Per decenni la Gran Bretagna ha distrutto migliaia di documenti compromettenti che testimoniavano le violenze e gli orrori compiuti durante gli ultimi anni dell’impero britannico. I documenti sopravvissuti alla sistematica cancellazione sono stati tenuti nascosti agli storici e al grande pubblico per mezzo secolo, custoditi e sorvegliati dal ministero degli Esteri in un archivio segreto. Solo mercoledì 18 aprile una prima parte dei file raccolti a Hanslope Park, località del Buckinghamshire a nord ovest di Londra, è previsto che vengano mostrati per la prima volta ai cittadini del Regno Unito cui è data facoltà di consultarli presso l’archivio nazionale di Kew, nel Surrey. Tuttavia sono proprio alcuni degli 8.800 documenti relativi a 37 ex colonie britanniche, che il governo ha promesso di trasferire da Hanslope Park a Kew, a contenere le istruzioni che mostrano come, a partire dal 1961, si autorizzò e incoraggiò la distruzione del materiale più compromettente.
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di Lorenzo Berardi da Lettera43 del 18 aprile 2012
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IL TIMORE DI UN INCIDENTE DIPLOMATICO. Il timore di Londra era che documenti chiave per dimostrare la repressione violenta adoperata dalle autorità coloniali britanniche nei confronti dei movimenti indipendentisti sorti nelle ex colonie in Africa e Asia sarebbero potuti finire nelle mani dei primi governi liberi di questi Paesi. Un’eventualità che avrebbe creato tensioni diplomatiche e compromesso l’operato dei servizi segreti ma, soprattutto, «imbarazzato il governo di sua Maestà, la polizia, le forze armate, i dipendenti pubblici dell’impero nelle colonie e gli informatori» come scritto sui fogli top secret riportati alla luce.
Il Guardian ha svelato che la decisione di rendere pubblica una parte dei documenti custoditi a Hanslope Park è arrivata a seguito della causa intentata allo Stato britannico da un gruppo di cittadini kenyani torturati dagli inglesi a fine Anni 50. Una mossa che ha convinto il Foreign office, il ministero degli Esteri inglese, ad aprire i propri archivi segreti incaricando uno storico dell’università di Cambridge, Tony Badger, di curare il trasferimento degli 8.800 file desecretati dal Buckinghamshire al Surrey. «Questo materiale avrebbe dovuto essere disponibile negli archivi pubblici già negli Anni 80» ha commentato il professor Badger secondo cui «la decisione del ministero di pubblicare i documenti è arrivata in ritardo e pone il Foreign office in una posizione mortificante e scandalosa».
TACIUTI GLI OMICIDI IN MALESIA E KENIA. Quello che le carte uscite dai caveau di Hanslope Park hanno deciso di mostrare per la prima volta al grande pubblico sono documenti di estrema importanza per accertare le responsabilità dirette e indirette dei governi britannici alternatisi negli Anni 50 circa le violenze perpetrate dalle forze di Londra nei territori d’oltremare.
Fra le prove più compromettenti vi sono rapporti dell’intelligence britannica che invitano alla «eliminazione fisica» degli oppositori alle autorità coloniali nell’attuale Malesia e ancora documenti che dimostrano come i ministri di Whitehall fossero consapevoli delle torture e degli atroci assassinii compiuti in Kenya ai danni degli insorti Mau Mau. Non solo. Alcuni file entrano nei dettagli di come i britannici costrinsero con la forza gli indigeni Chagos ad abbandonare le isole del remoto arcipelago di Diego Garcia nell’oceano indiano divenuto un possedimento della Corona inglese e poi «prestato» per 50 anni agli Stati Uniti nel 1966.
Migliaia di documenti dati alle fiamme o affondati negli oceani.
Tuttavia il sospetto concreto è che i documenti più importanti e compromettenti che testimoniano gli ultimi turbolenti anni del colonialismo britannico siano andati perduti dopo essere stati volutamente distrutti dal Foreign office. Una prova schiacciante in tal senso è contenuta proprio nelle carte rese disponibili presso l’archivio nazionale di Kew.
Come riportato dal Guardian, «questi documenti evidenziano un periodo di crescente ansietà e timori da parte delle autorità britanniche circa l’eventualità che parte dei file incriminanti potesse trapelare. I responsabili dell’archivio erano avvisati che sarebbero stati messi sotto processo – e alcuni lo furono – nel caso in cui avessero portato a casa qualsiasi documento interno».
FILE SOSTITUITI CON COPIE ‘GEMELLE’. E quando l’indipendenza delle ex colonie britanniche parve oramai inevitabile, interi depositi di file vennero rimossi dagli uffici dei governatori e da quelli delle autorità coloniali e spediti a Hanslope Park. Al loro posto, negli archivi delle sedi d’oltremare di un impero in corso di disfacimento vennero collocati documenti innocui e fasulli creati ad hoc e noti come twin file (file gemelli).
NESSUNO STRANIERO AL CORRENTE DELL’OPERAZIONE. L’operazione di rimozione, sostituzione e cancellazione di migliaia di documenti che oggi permetterebbero di riscrivere il recente passato coloniale del Regno Unito venne eseguita e coordinata con estrema attenzione.
Le carte disponibili a Kew, mostrano che in Uganda il processo di eliminazione del materiale più compromettente venne denominato Operation Legacy, mentre in Kenya furono agenti delle forze speciali per la sicurezza del Commonwealth ad effettuare un’operazione di censura definita «un’approfondita epurazione» e alla quale «solo i cittadini britannici di provata discendenza europea» furono autorizzati a partecipare. Come a dire, nessuna persona di origine africana era ritenuta sufficientemente affidabile per procedere all’occultamento o alla distruzione di materiale top secret britannico.
ISTRUZIONI PER L’ELIMINAZIONE. Non tutti i documenti rimossi con cura dagli scaffali delle ex colonie africane o asiatiche della Gran Bretagna sono fisicamente arrivati a Hanslope Park. Un ulteriore passaggio dei documenti desecretati il 18 aprile 2012 scende infatti nel dettaglio di come e quando procedere all’eliminazione del materiale compromettente. «I file possono essere dati alle fiamme o, in alternativa, è consentito stivarli in casse dotate di zavorra che devono essere affondate in acque profonde e libere da correnti alla massima distanza possibile dalle coste».
IL LATO OSCURO DI UN IMPERO. Era il 1961 e mentre l’Inghilterra si preparava ad uscire dagli anni d’austerity del Dopoguerra divenendo per i dieci anni a venire il fulcro della cultura popolare mondiale, decine di chili di documenti che avrebbero contribuito a rivedere da cima a fondo un intero capitolo della storia britannica vennero dati alle fiamme o gettati sul fondo degli oceani. La speranza è che oggi il materiale sopravvissuto alla sistematica distruzione avvallata da Londra cinquant’anni fa sia sufficiente per fare luce sui crimini compiuti dalle forze coloniali britanniche in Africa e in Asia permettendo agli inglesi di conoscere il lato oscuro di un impero che molti ancora rimpiangono.
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Inserito su www.storiainrete.com il 25 aprile 2012