Due cantieri aperti per salvare anche l’arte, ritrovare i simboli di una comunità e ricominciare a sperare. In una “zona rossa” ancora inaccessibile dopo il terremoto, a Mirandola, i vigili del fuoco hanno iniziato le opere di recupero nell’antica chiesa quattrocentesca di San Francesco, che custodisce quattro tombe monumentali della famiglia Pico, e in quella seicentesca del Gesù.
.
di Peppe Caridi da del 22 giugno 2012
.
Nella prima è in sostanza la facciata l’unica parete ad aver resistito alle scosse. La storica struttura, nella navata centrale e nell’abside, è invece collassata riducendosi a un cumulo di macerie. I pompieri del nucleo Speleo Alpino Fluviale che si sono calati all’interno hanno però documentato come nella parte settentrionale, miracolosamente, siano rimaste integre le tombe dei Pico. Dopo che la facciata sara’ imbragata, con tecniche utilizzate anche a L’Aquila, sara’ possibile bonificare l’intera area. Nella chiesa barocca del Gesù è stato salvato il crocifisso ligneo del ’500 tanto caro ai mirandolesi, perchè portato in processione tradizionalmente il Venerdì Santo. I vigili del fuoco lo hanno estratto dal rudere con un’imbragatura dopo essersi calati da un’altezza di 27 metri. Missione compiuta anche per la statua della Madonna Nera, portata in salvo dopo essere stata protetta con una struttura di legno vincolata a una fune. I pompieri del Saf hanno recuperato anche diverse tele custodite nell’attiguo ex convento dei gesuiti.
______________________________
Inserito su www.storiainrete.com il 24 giugno 2012