Jorge Videla: nella seconda metà degli anni ’70 accordi commerciali tra i due paesi permisero all’Argentina di ricevere crediti dalla Spagna che avrebbero coperto le spese causate dalla repressione del regime.
Secondo il giornale, tra le figure responsabili di tale accordi c’è il Re Juan Carlos.
Nella sua intensa campagna al fine di trovare soci facoltosi, la giunta militare avrebbe anche contattato il potente banchiere spagnolo, Emilio Botín (padre), affinché il banco Santander recuperasse le due filiali che gli avevano rimosso i peronisti.
L’autore di questa pubblicazione controversa, afferma che il rapporto tra i due governi è andato oltre la cooperazione commerciale. “C’è stata una collaborazione molto stretta che si mantenne in segreto tra entrambi i paesi. Continueremo a fornire prove che le relazioni tra la Spagna di Juan Carlos de Borbón e Adolfo Suarez, e Videla in Argentina e i voli della morte sono andati molto più in là dei semplici accordi economici “, dice Albin.
“Documenti segreti dimostrano che Juan Carlos stesso fu incaricato di facilitare gli accordi tra la Spagna della transizione e l’Argentina dei voli della morte. Molti di questi documenti sono ancora classificati come riservati, sia in Spagna che nel paese del Sud America, perché rivelano il ruolo di mediatore del re nel sostenere una dittatura che aveva bisogno di soldi per continuare la sua brutale repressione “, ha sottolineato il direttore del giornale digitale spagnolo Carlos Enrique Bayo, nelle dichiarazioni a RIA Novosti.