Sessantacinque anni dopo la fine del nazismo, apre a Berlino, presso il Museo di Storia tedesca, la prima mostra interamente dedicata a Hitler e ai tedeschi: un percorso che vuole spiegare le ragioni e i meccanismi che hanno portato un popolo intero a vedere in Adolf Hitler il suo «salvatore», fino a seguirlo ciecamente nella guerra e poi nella sconfitta.
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da del 15 ottobre 2010
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L’esposizione,«Hitler e i tedeschi – Collettività nazionale e crimine», che apre oggi e durerà fino al 6 febbraio, accompagna i visitatori in un percorso guidato che si sviluppa cronologicamente, con l’ausilio di materiale storico. I curatori della mostra, Hans- Ulrich Thamer, Simone Erpel e Klaus-Juergen Sembach, hanno raccolto oltre mille pezzi tra oggetti, libri di propaganda. Non mancano le immagini del ‘grande dittatorè, immagini e 400 fotografie. Saranno esposti anche nella mostra un dipinto di Hitler e un libro illustrato dal titolo «Hitler come non lo conosce nessuno», con immagini scattate dal fotografo preferito del dittatore, Heinrich Hoffmann.
Ciò che va spiegato è «come mai un uomo insignificante come Adolf Hitler, vissuto nell’anonimato per oltre 30 anni, senza aver compiuto studi particolari, né con esperienze politiche particolari, ha potuto trasformarsi in messia», spiega lo storico Thamer. Parlare di Hitler, al di fuori di un quadro strettamente accademico, resta un argomento molto delicato in Germania: un primo progetto sulla personalità del Fuehrer si era scontrato con l’opposizione quasi unanime del comitato scientifico del Museo che temeva di mettere in mostra una sorta di esaltazione del nazismo.
«Quello che vogliamo spiegare non è tanto come la personalità di Hitler abbia potuto corrompere milioni di persone, quanto invece i meccanismi di adesione, di mobilitazione delle masse, ma anche di esclusione, che messi assieme hanno tessuto la relazione fra il Fuehrer e la popolazione», spiega Thamer. «Non è una mostra sulla figura di Hitler come persona. L’esposizione cerca di rappresentare come la figura del Fuehrer sia cresciuta nel corso degli anni, e racconta la vita del dittatore attraverso le sue paure e il suo stato emotivo», ha spiegato il direttore del museo Hans Ottomeyer.
L’allestimento della mostra ha scatenato polemiche in Germania fra coloro che temono un possibile risveglio dell’attenzione da parte di estremisti di destra e altri che invece la considerano un’occasione per ragionare e spiegare quella particolare “alchmia” che ha portato un intero popolo a seguire a criticamente Hitler per circa un ventennio.
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Inserito su www.storiainrete.com il 15 ottobre 2010